Come già noto la nuova Politica di sviluppo rurale 2014-2020 porterà una dote finanziaria più ricca rispetto al precedente periodo di programmazione, che si concretizza in un budget di circa 20,85 miliardi di euro che il settore primario italiano avrà a disposizione fino al 2020. I principali beneficiari di tale politica sono le imprese agricole (e agroalimentari), che possono usufruire dei fondi comunitari per aumentare la propria competitività nei mercati in un’ottica di crescita sostenibile, ma al contempo anche le banche potranno inserirsi all’interno dell’indotto generato dai flussi finanziari scaturiti dal sostegno pubblico.
Vantaggio reciproco
Il mondo del credito agrario rappresenta un partner imprescindibile per permettere a molte imprese agricole di portare a termine gli investimenti inseriti nell’ambito delle misure strutturali di un progetto a valere su un Psr regionale. Infatti, nonostante tali misure generalmente riconoscono contribuzioni variabili dal 40% al 60% delle spese sostenute per investimenti strutturali (acquisto di macchine e attrezzature, ristrutturazione/costruzione di fabbricati agricoli ecc.), un imprenditore agricolo deve anche considerare che solitamente l’erogazione del contributo è successiva alla completa rendicontazione del progetto stesso, e pertanto dovrà anticipare il 100% della spesa sostenuta (salvo la possibilità di richiedere anticipi).
Pertanto, nelle imprese agricole che non hanno liquidità propria per sostenere tali flussi finanziari, è necessario ricorrere all’intervento di un istituto di credito.
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