Oidio della vite, quest’anno si scherza poco

oidio su grappolo di vite Chardonnay
Attacco di oidio su grappolo di Chardonnay. 
Viticoltori del Centro-Sud graziati dalla peronospora, ma per l'oidio è tutta un'altra musica. Le precipitazioni da metà maggio e le alte temperature di fine primavera hanno determinato le condizioni per attacchi eccezionali. Ecco come reagire in regime convenzionale e biologico

Se quest’anno le condizioni di sviluppo della peronospora della vite non sono state favorevoli, per lo meno nel Centro-Sud Italia, con soddisfazione dei viticoltori, lo stesso non si può dire per l’altra principale patologia della vite, l’oidio.

Le precipitazioni scarse, ma ben distribuite a partire dalla seconda metà di maggio, associate a una media delle temperature massime intorno ai 26 °C per tutto il periodo considerato, hanno creato le condizioni ideali per attacchi di oidio, non comuni negli ultimi anni.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Malattia sempre insidiosa

L'oidio è una malattia causata dal fungo ectoparassita Erysiphe necator o Oidium tukeri (nella sua forma conidica) ampiamente diffusa in tutto il territorio nazionale. Ritenuta una malattia tipica del Centro-Sud Italia, negli ultimi anni vi è stata una presenza di gravi infezioni anche al Nord, specie su alcune varietà più suscettibili, mentre le elevate temperature avutesi già a partire dal mese di maggio, con massime che hanno spesso superato i 35 °C, hanno di fatto bloccato la diffusione della malattia nel Centro-Sud Italia.

L’andamento delle infezioni è fortemente dipendente dalle temperature, con un optimun intorno ai 27 °C e inibizione dello sviluppo dei conidi oltre ai 33 °C e con elevata intensità luminosa.

Si tratta di una tipica malattia policiclica, il cui andamento è caratterizzato da una fase iniziale di modesto incremento e da un successivo aumento esponenziale. Il momento in cui iniziano le infezioni dipende dalle modalità di svernamento del patogeno. Il fungo sverna come “micelio svernante” nelle gemme oppure con organi sessuati (cleistoteci) presenti sulle foglie cadute a terra l’anno precedente.

In Centro Italia studi epidemiologici hanno evidenziato una netta predominanza delle infezioni ascosporiche che avvengono, generalmente, tra la l’ultima settimana di aprile e la fine di maggio e che la diffusione e la gravità della malattia dipendono dalla quantità di cleistoteci prodotti dalle infezioni tardive verificatesi nell’autunno dell’anno precedente. Le infezioni primarie compaiono, di norma, in focolai isolati e possono essere talmente contenute da far sì che la malattia possa rimanere sotto la soglia di percezione visiva.

Difendere il grappolo

Le pluriennali osservazioni sperimentali e di campo indicano la necessità e l’importanza di interventi preventivi e portano a delineare un consolidato schema d’intervento, che prevede, in questa fase di ingrossamento acini per le varietà tradizionali e pre-chiusura grappolo per le precoci, fungicidi con specifica attività sui grappoli. La scelta dei prodotti è ampia per trattamenti convenzionali:

  • Cyflufenamid,
  • Metrafenone,
  • Pyriofenone,
  • Proquinazid,
  • Fluxapyroxad,

Per il biologico si possono usare prodotti a base di:

  • olio essenziale di arancio dolce,
  • Ampelomyces quisqualis,
  • bicarbonato di potassio,
  • cerevisane,
  • laminarina,
  • COS-OGA,
  • Bacillus pumilis,
  • Bacillus amyloliquefaciens.

È importante evidenziare il rispetto del numero massimo di trattamenti indicato in etichetta, al fine di gestire al meglio possibili fenomeni di resistenza.

oidio su foglia di vite
Iniziale attacco di oidio su foglia.

I sintomi

Sugli acini colpiti si forma un feltro biancastro dall’aspetto polverulento, costituito dal micelio e corpi fruttiferi. Con l’accrescimento dell’acino nelle parti sane si creano delle fenditure, anche profonde, particolarmente dannose nell’uva da tavola.

Anche il rachide e i peduncoli delle foglie possono essere colpiti mostrando delle necrosi reticolari. Gli acini colpiti in fase di accrescimento rimangono più piccoli.

Sulle foglie si può osservare lo sviluppo di una tipica muffetta polverulenta bianco-grigiastra sulla pagina superiore, che inizialmente può essere molto lieve, e/o bollosità e increspature del lembo con presenza di aree decolorate e punteggiature necrotiche.Si evidenzia una maggiore suscettibilità sui giovani organi vegetali e sui grappoli fino all’invaiatura; è questo il periodo più critico per la malattia sui grappoli.

Oidio della vite, quest’anno si scherza poco - Ultima modifica: 2020-07-07T10:25:43+02:00 da K4

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