Una marea di falsi prodotti italiani inonda i mercati mondiali. Il dossier realizzato da Coldiretti in collaborazione con i Nas parla chiaro: sono addirittura due su tre i prodotti ascrivibili al ‘Made in Italy’ in realtà falsi a tutti gli effetti.
La classifica dei prodotti più taroccati è guidata dai formaggi: Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primis, ma anche Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago e Fontina. Ma nessun comparto riesce a dribblare la piaga del falso. E così l’elenco delle contraffazioni prosegue con i salumi, e con la clonazione di Parma e San Daniele, ma anche gli extravergine di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo
Per denunciare l’ampiezza del fenomeno, renderlo ancor più di dominio pubblico e cercare una sponda forte nelle istituzioni e nel mondo politico, Coldiretti ha chiamato a raccolta il suo popolo a Bologna, in un Palazzo dello Sport gremito da 7mila persone (si veda foto in alto).insieme ai ministri dell’Agroalimentare Maurizio Martina e dell’Ambiente Gianluca Galletti. «L’agropirateria internazionale - evidenzia il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo - fattura sul falso Made in Italy a tavola qualcosa come 60 miliardi di euro nel mondo, quasi il doppio dei prodotti originali».
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