Mercosur, suoli, semplificazione: Europa agricola al bivio tra regole e competitività

mercosur
Europa agricola tra diplomazia commerciale, sfide ambientali e nuove regole: dai negoziati con i paesi sudamericani al nodo Pac, passando per suoli, biologico e semplificazione normativa. Una partita decisiva per la competitività del settore primario europeo

C’è un filo rosso che unisce i principali dossier sul tavolo del Consiglio Agrifish di Lussemburgo: la consapevolezza che il settore primario europeo non può più permettersi politiche scollegate dai mercati e dalle esigenze reali delle imprese. L’Europa agricola si trova a un punto di svolta. Dopo anni di riforme a forte impronta ambientale, Bruxelles si scontra con la necessità di riequilibrare sostenibilità e redditività, semplificare regole spesso ingestibili e difendere la qualità delle produzioni davanti a una concorrenza globale sempre più agguerrita. È una sfida che non riguarda solo le risorse, ma la visione stessa del modello agricolo europeo: aperto al mondo, ma protetto da regole chiare e condivise.

Mercosur: opportunità e timori di un accordo strategico

Al centro del dibattito torna l’accordo commerciale con il Mercosur, sospeso tra ambizioni geopolitiche e paure del mondo agricolo. La missione del Commissario europeo all’Agricoltura Christophe Hansen in Brasile ha riacceso il confronto: da un lato la volontà di costruire un partenariato su scala continentale, dall’altro la necessità di garantire reciprocità negli standard produttivi.

«Vogliamo un commercio aperto, ma leale. Le nostre denominazioni d’origine e i nostri produttori meritano rispetto e tutele equivalenti», ha dichiarato Hansen durante la visita a San Paolo.

Dietro la retorica delle opportunità — un mercato potenziale di 700 milioni di consumatori — si nasconde una tensione reale: le organizzazioni agricole temono una concorrenza a basso costo da parte dei Paesi sudamericani, dove i vincoli ambientali e fitosanitari sono spesso più deboli.

L’Unione europea punta a ottenere clausole di reciprocità vincolanti e garanzie sulle geographical indications, per evitare che il vino, i formaggi o l’olio d’oliva europei finiscano in un mercato senza regole.

Suoli europei: direttiva per misurare la salute della terra

Il Parlamento ha approvato la nuova direttiva sul monitoraggio dei suoli, un passo cruciale verso la resilienza ambientale.

La norma — che non impone obblighi diretti agli agricoltori ma vincola gli Stati membri a dotarsi di sistemi informativi e reti di monitoraggio — segna un cambio di paradigma: prima di imporre vincoli, Bruxelles vuole misurare e conoscere.

L’obiettivo è ambizioso: suoli sani entro il 2050, in linea con la Strategia per la biodiversità e la Mission Soil Health and Food.

«Senza dati affidabili non c’è politica ambientale efficace», ha ricordato Jessika Roswall, Commissaria europea per l’Ambiente, l’Economia circolare e la Resilienza idrica. «Questa direttiva non è una minaccia per gli agricoltori, ma uno strumento di conoscenza per valorizzare chi cura il territorio.»

La direttiva sui suoli in sintesi
  • Obiettivo: garantire suoli sani in tutta l’Ue entro il 2050
  • Strumenti: sistemi di monitoraggio nazionali e banca dati europea
  • Destinatari: Stati membri (non gli agricoltori direttamente)
  • Finalità: misurare erosione, compattazione, perdita di carbonio e contaminazione
  • Prossima tappa: approvazione formale in Consiglio entro fine anno

Agricoltura biologica: il logo Ue tra coerenza e credibilità

Parallelamente, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla revisione delle norme che regolano il biologico. L’obiettivo dichiarato è semplificare, chiarire e armonizzare un quadro giuridico che negli ultimi anni si è fatto complesso e disomogeneo tra Stati membri.

Le questioni più delicate riguardano le regole di equivalenza per le importazioni, spesso criticate per la scarsa trasparenza sui controlli dei prodotti extracomunitari; le disposizioni per i piccoli produttori, che chiedono iter più snelli e meno costosi; e le norme su allevamenti e disinfezione, dove servono criteri uniformi.

La Commissione ha ribadito che difendere il logo biologico europeo significa difendere la fiducia del consumatore e che la revisione punta a garantire regole chiare, coerenti e omogenee per tutti gli operatori della filiera.

Biologico: i nodi aperti della riforma
  • Equivalenza per i Paesi terzi
  • Micro-produttori e semplificazione degli iter di certificazione
  • Uniformità delle norme per allevamento e igiene
  • Chiarezza sui criteri di etichettatura
  • Revisione entro la metà del 2026

Pac e semplificazione: il trilogo che si arena

Il tema più politico resta quello della semplificazione della Pac. Dopo mesi di pressioni da parte del settore e dei governi, il trilogo tra Consiglio, Parlamento e Commissione si è arenato senza un accordo, con uno scontro istituzionale sulle priorità da adottare.

Il Parlamento ha affidato la posizione sul pacchetto di semplificazione al relatore André Rodrigues (S&D, Portogallo), che ha guidato i lavori della commissione Agri e la fase delle proposte emendative in vista del voto in plenaria. Sul tavolo ci sono misure attese dagli agricoltori, come la riduzione degli oneri di controllo, la flessibilità per i piccoli appezzamenti e l’alleggerimento dei requisiti ambientali. Il rinvio rischia di tradursi in ulteriori ritardi nell’erogazione dei pagamenti e nell’applicazione delle misure nazionali, alimentando frustrazione tra le imprese.

«Semplificare non significa indebolire la Pac, ma renderla funzionale alla realtà delle aziende», osservano fonti del Consiglio. «Il rischio è che la burocrazia finisca per erodere la fiducia stessa nelle istituzioni europee.»

Draghi: federalismo pragmatico anche per l’economia reale

Nel dibattito europeo di queste settimane si inseriscono anche le parole pronunciate da Mario Draghi in occasione della consegna del Premio Princesa de Asturias, un intervento che, pur di respiro politico generale, tocca nel profondo anche le dinamiche del sistema agroalimentare.

Draghi ha avvertito che «quasi ogni principio su cui si fonda l’Unione è oggi sotto attacco», dal multilateralismo alla fiducia nei mercati aperti.

Di fronte al ritorno del protezionismo e delle azioni unilaterali, l’ex premier italiano ha proposto un “federalismo pragmatico”, basato su coalizioni tematiche di Stati membri in grado di agire più rapidamente su politiche strategiche comuni — dalla difesa all’energia, fino alla produzione alimentare e alle tecnologie.

«L’Europa deve imparare a muoversi per obiettivi e non per vincoli. Serve un nuovo metodo, non solo nuove risorse», ha affermato.

Un messaggio che parla anche al mondo agricolo: se l’Unione vuole restare competitiva nel cibo, nella sostenibilità e nell’innovazione, deve ridurre la frammentazione decisionale e dotarsi di strumenti industriali comuni, capaci di sostenere la ricerca, la digitalizzazione delle filiere e la transizione verde.

Le parole di Draghi risuonano come un invito a superare la paralisi dei compromessi e a immaginare una Pac e una politica commerciale davvero europee — non come somma di interessi nazionali, ma come pilastri di una nuova autonomia economica condivisa.

Tra ambizione e pragmatismo: Europa alla prova della coerenza

Il filo che unisce questi dossier — Mercosur, suoli, biologico e Pac — è la ricerca di una nuova coerenza europea.

La transizione ecologica, per essere credibile, deve essere accompagnata da strumenti economici praticabili; la competitività, per essere sostenibile, deve poggiare su regole condivise e verificabili.

L’Europa agricola è davanti a una scelta: vuole essere leader mondiale del cibo di qualità e sostenibile, o rischia di trasformarsi in un laboratorio di regole che altri non rispettano?

Il futuro della Pac e dei rapporti commerciali dipenderà dalla risposta a questa domanda.

E forse è giunto il momento di ricordare che la sostenibilità senza redditività non dura, ma anche che il mercato senza regole non protegge nessuno.

Trovare il punto di equilibrio è la vera missione politica dell’agricoltura europea nei prossimi anni.

Mercosur, suoli, semplificazione: Europa agricola al bivio tra regole e competitività - Ultima modifica: 2025-10-27T10:14:24+01:00 da Simone Martarello

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome