I Consorzi agrari si mettono in società. È pronta al debutto (che probabilmente avverrà in occasione del Forum Coldiretti in programma il 16 e 17 ottobre a Cernobbio) la «newco» che dovrebbe aggregare i Cap con le basi finanziarie più solide.
Sul progetto il riserbo della Coldiretti, regista dell’operazione, è assoluto, ma secondo qualche indiscrezione si partirebbe con la creazione di una società consortile per azioni finalizzata a creare una rete di servizi e trading per il grano. Considerando che molti Cap svolgono attività industriali è facile prevedere che l'iniziativa sarà di ampio respiro e non si fermerà ai cereali. Ed è destinata a coinvolgere tutto il territorio, compreso il Sud dove i Cap in bonis sono pochi.
Le prime indicazioni sono state fornite nel corso di un recente incontro promosso da Assocap e al quale hanno partecipato anche Cap che non fanno capo alla Coldiretti. Che il pianeta consortile sia in grande movimento non è d’altra parte un mistero. La Coldiretti non ha perso occasione nell’ultimo anno per indicare nei Cap i punti di forza della cosiddetta filiera corta. Il piano industriale è comunque complesso anche perché deve tener conto dei difficili rapporti tra le organizzazioni agricole e della necessità di tutelare l'autonomia delle strutture che spesso, come nel caso del Lombardo Veneto, di Siena e Bologna, sono delle vere aziende industriali punto di riferimento per gli agricoltori.