Con l’avvicinarsi della primavera e quindi della stagione delle semine arriva il tempo delle scelte colturali da parte degli agricoltori.
Scelta non sempre facile, visto il magro panorama in termini di quotazioni sia dei cereali che dei semi oleosi. Certo, una scelta colturale deve tenere conto inevitabilmente dei fattori agronomici, in primis l’avvicendamento, e della politica comunitaria, che con il greening impone una diversificazione colturale per le aziende con più di 10 ettari di superficie a seminativo. Ma sicuramente una scelta imprenditoriale deve essere soprattutto di ordine economico, lasciando da parte ragionamenti legati alla tradizione colturale, per puntare su prodotti che possono far sperare di fornire un guadagno se pur magro. In attesa di conferme da parte di alcune colture di nuova proposta, come la quinoa oppure il coriandolo, per le quali i primi risultati, a sentire gli agricoltori pionieri, sono tutt’altro che entusiasmanti, il range di colture si restringe sui soliti noti, ad iniziare dal mais, per proseguire con la soia, il girasole e il sorgo.
I prezzi di mercato
Ovviamente un ragionamento di tipo economico non può che non passare per la valutazione di due fattori principali che devono essere messi in rapporto fra loro: i prezzi di mercato e i costi di produzione...
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