La tecnica della confusione sessuale per il controllo della tignoletta della vite (Lobesia botrana) si è affermata con successo in molti comprensori viticoli, sia per l’uva da tavola sia per l’uva da vino, arrivando anche all’eliminazione dei trattamenti con insetticidi.
Questo, però, in alcuni casi ha creato dei problemi come la proliferazione di fitofagi secondari, come alcune cocciniglie e alcuni lepidotteri, oltre le soglie di danno.
Un altro aspetto da considerare nei campi “confusi” è l’impossibilità di seguire il volo della tignoletta con trappole sessuali, perdendo importanti indicazioni sul posizionamento di eventuali trattamenti cautelativi. A questo, però, si può ovviare con servizi di monitoraggio comprensoriali e con modelli previsionali.
Dove la lotta alla lobesia è completamente biologica, è importante controllare sempre la situazione fitosanitaria del proprio vigneto e non abbassare la guardia verso gli altri insetti parassiti che vanno limitati prima che la loro popolazione cresca eccessivamente.
Articolo pubblicato sulla rubrica “La Pac sotto la lente” di Terra e Vita
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Partire sempre dal controllo
Come per il tradizionale controllo con insetticidi della tignoletta della vite, anche quando si adotta la confusione sessuale è importante effettuare nel proprio campo il monitoraggio con trappole attrattive per verificare la “tenuta” dei diffusori e, eventualmente, intervenire per contenere l’infestazione.
Inoltre, soprattutto negli ambienti meridionali dove abbondano gli oliveti e la macchia mediterranea, è bene ricordare che la tignoletta può svolgere il suo ciclo anche su altre specie, come appunto l’olivo, il mirto, il biancospino da cui poi gli adulti (femmine fecondate comprese) possono spostarsi nei vigneti.
Oltre a seguire l’andamento delle popolazioni mediante trappole, è essenziale il monitoraggio visivo dei danni agli acini. Un occhio allenato riesce a individuare abbastanza facilmente le uova deposte sugli acini in ingrossamento e, ovviamente, le bacche infestate.
Per le uve da tavola la soglia indicativa di intervento si raggiunge al 3-4% di grappoli colpiti, mentre per le uve da vino al 10-15%. Il monitoraggio dei danni consente di posizionare con maggiore efficacia i prodotti insetticidi, sia biologici (spinosad e Bacillus thuringiensis) sia chimici individuando le fasi di maggiore suscettibilità (es. fase di “testa nera” delle uova, che è quella precedente la schiusa).
Oltre alle trappole a feromoni installate nel vigneto in cui si applica la confusione sessuale, è utile posizionare delle trappole nelle vicinanze del vigneto, per avere comunque un’idea della quantità di adulti nell’area e seguirne la curva di volo. Poiché, come già ricordato, la lobesia “frequenta” anche altre specie vegetali, in mancanza di vigneti non confusi abbastanza vicini, le trappole potranno essere posizionate anche in oliveti adiacenti.
Il calendario degli interventi
Il controllo della tignoletta potrà essere impostato con criteri curativi o preventivi e dipenderà dalla scelta delle sostanze attive: 8-10 giorni dall’inizio delle catture se s’impiega l’estere fosforico clorpirifos-metile (ricordiamo che il clorpirifos-etile non è più utilizzabile), dopo 3-4 giorni se si utilizzano regolatori di crescita (tebufenozide, metossifenozide), 4-6 giorni se s’impiega clorpirifos-metile, etofenprox, spinosad, indoxacarb, clorantraniliprole, emamectina o Bacillus thuringiensis (var. Kurstaki e var. Aizawai). In quest’ultimo caso è consigliabile ripetere il trattamento dopo 7-8 giorni dal primo, soprattutto per le uve da tavola.
Nelle aree dove la tignoletta della vite raggiunge solitamente popolazioni elevate e la curva di volo della II generazione è piuttosto lunga, indipendentemente dalla sostanza attiva utilizzata, potrebbe rendersi necessario eseguire un secondo trattamento a distanza di 10-15 giorni dal primo, preferendo prodotti dotati di buona persistenza e resistenza alle alte temperature estive.