Innovazione tecnologica al servizio dell’agricoltura italiana. È questo il nuovo “cavallo di battaglia” della Coldiretti, presentato al “Forum sull’eredità di Expo”, occasione per stilare un bilancio di sei mesi di esposizione e tracciare la rotta del futuro del settore. «Expo – ha sottolineato il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo – ha mostrato al mondo la centralità della tecnologia nella sfida di nutrire il pianeta. Un pianeta che non ha bisogno di più cibo, ma ha urgenza di ridurre gli sprechi, migliorare la distribuzione delle risorse, produrre in maniera più sostenibile. Oggi su questi aspetti chiamiamo a raccolta la ricerca, intesa come strumento al servizio di un modello agricolo italiano che in questi mesi ha dimostrato di avere molto da dire». La posizione della Coldiretti è dunque «massima apertura alla ricerca libera e funzionale alle esigenze delle nostre aziende». Del resto, ha evidenziato il ministro Maurizio Martina, «una delle partite che si apre dal 1° novembre è portare il primario italiano sui binari dell’innovazione senza rinunciare ai nostri fattori distintivi. Expo è stata una grande piattaforma di discussione: in questi mesi abbiamo affrontato anche il tema degli ogm, comprendendo come la frontiera delle biotecnologie si sia spostata su sentieri molto più avanzati. Nei prossimi mesi dovremo capire come posizionare l’Italia su questo fronte».
Se la prima eredità da fare maturare è dunque l’innovazione, la seconda è un più stretto rapporto di filiera. «Oggi – ha concluso Moncalvo – abbiamo riunito industria e distribuzione per inaugurare un nuovo corso. Non c’è sfida tra grandi e piccoli, tra agricoltori e industriali: la sfida è tra chi ama e lavora per il bene dell’Italia e chi non lo fa. La nostra volontà è discutere su progetti concreti, senza steccati e pregiudizi». Un invito accolto dal presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, che ha sottolineato come «le grandi opportunità di sviluppo, in particolare sul fronte export, si colgono come filiera. Ma per lavorare insieme dobbiamo imparare a confrontarci anche su questioni che ci vedono distanti e sulle quali serve un punto d’incontro». Infine l’ultima eredità, quella del pubblico: cosa resterà ai quasi 21 milioni di visitatori? Secondo il sondaggio Coldiretti/Ixe un po’ più di consapevolezza sul cibo e sul ruolo dell’agricoltura, ammirazione per le capacità italiane e forse la curiosità di conoscere più da vicino le risposte che vengono dall’Asia e dal vicino Oriente (Giappone, Cina, Kazakistan, Israele, Emirati Arabi i padiglioni più apprezzati).
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