Con i piedi ben ancorati sul terreno e gli occhi puntanti verso il cielo, gli agricoltori sono sempre stati “uomini delle stelle”: costellazioni, fasi lunari, nuvole, sole hanno influenzato, fin dalla sua nascita, l’attività più terrena che esista. E proprio da questo antichissimo legame, rivisitato in chiave moderna, si stanno costruendo oggi le basi per un’agricoltura nuova, più sostenibile, più produttiva e forse remunerativa.
Se ne è parlato a Milano all’incontro “Le tecnologie dello spazio per l’agricoltura”, organizzato presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, al quale hanno partecipato esponenti dell’Onu, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Italiana (Asi) e del Cnr.
«L’accostamento spazio-agricoltura – ha spiegato il direttore del Museo, Fiorenzo Galli – può sembrare un po’ anomalo. In realtà l’osservazione della terra è una delle principali applicazioni dei satelliti».
Satelliti che, negli ultimi anni, hanno compiuto passi da gigante in termini di precisione e accuratezza, anche grazie al contributo dell’Europa e del nostro Paese.
Basti pensare alla coppia “Sentinel 2”, realizzata all’interno del programma Ue-Esa Copernicus. Si tratta di due satelliti con orbita polare in grado di fornire immagini ottiche dettagliate sullo stato della vegetazione, sul suolo, sulle acque, grazie ad un sensore dotato di un sistema di filtri che permette di vedere la Terra attraverso 13 diverse bande spettrali. La prima sentinella è entrata in orbita nel 2015, la gemella entrerà alla fine di quest’anno. «Con il satellite 2B in orbita – ha spiegato Simonetta Cheli, Responsabile del coordinamento dei programmi di Osservazione della Terra dell’Esa – avremo una mappa completa della Terra ad altissima risoluzione ogni 5 giorni. La ripresa multispettrale del sensore fornirà una visione molto precisa della copertura delle foreste e delle coltivazioni. Questo permetterà il monitoraggio e l’implementazione delle politiche agricole, ma anche la razionalizzazione dell’uso di acqua e fertilizzanti e l’individuazione del periodo ottimale per la raccolta».
A fianco delle sentinelle operano i quattro satelliti di Cosmo SkyMed, il più ambizioso programma di osservazione satellitare terrestre mai realizzato dall’Italia per la prevenzione dei disastri ambientali, lo studio della superficie terrestre e la sicurezza.
Sviluppato dall’Asa in cooperazione con il ministero della Difesa, si basa su una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di sensori attivi radar in grado di guardare attraverso le nuvole e di notte. Il sistema può effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre e osservare lo stesso punto tre volte in 24 ore.
Applicazioni e-GEOS
Gli occhi che ci osservano sono insomma sempre più evoluti. Ma come si passa dall’osservazione all’informazione vera e propria? «È chiaro – ha proseguito Cheli – che il dato satellitare va elaborato e trasformato in prodotto finito».......
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 06/2016 L’Edicola di Terra e Vita