La frase che Enrico III di Navarra «Parigi val bene una Messa»- pronunciò nel XVI secolo per giustificare la sua conversione al cattolicesimo potrebbe essere parafrasata per indicare che l’export di mozzarella italiana in Francia, val ben una pacificazione tra i due Paesi messa in crisi da alcuni interventi della politica.
Il fatto
Il riferimento fatto dal Governo sulla durata del viaggio della mozzarella italiana esportata in Francia non è stato molto apprezzato dai produttori che temono per le conseguenze che potrebbero derivarne dai veti al completamento della Tav e alla crisi diplomatica tra i due Paesi.
In particolare a scatenare la protesta ufficiale dei produttori è stata la dichiarazione del sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano che ha pubblicamente affermato che « il governo ha altre priorità che far spedire una mozzarella 20 minuti prima in Francia» in occasione delle recenti polemiche sul completamento o meno dei lavori che dovrebbero avvicinare Italia e Francia e ridurre, soprattutto i tempi di percorrenza delle merci.
Il valore dell’export di mozzarella
Il fatto che il Sottosegretario abbia citato espressamente la mozzarella per motivare, seppure genericamente, la contrarietà della parte politica cui appartiene, al completamento dei lavori della Tav tra Torino e Lione, non è stata gradita dai produttori di mozzarella italiani. Infatti la Tav non accorcia i tempi di trasporto delle merci con esclusivo riferimento alla mozzarella ma interessa tutte le merci ognuna con un proprio valore specifico di tutto rispetto. Ancora una volta il termine mozzarella in senso generico e quella di “bufala” in senso più specifico vengono utilizzati nel gergo politico in senso dispregiativo e quindi offensivo. In tempi di recessione interna seppure tecnica e di calo dei consumi, le correnti esportative di qualsiasi prodotto compresa quindi la mozzarella, devono essere salvaguardate e non oggetto di derisione!
La protesta di Assolatte
Dati alla mano l' export del settore del formaggi vale 2,8 miliardi di euro. «La Francia - spiega Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte - per la mozzarella è la prima destinazione. Ne esportiamo 32mila tonnellate all'anno. Ma non solo. Complessivamente ai francesi vendiamo 90mila tonnellate di formaggi all' anno su un totale di 400mila tonnellate esportate. Per noi quindi è un mercato importante. E se si parla di infrastrutture sicuramente tutte le imprese del settore sono a favore non solo della Tav, ma di qualsiasi altra opera che aiuti nel commercio il comparto. Non si dimentichi che l' agroalimentare, come altri settori, riesce a stare in piedi proprio grazie all' export».
La difesa del sottosegretario
La replica non si è fatta attendere. Con il titolo «No tav, sì mozzarella» il sottosegretario Di Stefano, autodefinendosi su Facebook primo testimonial dell’eccellenza made in Italy e postando, tutta una serie di foto che lo ritraggono con la mozzarella nel piatto, ribadisce il suo pensiero. «Pare che Assolatte - spiega l’esponente M5S - sia insorta per una mia dichiarazione nella quale, scherzando chiaramente, mi opponevo al Tav dicendo che la priorità non è spedire una mozzarella in Francia 20 minuti prima ma occuparci delle infrastrutture più utili ai cittadini. E allora mi tocca rassicurare, come è evidente in foto io sono il primo testimonial di questa nostra eccellenza che va protetta dai falsi e aiutata nella diffusione internazionale».
Poi aggiunge: «Sono certo che i produttori di mozzarella capiscano e condividano il fatto che la necessità che un siciliano non debba impiegare 20 ore per andare da Catania ad Agrigento e un abruzzese 6 ore da Roma a Pescara, sia quantomeno prioritaria rispetto al fatto che una mozzarella arrivi 20 minuti prima rispetto ai suoi normali tempi di consegna. Altrettanto evidente è la pura ed infantile strumentalizzazione politica di questa vicenda. Bando alle strumentalizzazioni sterili e francamente al limite del ridicolo, occupiamoci insieme delle priorità e della qualità di vita dei cittadini italiani. No Tav, Sì mozzarella», conclude.