Tra le tante avversità delle piante coltivate, i virus sono tra le più subdole e difficili da combattere, sia per le loro caratteristiche biologiche sia per la mancanza di mezzi di controllo “curativi”.
La globalizzazione e gli intensi scambi commerciali aumentano il rischio della introduzione di nuovi virus in aree di coltivazione precedentemente indenni, soprattutto per quelle specie vegetali molto diffuse, come il pomodoro. E in effetti, anche in Italia negli ultimi anni sono giunti e si sono diffusi nuovi virus del pomodoro e si teme l’introduzione di altre virosi che possono danneggiare sensibilmente la coltivazione di questa importante solanacea.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Nella lista di allerta I dell’Eppo
Tra i virus di recente segnalati in Italia, il Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) o virus della rugosità bruna dei frutti, può essere molto dannoso, soprattutto nelle coltivazioni in serra. Identificato per la prima volta in Giordania solo nel 2015, il ToBRFV è stato segnalato nel 2018 in coltivazioni di pomodoro in coltura protetta nel Ragusano.
Attualmente questa virosi è molto diffusa nei compressori serricoli siciliani, con gravi danni alle produzioni di pomodoro in coltura coperta. ToBRFV, come molti dei virus del genere Tobamovirus a cui appartiene, è caratterizzato dalla trasmissione per seme, oltre che per via vegetativa e per contatto. La via di diffusione più efficace a lunga distanza, pertanto, è il seme infetto mentre in campo il virus può essere trasmesso alle piante sane attraverso lo sfregamento di attrezzi o dal passaggio del personale. Anche gli insetti fitofagi e impollinatori possono contribuire alla diffusione del virus da una pianta all’altra.
Per la sua riconosciuta pericolosità di diffusione in Europa, dal 2019 ToBRFV è stato inserito nella Lista di allerta I da Eppo (European plant protection organization), prevedendo controlli diagnostici specifici sulle sementi.
I sintomi più caratteristici della virosi consistono in maculature clorotiche che virano al bruno sui frutti i quali appaiono rugosi e deformati. Le foglie presentano sintomi più aspecifici come clorosi, mosaicature, maculature e in alcuni casi restringimento dei lembi (è possibile visionare diverse foto dei sintomi più caratteristici sul sito della Eppo: https://gd.eppo.int/taxon/TOBRFV/photos)
Oltre al pomodoro, il ToBRFV è in grado di infettare altre specie coltivate e spontanee del genere Solanum e Capsicum, tra cui il peperone.
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Al momento solo in Sicilia
Al momento, in Italia, ToBRFV non risulta segnalato in altre regioni diverse dalla Sicilia ma il rischio che possa giungere e insediarsi in altri comprensori serricoli italiani è alto. Pertanto, se si dovessero osservare nella propria serra sintomi come quelli descritti sopra, che possano far sospettare la presenza del virus della rugosità bruna dei frutti, occorrerà segnalarli al Servizio fitosanitario regionale che eseguirà gli opportuni esami diagnostici. Interventi tempestivi di eradicazione dei focolai di infezione sono infatti l’unica misura possibile per arginare l’infezione. Intanto, l’industria sementiera è attivamente impegnata nel miglioramento genetico per la costituzione di varietà resistenti o tolleranti alla virosi che siano apprezzate dal mercato. E dallo scorso anno le prime varietà di pomodoro da mensa resistenti al virus sono disponibili anche in Italia.