L’antitrust assolve il Consorzio di tutela del Pecorino romano

Si chiude con decisione dell’autorità Garante della Concorrenza e il mercato la querelle che aveva portato alla guerra del latte ovino in Sardegna a inizio anno. A pesare sulla decisione è l’accordo di filiera raggiunto con un meccanismo di adeguamento dei prezzi

Con una decisione pubblicata il 1° luglio 2019, l’Autorità Garante della Concorrenza e il mercato afferma che non sussistano le condizioni per contestare al Consorzio per la tutela del Formaggio Pecorino Romano DOP e a trentatré aziende di trasformazione ad esso aderenti, di aver posto in essere pratiche commerciali sleali in violazione della normativa legislativa in materia di contratti e di tutela delle controparti più deboli e cioè degli allevatori.

Si conclude così la vicenda che a febbraio 2019 aveva portato all’attenzione di tutti la protesta degli allevatori sardi per i presunti elementi di criticità relativi al prezzo di cessione del latte alla stalla, lamentando che esso non sarebbe stato sufficiente a coprirne i costi di produzione.

La violenta protesta degli allevatori con turbative dell’ordine pubblico ha indotto l’Antitrust ad aprire a febbraio 2019 il procedimento istruttorio al fine di verificare se le condotte poste in essere dal Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano DOP e dalle trentatré aziende di trasformazione ad esso aderenti, nei mesi di dicembre 2018 e gennaio/febbraio 2019, potessero essersi sostanziate nell’imposizione ai fornitori di latte ovino di condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose e, nello specifico, nella determinazione - in contrasto con i principi di buona fede e correttezza - di prezzi palesemente al di sotto dei costi medi di produzione-

Le valutazioni dell’antitrust

Nel corso dell’istruttoria è stato poi acquisita la rilevazione di Ismea sui costi di produzione del latte ovino e gli esiti dell’accordo politico sul prezzo di acquisto ad un livello superiore a quello di tali costi ma accettato solo per espressa imposizione politica.

Il parere dell’antitrust, infatti precisa che «Ai fini della valutazione del caso, occorre, tuttavia, tener conto degli eventi che si sono verificati successivamente alla comunicazione di avvio del procedimento, e, in particolare, dell’intesa sui prezzi di cessione del latte crudo raggiunta presso la prefettura di Sassari nel marzo del 2019, che ha posto fine alla vertenza tra trasformatori e allevatori in Sardegna. Occorre evidenziare in proposito che, rispetto alle condotte contestate in sede di avvio e al periodo temporale oggetto di accertamento, i trasformatori sardi Parti del procedimento, dopo complesse trattative portate avanti al cd. Tavolo Sardegna, hanno aderito alle iniziative poste in essere a livello governativo da parte del Ministero degli Interni e del MIPAAFT, giungendo a riconoscere agli allevatori conferenti, a partire da febbraio 2019, un prezzo di acquisto del latte ovino che si pone al di sopra della soglia del costo medio di produzione indicato da ISMEA. L’Autorità ritiene che, in questo specifico caso, la valenza degli accordi sui prezzi raggiunti presso la Prefettura di Sassari debba essere valutata nel contesto giuridico e fattuale di riferimento, alla luce della crisi del settore lattiero caseario sardo e delle caratteristiche peculiari del mercato del pecorino romano DOP, tenendo conto della natura eccezionale e transitoria degli impegni assunti dai trasformatori su imposizione della pubblica autorità per far fronte ad una situazione emergenziale determinata dalla violenza delle proteste dei pastori dei primi mesi del 2019, scaturite in “episodi criminali o comunque ai limiti della legalità».

I termini dell’accordo

L’accordo, definito dopo complesse trattative ai tavoli tenuti il 26 febbraio e il 9 marzo 2019 presso la Prefettura di Sassari per la “definizione di una metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti correlando il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio (DOP sarde)”, prevede l’impegno dei trasformatori a corrispondere:

- un acconto pari a 72 cent/litro per il latte ovino conferito nel mese di febbraio 2019;

- un acconto pari a 74 cent/litro per i mesi da marzo 2019 a fine campagna casearia;

- un conguaglio finale nel mese di novembre 2019, calcolato sulla base dei prezzi medi ponderati del pecorino romano della Borsa merci di Milano per il periodo novembre 2018-ottobre 2019, secondo la seguente metodologia:

Prezzo del pecorino romano Prezzo del latte
6 euro al kg 0,72 cent/litro
6,50 euro kg 0,76 cent/litro
7 euro kg 0,83 cent/litro
7,50 euro kg 0,90 cent/litro
8 euro k g 0,96 cent/litro
8,50 euro kg 1,02 cent/litro

 

LA SODDISFAZIONE DELL’UCI

Mario Serpillo

«Esprimiamo un giudizio più che positivo per l’azione svolta dal Garante per la concorrenza, che ha stabilito che non esiste violazione, né alcuna pratica sleale da parte del Consorzio Pecorino Romano Dop».

Così il Presidente UCI (Unione coltivatori italiani), Mario Serpillo che continua affermando  che «l’azione che ha portato giustizia a chi non ha alcuna influenza diretta nelle dinamiche del prezzo del latte e, soprattutto, nel rapporto con i mercati. L’ottimo lavoro svolto ha dimostrato, così, che nessuna responsabilità ricade sull’operato dell’Amministrazione del Consorzio».

L’antitrust assolve il Consorzio di tutela del Pecorino romano - Ultima modifica: 2019-07-02T20:47:32+02:00 da Lorenzo Tosi

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