Guidi: aumentano gli occupati nelle aziende professionali – Proposte le «assunzioni di gruppo»
Non è certo l’immagine
bucolica evocata
dal ministro del Lavoro,
Elsa Fornero, ma il lavoro
in agricoltura c’è e le imprese
rivendicano il ruolo strategico
nella tenuta del paese
contraddicendo così il marchio
di marginalità che spesso
viene attribuito al settore.
Così come gli imprenditori rispediscono
al mittente le accuse
di irregolarità che continuano
a piovere sulle aziende
agricole. Come conferma l’ultimo
rapporto della Corte dei
conti sul bilancio Inps (si veda
altro servizio in pagina).
Ma il presidente della
Confagricoltura, Mario Guidi,
ha smontato punto su punto
il castello di rilievi mossi
alle imprese agricole. E anche
sulle contestazioni dell’Inps
Guidi ha sottolineato
che si tratta, nella maggior
parte dei casi, di lievi irregolarità
spesso determinate da un
calcolo dei contributi su parametri
diversi rispetto a quelli
condivisi dalle aziende e dai
sindacati.Guidi ha chiesto un
time out di qualche mese sulla
questione abusivismo «acclarato
che esiste una quota di
abusivismo in agricoltura non
parliamone per qualche mese,
ma parliamo invece di come
costruire un modello di crescita
per l’agricoltura».
E intanto dal Governo è
stato aperto un ennesimo caso.
Il ministro Fornero, nel
suo intervento, ha infatti affermato
che l’abbattimento della
contribuzione agricola al
Sud va rivisto.
E tenendo conto della difficile
situazione finanziaria e
della corsa a fare cassa si potrebbe
aprire un nuovo fronte
di preoccupazione per l’agricoltura
che continua a denunciare
aliquote troppo elevate
in Italia. Il ministro del Lavoro
ha però assicurato che il
tavolo che sarà aperto a gennaio
sulla riforma degli ammortizzatori
sociali coinvolgerà
anche l’agricoltura.
L’agricoltura ha comune
messo in campo i suoi numeri:
«il tessuto produttivo – ha
spiegato Guidi – sta cambiando
e si va verso un’agricoltura
più professionale e strutturata
in grado di assicurare occupazione
più stabile e di
qualità».
Il trend degli occupati è infatti
in crescita in controtendenza
con il resto dell’economia.
Nel secondo trimestre,
infatti, secondo i dati Istat a
un calo dello 0,2% dell’occupazione
si contrappone una
crescita del 6,2% degli occupati
agricoli sostenuta
(+10%) dalla componente dei
dipendenti. «Sono oltre un milione
– ha ricordato il presidente
dell’organizzazione degli
imprenditori agricoli – i
lavoratori per più di cento milioni
di giornate dichiarate e
nove miliardi di stipendi erogati
». Di questi circa 935mila
sono gli operai a tempo determinato,
117mila quelli a tempo
indeterminato e 35.500 gli
impiegati. Dallo studio dell’organizzazione
emerge anche
una forte presenza di giovani
Il 28% infatti si riscontra
nella classe di età tra i 40 e i
49 anni, il 23% fino a 29 anni
mentre solo il 6% supera i 60
anni. Il lavoro poi si concentra
in 200mila aziende: le prime
500 aziende, per dimensione,
occupano infatti un
quarto di lavoratori e le prime
mille circa un terzo. E si tratta
in gran parte di strutture societarie.
Dal 2008 al 2011 infatti
le società che hanno creato
occupazione sono passate da
34.774 a 38.173 con un aumento
dunque di quasi il 10
per cento.
Si tratta di quella pattuglia
di aziende che stanno traghettando
il settore verso formule
più evolute e innovative e che
– ha denunciato Guidi – sono
state penalizzate dalla legge
di stabilità che ha cancellato
per le società agricole di capitali
la possibilità di scegliere
la più vantaggiosa tassazione
su base catastale. Il numero
uno di Confagricoltura, che
ha anche lamentato l’esclusione
dell’agricoltura dal tavolo
di confronto con il Governo
sulla riforma del lavoro, ha
presentato all’esecutivo un
pacchetto di misure per favorire
la crescita delle imprese in
termini di occupazione e di
maggiore produttività.
Tra le priorità l’estensione
della riduzione del cuneo fiscale
alle aziende agricole
che occupano addetti per almeno
100 giornate, la stabilizzazione
degli incentivi fiscali
e contributivi sulle erogazioni
legate alla produttività, la
revisione delle aliquote antinfortunistiche,
il blocco degli
aumenti annuali dello 0,20%
delle aliquote pensionistiche,
la semplificazione per gli infortuni
dei lavoratori stagionali
e l’applicazione degli sgravi
per le imprese virtuose in
materia di sicurezza del lavoro.
Tenendo anche conto della
costante diminuzione degli
infortuni denunciati dai dipendenti
agricoli passati dai
18.428 del 2007 agli attuali
11.164. (-39%). Una situazione
che invece non trova riscontro
nelle aliquote Inail
che risultano le più elevate
(35,89 per l’agricoltura, 35
per l’industria e 30,68 nel
commercio). E infine la proposta
che dovrebbe tagliare
la burocrazia: le assunzioni
di gruppo e cioè «assunzioni
congiunte» da parte di imprese
che fanno capo a uno stesso
gruppo o legate da un contratto
di rete. In questo modo
si semplificherebbero i rapporti
di lavoro instaurati tra
singoli lavoratori e più datori
di lavoro che si troverebbero
sul piano dei lavoratori, in
particolar modo stagionali, a
operare come un’azienda unica.
«Una proposta – ha spiegato
Guidi – a costo zero per
la finanza pubblica ma che
avrebbe il merito di favorire
processi aggregativi tra le imprese
e garantire una maggiore
stabilità del rapporto».
bucolica evocata
dal ministro del Lavoro,
Elsa Fornero, ma il lavoro
in agricoltura c’è e le imprese
rivendicano il ruolo strategico
nella tenuta del paese
contraddicendo così il marchio
di marginalità che spesso
viene attribuito al settore.
Così come gli imprenditori rispediscono
al mittente le accuse
di irregolarità che continuano
a piovere sulle aziende
agricole. Come conferma l’ultimo
rapporto della Corte dei
conti sul bilancio Inps (si veda
altro servizio in pagina).
Ma il presidente della
Confagricoltura, Mario Guidi,
ha smontato punto su punto
il castello di rilievi mossi
alle imprese agricole. E anche
sulle contestazioni dell’Inps
Guidi ha sottolineato
che si tratta, nella maggior
parte dei casi, di lievi irregolarità
spesso determinate da un
calcolo dei contributi su parametri
diversi rispetto a quelli
condivisi dalle aziende e dai
sindacati.Guidi ha chiesto un
time out di qualche mese sulla
questione abusivismo «acclarato
che esiste una quota di
abusivismo in agricoltura non
parliamone per qualche mese,
ma parliamo invece di come
costruire un modello di crescita
per l’agricoltura».
E intanto dal Governo è
stato aperto un ennesimo caso.
Il ministro Fornero, nel
suo intervento, ha infatti affermato
che l’abbattimento della
contribuzione agricola al
Sud va rivisto.
E tenendo conto della difficile
situazione finanziaria e
della corsa a fare cassa si potrebbe
aprire un nuovo fronte
di preoccupazione per l’agricoltura
che continua a denunciare
aliquote troppo elevate
in Italia. Il ministro del Lavoro
ha però assicurato che il
tavolo che sarà aperto a gennaio
sulla riforma degli ammortizzatori
sociali coinvolgerà
anche l’agricoltura.
L’agricoltura ha comune
messo in campo i suoi numeri:
«il tessuto produttivo – ha
spiegato Guidi – sta cambiando
e si va verso un’agricoltura
più professionale e strutturata
in grado di assicurare occupazione
più stabile e di
qualità».
Il trend degli occupati è infatti
in crescita in controtendenza
con il resto dell’economia.
Nel secondo trimestre,
infatti, secondo i dati Istat a
un calo dello 0,2% dell’occupazione
si contrappone una
crescita del 6,2% degli occupati
agricoli sostenuta
(+10%) dalla componente dei
dipendenti. «Sono oltre un milione
– ha ricordato il presidente
dell’organizzazione degli
imprenditori agricoli – i
lavoratori per più di cento milioni
di giornate dichiarate e
nove miliardi di stipendi erogati
». Di questi circa 935mila
sono gli operai a tempo determinato,
117mila quelli a tempo
indeterminato e 35.500 gli
impiegati. Dallo studio dell’organizzazione
emerge anche
una forte presenza di giovani
Il 28% infatti si riscontra
nella classe di età tra i 40 e i
49 anni, il 23% fino a 29 anni
mentre solo il 6% supera i 60
anni. Il lavoro poi si concentra
in 200mila aziende: le prime
500 aziende, per dimensione,
occupano infatti un
quarto di lavoratori e le prime
mille circa un terzo. E si tratta
in gran parte di strutture societarie.
Dal 2008 al 2011 infatti
le società che hanno creato
occupazione sono passate da
34.774 a 38.173 con un aumento
dunque di quasi il 10
per cento.
Si tratta di quella pattuglia
di aziende che stanno traghettando
il settore verso formule
più evolute e innovative e che
– ha denunciato Guidi – sono
state penalizzate dalla legge
di stabilità che ha cancellato
per le società agricole di capitali
la possibilità di scegliere
la più vantaggiosa tassazione
su base catastale. Il numero
uno di Confagricoltura, che
ha anche lamentato l’esclusione
dell’agricoltura dal tavolo
di confronto con il Governo
sulla riforma del lavoro, ha
presentato all’esecutivo un
pacchetto di misure per favorire
la crescita delle imprese in
termini di occupazione e di
maggiore produttività.
Tra le priorità l’estensione
della riduzione del cuneo fiscale
alle aziende agricole
che occupano addetti per almeno
100 giornate, la stabilizzazione
degli incentivi fiscali
e contributivi sulle erogazioni
legate alla produttività, la
revisione delle aliquote antinfortunistiche,
il blocco degli
aumenti annuali dello 0,20%
delle aliquote pensionistiche,
la semplificazione per gli infortuni
dei lavoratori stagionali
e l’applicazione degli sgravi
per le imprese virtuose in
materia di sicurezza del lavoro.
Tenendo anche conto della
costante diminuzione degli
infortuni denunciati dai dipendenti
agricoli passati dai
18.428 del 2007 agli attuali
11.164. (-39%). Una situazione
che invece non trova riscontro
nelle aliquote Inail
che risultano le più elevate
(35,89 per l’agricoltura, 35
per l’industria e 30,68 nel
commercio). E infine la proposta
che dovrebbe tagliare
la burocrazia: le assunzioni
di gruppo e cioè «assunzioni
congiunte» da parte di imprese
che fanno capo a uno stesso
gruppo o legate da un contratto
di rete. In questo modo
si semplificherebbero i rapporti
di lavoro instaurati tra
singoli lavoratori e più datori
di lavoro che si troverebbero
sul piano dei lavoratori, in
particolar modo stagionali, a
operare come un’azienda unica.
«Una proposta – ha spiegato
Guidi – a costo zero per
la finanza pubblica ma che
avrebbe il merito di favorire
processi aggregativi tra le imprese
e garantire una maggiore
stabilità del rapporto».