Quasi tutte promosse le 19 Regioni e le due Province autonome italiane per quanto riguarda l’avanzamento di spesa dei Psr 2014-2022 e dei Csr 2023-2027. Pur con alcune differenze le amministrazioni stanno procedendo a ritmi sostenuti nell’erogazione dei fondi comunitari del secondo pilastro della Pac oltre a quelli del Pnrr che cumulano un ammontare di risorse pubbliche che supera i 6,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono 1,2 miliardi a valere sul Programma nazionale complementare al Pnrr. Come al solito viaggiano più spedite le misure a superficie rispetto a quelle a investimento.
La sfida che le amministrazioni pubbliche stanno affrontando nella gestione dell’ingente mole di finanziamenti pubblici disponibili rappresenta una congiuntura unica nella storia della programmazione e difficilmente ripetibile in futuro, tenuto conto dei segnali poco incoraggianti che arrivano da Bruxelles per la Pac post 2027. La capacità di implementare efficacemente gli interventi sui territori e di utilizzare tutte le risorse disponibili segnerà un discrimine fondamentale affinché l’agricoltura italiana possa affrontare con fiducia le sfide future. Ma vediamo i dati nel dettaglio.
Programmazioni sovrapposte
Il 17 febbraio 2025 è stata trasmessa alla Commissione europea la Relazione annuale dell’efficacia dell’Attuazione del Psp per l’anno finanziario 2024 (dal 16/10/2023 al 15/10/2024) o Annual performance report (Apr 2024). Il documento contiene i risultati dell’attuazione in termini di spese realizzate e target conseguiti collegati prevalentemente alle richieste degli agricoltori per l’anno di impegno 2023 (primo anno di attuazione del Psp).
La lettura dell’attuazione deve necessariamente tenere in considerazione il particolare periodo storico che vede il sovrapporsi di due programmazioni nell’ambito dello Sviluppo rurale (2014-2022 e 2023-2027). Infatti, i Psr 2014-2022 avranno naturale conclusione solo il 31 dicembre 2025. Quindi, il 2024 e 2025 sono anni cruciali poiché, da un lato vedono le amministrazioni pubbliche impegnate nella chiusura della programmazione 2014-2022 e contemporaneamente nell’attuazione della 2023-2027, e dall’altro i territori nel riuscire a far proprie le “nuove” iniziative della programmazione 2023-2027, in un contesto operativo che li vede già impegnati nella conclusione delle iniziative avviate con la programmazione 2014-2022.
Cambiano i parametri
I principali elementi di novità sono i seguenti: a) viene predisposta un’unica relazione nazionale invece che 21 relazioni regionali; b) la relazione include l’attuazione degli interventi del primo pilastro; c) alla luce delle implicazioni del New Delivery Model, viene messa in maggiore evidenza l’attuazione della politica attraverso l’utilizzo degli indicatori di monitoraggio fisico (indicatori di risultato).
In termini finanziari, nel 2024 il Psp ha fatto registrare erogazioni ai beneficiari della Pac per oltre 4,7 miliardi di euro, pari a circa il 15% del programmato 2023-2027. Di questi, il 70% è da ricondurre ai Pagamenti diretti del primo pilastro, il 22% allo sviluppo rurale e il circa 8% si riferisce a risorse finanziarie erogate nell’ambito degli interventi settoriali (ex Ocm).
Pagamenti diretti
Con una spesa totale di oltre 3,3 miliardi di euro, gli interventi dei pagamenti diretti hanno interessato, nel complesso, oltre 700.000 beneficiari, una superficie di oltre 10,3 milioni di ettari (da ricondurre all’intervento Biss – pagamento di base, Criss – Pagamento ridistributivo, CIS-YF- pagamento ai giovani agricoltori, Ecoschemi a superficie e il sostegno accoppiato per le produzioni vegetali), oltre 5,6 milioni di Uba (afferenti all’Ecoschema 1) e infine circa 4 milioni di capi di animale pagati per il sostegno accoppiato per la zootecnia (tab. 1).
Considerando tutti gli interventi dei pagamenti diretti, il pagamento medio ad ettaro è stato pari a 348 euro, di cui il pagamento di base (Biss), legato ai Titoli Pac, come valore medio, si è attestato a 161 €/ha. Il pagamento ridistributivo ha interessato 650mila aziende che presentano una superficie inferiore ai 50 ha e prevede un sostegno aggiuntivo solo per i primi 14 ha. La superficie media delle aziende beneficiarie della Pac si attesta a 14,8 ha e, dai dati dell’Apr 2024 si evidenzia, come per le aziende più piccole della suddetta media, il sostegno è stato di 386 €/ha (superiore quindi alla media nazionale pari a 348 €/ha), favorendo così una distribuzione più equilibrata delle risorse dei pagamenti diretti tra piccole aziende e aziende di grandi dimensioni, raggiungendo quindi gli obiettivi previsti dalla normativa Ue.
In merito al sostegno complementare per i giovani agricoltori, i dati di spesa riflettono una minore richiesta, rispetto alle attese, in termini di nuove domande ed ettari richiesti a pagamento.
Gli ecoschemi, che rappresentano una delle più importanti novità della riforma della Pac post 2020, per rispondere alle sfide ambientali, climatiche e di benessere animale, sono stati inseriti nel I Pilastro come strumento di “premialità”, volti a compensare gli agricoltori per l’assunzione di impegni volontari orientati alla sostenibilità climatica e ambientale aggiuntivi rispetto a quelli già previsti dalla condizionalità rafforzata. Essi rappresentano un elemento fondamentale della cosiddetta “Architettura verde della Pac 2023-2027”, da attuare in modo sinergico con gli interventi agro-climatico-ambientali afferenti al II Pilastro. Considerata la novità dello strumento e l’impatto del nuovo approccio per gli agricoltori, i risultati raggiunti hanno mostrato un importante interesse da parte del mondo produttivo agricolo e zootecnico ed un livello di attuazione molto vicino alle attese (tab. 2).
Il livello di adesione è stato positivo, ed ha interessato quasi metà delle superfici potenzialmente ammissibili. Il volume delle adesioni raggiunto avvalora il forte sforzo di progettazione messo in atto per uno strumento nuovo che, pur disciplinando pratiche agricole a livello nazionale, è stato predisposto in modo da potersi attuare in contesti molto differenziati e diversificati dal punto di vista sia produttivo che pedoclimatico.
Interventi settoriali
Per quanto attiene gli interventi settoriali sono state erogate risorse a valere su tutti i cinque settori programmati. La spesa registrata è stata di 397 mln di euro, da ricondurre nella gran parte a due settori, ovvero agli interventi collegati al settore vitivinicolo e a quello ortofrutticolo che insieme hanno assorbito circa l’89% della spesa. In realtà la spesa effettivamente erogata per progettualità concluse, di pertinenza dell’Apr, ammonta a euro 221,1 milioni mentre oltre 176 milioni erogati rappresentano prevalentemente anticipi che andranno ad essere inseriti nelle relazioni annuali future. Ad esempio, la spesa per il settore ortofrutticolo afferisce a 29 programmi esecutivi delle Op/Aop attuati nel corso del 2023 e rendicontati durante il 2024 (tab. 3).
Sviluppo rurale
L’attuazione degli interventi dello sviluppo rurale ha determinato una spesa erogata per oltre un miliardo di euro di spesa pubblica, pari al 6,6% del totale programmato 2023-2027 e al 69,6% della spesa prevista per l’anno 2024. Nel complesso, attraverso gli avvisi pubblici, sono stati avviati interventi per euro 7,6 miliardi, pari al 49,3% del totale spesa pubblica programmata per il periodo 2023-2027. Nel complesso questi numeri evidenziano una situazione piuttosto positiva in merito alla capacità delle singole amministrazioni nazionale/regionali/provinciali, di raccogliere la sfida del Psp in un contesto in cui l’attuazione dei Psr 2014-2022 è ancora in essere.
È importante sottolineare come la spesa per gli interventi a superficie e a capo rappresenti oltre il 67% del totale erogato mentre il valore della spesa per gli interventi per la gestione del rischio (con particolare riferimento alle assicurazioni agevolate) raggiunge il 31% del totale. I due gruppi di interventi sopra citati rappresentano quindi il 98% della spesa effettuata nell’anno finanziario 2024.
Gli interventi relativi agli investimenti, giovani, scambio di conoscenze e cooperazione mostrano, invece, livelli di spesa piuttosto bassi. Tale risultato, apparentemente deludente, va comunque valutato alla luce del fatto che interventi analoghi sono ancora in attuazione attraverso i Psr 2014-2022 e che gli stessi, tra l’altro, stanno registrando volumi di spesa importanti. In sostanza, nel 2024 (e lo stesso accadrà per tutto il 2025) i fabbisogni territoriali in materia di investimenti stanno trovando soddisfazione attraverso il plafond finanziario della vecchia fase di programmazione. Solo a partire dal 1° gennaio 2026 il Psp contribuirà in maniera decisiva al sostegno per gli investimenti in agricoltura e nelle aree rurali.
Tra gli interventi Sra le erogazioni più consistenti hanno riguardato l’agricoltura biologica (adozione e mantenimento), con circa 200 milioni di euro, seguita dalla produzione integrata con 85 milioni di euro e dall’intervento dedicato al benessere animale con oltre 57 milioni di euro. Gli interventi riguardanti le cosiddette indennità compensative hanno visto la maggiore spesa per il sostegno alle zone con svantaggi naturali di montagna con oltre 185 mln di euro di spesa erogata (tab. 4).
Regioni e sfide
Occorre considerare che l’Apr rispecchia la struttura del Psp e quindi non rende piena evidenza dell’attuazione a livello di singola Regione/Provincia autonoma se non per il livello di spesa all’interno dei singoli interventi. Di fatto l’Apr 2024 contiene, tra l’altro, l’esito finanziario del primo anno di attuazione degli interventi dei Csr, in un contesto in cui le autorità di gestione regionali e provinciali sono contemporaneamente impegnate nell’implementazione dei Psr 2014-22.
Per poter apprezzare l’eccezionalità del livello di risorse che stanno confluendo sui territori si evidenzia la spesa per Regione/Provincia autonoma erogata nell’anno 2024 nell’ambito dei Psr 2014-22 e dei Csr 2023-27 (tab. 5).
Se si considera che mediamente la programmazione 2014-22 presenta una spesa media annua di circa 2,3 miliardi di euro, i 3,5 miliardi spesi durante il 2024 evidenziano il forte impegno delle Amministrazioni coinvolte (Regioni, Province autonome e Organismi pagatori). Infatti, occorre tener presente che il 31 dicembre 2025 rappresenta la data ultima per l’erogazione delle spese dei Psr 2014-2022 ma anche la prima scadenza per il disimpegno automatico del Psp 2023-2027. Da ciò emerge la particolare sfida a cui le Amministrazioni sono chiamate a rispondere: agevolare la capacità dei territori di assorbire tutte le risorse pubbliche disponibili. Infatti, gli interventi strutturali (es. investimenti), necessitano di un’adeguata tempistica per la pianificazione e programmazione prima di essere attuati a livello aziendale e/o territoriali e, richiedono altresì enormi sforzi a livello economico da parte dei beneficiari per reperire le risorse di cofinanziamento privato (con capitale proprio e/o prestiti bancari).

Volendo indagare la capacità di spesa delle amministrazioni in base agli avanzamenti delle due programmazioni rispetto alla dotazione totale programmata dei Psr per il periodo 2014-22 e dei Csr per il 2023-27, derivanti dalle dichiarazioni di spesa degli organismi pagatori, si sottolinea come gran parte della spesa residua ancora da erogare afferisce a progetti a “investimento” che si auspica vedranno una conclusione nel corso del 2025. Invece nell’ambito della spesa dei Csr gran parte della spesa è imputabile agli interventi a “superficie” (fig. 1 e fig. 2).
Tra gli addetti ai lavori si registra un elevato grado di consapevolezza sui rischi e sulle opportunità in corso, l’impegno delle amministrazioni e dei territori è ai massimi livelli, i dati di spesa sopra riportati mostrano che le macchine sono in moto e marciano a regime: la sfida non è stata sottovalutata e gli obiettivi non sono al di fuori della nostra portata. L’Italia è ancora in gioco.
Un gruzzolo da 37 miliardi
La dotazione finanziaria del Psp dell’Italia è di circa 37 miliardi di euro. I pagamenti diretti rappresentano la parte prevalente, 17,6 miliardi di euro, mentre lo stanziamento del Psp relativo allo sviluppo rurale ammonta a circa 16 miliardi (comprensivi di cofinanziamento nazionale), di cui oltre tre gestiti dal Masaf per interventi collegati alla gestione del rischio e alla rete Pac, e circa 13 miliardi gestiti da Regioni e Province autonome attraverso i Complementi di sviluppo rurale (Csr). Infine, oltre tre miliardi di euro sono destinati agli interventi settoriali (ortofrutticolo, vitivinicolo, olivicolo-oleario, apistico e pataticolo).










