L'Italia procede spedita sulla strada dell'indicazione obbligatoria della materia prima sull'etichetta dei prodotti alimentari. Dopo aver raggiunto il risultato per il latte e derivati (l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine è in vigore dal 19 aprile scorso), è partito l'iter per il riso e il grano per la pasta. E' stata infatti avviata la procedura formale di notifica dei decreti dei ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda per l'introduzione in Italia dell'obbligo di indicazione della materia prima per riso e grano per la pasta. Entro 90 giorni, se non ci sono obiezioni da parte della Commissione, i decreti in questione possono essere applicati in Italia.
In particolare i decreti prevedono per il riso l'indicazione del luogo di coltivazione, di lavorazione e di confezionamento. Se le tre fasi si svolgono in uno stesso Paese si può utilizzare la dicitura ad esempio "origine del riso: Italia". Per i pacchi di pasta secca si prevede il luogo di coltivazione del grano e quello di provenienza della semola.
«Vogliamo rendere più facile per i consumatori sapere se l'origine dei prodotti è italiana - afferma il ministro Martina -. È fondamentale scegliere bene e soprattutto scegliere in modo consapevole. Per questo vogliamo dare ai cittadini tutti gli strumenti utili per farlo ed è per questo che continuiamo ogni giorno la nostra battaglia in Europa nel segno della trasparenza».
«Finalmente - afferma il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo - sarà possibile smascherare l'inganno di un pacco di pasta su tre fatto con grano straniero senza indicazione, come pure di un pacco di riso su quattro, dopo il boom delle importazioni da paesi asiatici come il Vietnam che ha aumentato le esportazioni di riso in Italia del 346% nel 2016". Il 13 aprile scorso proprio Coldiretti aveva organizzato una manifestazione davanti al ministero delle politiche agricole, chiedendo tutela contro le speculazioni che mettono a rischio il primato del riso italiano in Europa».