Mentre a Lussemburgo si apre l’ultimo Consiglio Agrifish sotto la presidenza polacca, a Bruxelles esplode la tensione. La Pac, per decenni cuore pulsante dell’integrazione europea, è oggi al centro di uno scontro politico senza precedenti. A preoccupare il mondo agricolo non sono solo le transizioni ecologiche o la burocrazia, ma l’ombra incombente di un taglio al bilancio Ue post-2027. La proposta, non ancora ufficializzata, prevede che la Pac venga inglobata in un fondo unico nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (MFF). Una mossa che molti considerano una minaccia diretta alla sua sopravvivenza.
La risposta del mondo agricolo: “No security without Cap”
È in questo clima di incertezza che il 19 giugno, a Bruxelles, Copa e Cogeca — le due principali organizzazioni europee degli agricoltori e delle cooperative — hanno lanciato la prima petizione europea nella storia della Pac. L’obiettivo è chiaro: scongiurare la dissoluzione della Pac in un fondo indistinto, rivendicando un bilancio dedicato e rafforzato.
Il messaggio è tanto semplice quanto potente: “La sicurezza europea comincia dalla sicurezza alimentare”. Secondo i promotori, l’approccio che la Commissione sta perseguendo contraddice sia la storia della Pac che le sue stesse dichiarazioni sul ruolo strategico dell’agricoltura. Durante una “flash action” svoltasi a maggio in oltre 20 Stati membri, agricoltori e cooperative avevano già lanciato l’allarme.
“Da una parte la Commissione ci dice che l’agricoltura è una priorità. Ma nei fatti ci sta preparando un bilancio che riduce i fondi, che snatura la Pac e che arriva in piena stagione di raccolta, a luglio, senza chiarezza né consultazione. È inaccettabile”, ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Copa.
Le quattro richieste della petizione
Sul sito della petizione Copa e Cogeca sintetizzano le loro rivendicazioni in quattro punti:
- Bilancio dedicato e aumentato: La Pac deve mantenere una voce autonoma e indicizzata all’inflazione nel prossimo bilancio UE. Inserirla in un fondo unico significherebbe metterla in competizione con altre politiche, aumentando l’incertezza e minacciando la sopravvivenza stessa degli agricoltori europei.
- Difendere la “C” della Pac: La “C” sta per Common. Rinazionalizzare la politica agricola significherebbe frammentare il mercato unico, creare disuguaglianze e destabilizzare le economie rurali.
- Mantenere l’architettura a due pilastri: La struttura che unisce pagamenti diretti e sviluppo rurale (Eagf ed Eafrd) è essenziale. Fonderla con altre politiche metterebbe a rischio investimenti di lungo periodo, innovazione e sostenibilità.
- No a riforme senza risorse certe: Le riforme vanno costruite su basi finanziarie solide e trasparenti, con consultazioni reali. Proposte affrettate e senza valutazioni d’impatto rischiano di compromettere l’intero modello agricolo europeo.
Per Lennart Nilsson, presidente di Cogeca, “il bilancio europeo è prima di tutto una questione di volontà politica. In un mondo instabile, l’agricoltura è un elemento stabilizzatore. Non possiamo metterla a rischio con scorciatoie di bilancio.”
Bruxelles tra visioni inconciliabili e scadenze imminenti
La petizione arriva in un momento di forte stallo politico. Al recente vertice dell’European Board on Agriculture & Food (Ebaf), svoltosi il 19-20 giugno, ambientalisti, organizzazioni agricole e Commissione non sono riusciti a trovare un accordo su un testo comune per la riforma della Pac. Lo scontro tra chi chiede maggiori vincoli ambientali e chi difende il reddito degli agricoltori si è rivelato insanabile. Il documento guida – che proponeva una riforma basata su bilancio solido, sostegni mirati, incentivi ecologici e tutela dell’unicità della Pac – è stato accantonato dopo ore di discussione.
Nel frattempo, la presidenza polacca ha formalmente chiesto di rinviare la pubblicazione del testo legislativo sulla nuova Pac, previsto dalla Commissione per il 16 luglio, proprio in coincidenza con il nuovo pacchetto MFF. «Serve tempo per un confronto politico maturo e rispettoso delle istituzioni», ha dichiarato il ministro Siekierski, ottenendo l’appoggio informale di molti Stati membri.
Agrifish e il calendario che incombe
Il Consiglio Agrifish del 23-24 giugno rappresenta l’ultimo appuntamento formale prima della presidenza danese. Oltre alla proposta di semplificazione delle regole, si discuterà di filiera alimentare, vitivinicolo, benessere animale, nuove tecniche genetiche e monitoraggio forestale.
Ma a preoccupare davvero sono le tempistiche: se la Commissione confermasse la pubblicazione della proposta Pac per metà luglio, nel pieno della stagione agricola, molti temono che manchino le condizioni per un confronto equo e inclusivo.
La Pac tra passato e futuro
La Pac è difronte ad un momento decisivo. Tra chi vuole mantenerla come strumento centrale di coesione europea e chi la vorrebbe ridimensionare o ristrutturare, il tempo delle mezze misure è finito. Con la raccolta firme già partita e attiva per tutta l’estate, Copa e Cogeca invitano tutte le realtà agricole europee a mobilitarsi.
Il futuro dell’agricoltura europea — e della sua capacità di garantire cibo, sostenibilità e coesione sociale — si gioca ora. E stavolta, non ci sarà una seconda possibilità.










