Sostenere le imprese contro l’esplosione dei costi di produzione è l’obiettivo dell’ultimo accordo sul prezzo del latte siglato con Italatte, con una media di 58 centesimi al litro riconosciuti agli allevatori sui sei mesi di durata dell’intesa. L’esigenza principale era infatti quella di mettere al sicuro gli allevamenti dando un po’ diI tranquillità per i prossimi mesi e allo stesso tempo avere la possibilità di ottenere un minimo di certezza per la programmazione partendo per la prossima contrattazione dal risultato raggiunto con questo accordo.
Il rovescio della medaglia, in caso di mancata intesa, era di rimanere senza un prezzo di riferimento per i mesi invernali e primaverili in balìa di un mercato che continua a essere quantomeno incerto e difficoltoso. La trattativa sul prezzo del latte con Italatte ha sempre rappresentato nell’ultimo decennio un momento di grande importanza per tutta la zootecnia nazionale, poiché avviene tra la maggiore industria casearia a livello nazionale acquirente latte e i rappresentanti della più grande regione italiana che produce la metà di quello nazionale.
Per questo l’accordo è sempre stato motivo di contrasti, spesso sfociati in forti proteste, basti ricordare quello che è successo nel novembre del 2015 davanti proprio al caseificio di Italatte nel Lodigiano dove un presidio di Coldiretti ha bloccato le attività per tre giorni. Il contesto che si presentava in questa tornata di trattativa era dei più complicati. Da una parte c’erano le giuste esigenze degli allevatori di vacche da latte che stanno subendo da mesi i costi dei fattori di produzione che si mantengono elevati e decisamente superiori a quelli precedenti al conflitto in Ucraina. Solo nell’ultimo periodo il costo dell’energia e dei listini di alcune materie prime ha registrato un parziale rallentamento. Dall’altra parte c’era l’industria casearia che lamentava un calo della domanda dei consumatori.
Abbiamo lavorato per tenere in considerazione le esigenze dell’intera filiera. È stata una trattativa complessa, ma a mio avviso abbiamo raggiunto un buon risultato per la difesa del reddito degli allevatori. Per quanto riguarda il futuro dobbiamo ora riuscire a ottenere meccanismi per la giusta redistribuzione del valore lungo la filiera.
di Ettore Prandini
presidente di Coldiretti