Nuova Pac e sfide globali: tempesta sull’agricoltura

Nuova Pac
Dazi Usa, guerra in Ucraina, trattati con il Sudamerica e il nodo del bilancio post-2027. L’Europa agricola affronta una stagione cruciale, tra strategie incerte e minacce alla competitività del made in Italy

A Bruxelles la tensione è palpabile. Il lancio ufficiale della nuova Pac e del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (MFF) post-2027, attesi per il 16 luglio, rischiano di ridefinire radicalmente le politiche agricole dell’Unione. L’ipotesi di un fondo unico europeo – che accorpi agricoltura, coesione e ricerca – viene percepita da molti come una minaccia più che un’opportunità. Paolo De Castro, già ministro e voce autorevole dell’agroalimentare europeo, non usa mezzi termini: «È incomprensibile pensare di rinazionalizzare la Pac. Così perdiamo coesione, quando servirebbe più Europa, più coraggio, più azione». Il paragone con la spesa militare è emblematico: «Destiniamo appena l’1% del Pil alle politiche comuni, mentre per la difesa i paesi Ue si sono impegnati ad arrivare al 5% nella Nato».

La preoccupazione è condivisa dal Copa-Cogeca, che in una lettera indirizzata al premier polacco Donald Tusk denuncia il rischio di “diluire” la Pac in una cornice indistinta e indebolita. I due pilastri storici – pagamenti diretti e sviluppo rurale – rischiano di essere assorbiti in una logica di condizionalità e performance, che guarda più a Bruxelles che alle campagne del Vecchio Continente.

Intanto, si affaccia anche il timore di possibili tagli pesanti: si parla di una riduzione del 14%, che sommata alla proposta di fondo unico, potrebbe disarticolare il sostegno agli agricoltori. «È un gioco impari – osserva De Castro – se non si accetta il debito comune, vince chi ha più risorse, come la Germania con i suoi mille miliardi per la difesa e il rilancio dell’economia».

Nel frattempo, arriva una notizia attesa da anni: la Commissione ha dato il via libera all’utilizzo flessibile dei fondi di coesione e del Pnrr per finanziare opere irrigue. Una risposta concreta alla crisi climatica che, unita a un piano invasi europeo, potrebbe essere un primo passo verso una strategia di adattamento strutturale.

Accordo Ue-Ucraina: più accesso, ma con cautela

Sul fronte del commercio internazionale, il 4 luglio la Commissione ha svelato i nuovi contingenti tariffari (Trq) per l’Ucraina, nel quadro della revisione dell’accordo di libero scambio (Dcfta). Si tratta di una liberalizzazione mirata, con aumenti significativi per grano (+300 mila tonnellate), mais, miele (+483%), zucchero (+400%) e uova (+200%). Prodotti meno sensibili – come latte fermentato, funghi e preparazioni alimentari – saranno completamente liberalizzati.

L’obiettivo dichiarato è duplice: sostenere l’economia ucraina e offrire stabilità agli operatori europei. Ma i paletti sono chiari: Kiev dovrà progressivamente allinearsi agli standard Ue in materia di agrofarmaci, benessere animale e sicurezza alimentare entro il 2028. Previsto anche un meccanismo di salvaguardia attivabile in caso di danni al mercato europeo.

Nonostante queste tutele, l’intesa è stata accolta con freddezza dal mondo agricolo ucraino. L’Ucab – il principale sindacato agrario – ha definito l’accordo “un passo indietro” rispetto ai livelli di liberalizzazione raggiunti durante la guerra, lamentando l’assenza di strumenti reali per affrontare le difficoltà logistiche e commerciali legate al conflitto.

Accordo Ue-Ucraina: principali aumenti nei contingenti tariffari

Prodotto

Quota attuale

Nuova quota

Frumento 1.000.000 t 1.300.000 t
Mais 650.000 t 1.000.000 t
Zucchero bianco 20.070 t 100.000 t
Uova e albumina 6.000 t 18.000 t
Miele 6.000 t 35.000 t
Latticini trasformati 10.000 t 15.000 t
Latte fermentato e funghi 2.000 t Liberalizzati

 

Mercosur e dazi Usa: doppia minaccia all’agroalimentare europeo

Se l’est Europa preoccupa, il Sud del mondo fa ancora più paura. Il trattato con il Mercosur è tornato sul tavolo del Comitato Politico Commerciale il 3 luglio, accompagnato da un’analisi d’impatto che ha riacceso le tensioni. Le organizzazioni agricole europee denunciano da anni l’asimmetria normativa tra le produzioni europee e quelle sudamericane, accusando la Commissione di sacrificare settori chiave – come zucchero, manzo, pollame e uova – sull’altare del libero scambio.

Nel frattempo, sull’altra sponda dell’Atlantico, incombe l’ombra dei dazi statunitensi. Le minacce di Donald Trump di introdurre nuove tariffe del 17% sui prodotti agroalimentari europei potrebbero costare fino a 2 miliardi di euro all’export italiano. Il parmigiano reggiano, che oggi paga già un dazio del 25%, è arrivato a costare 70 dollari al chilo in alcuni punti vendita di New York. La pasta potrebbe salire al 27%. «Un colpo durissimo – spiega De Castro –perché il mercato americano non è sostituibile: vale 8 miliardi di euro, secondo solo alla Germania».

Dietro le minacce, però, si cela anche la tattica. «Trump potrebbe usare questi annunci come leva negoziale», osserva l’ex europarlamentare. E non va sottovalutata l’interdipendenza economica: nel caso dei formaggi, oltre il 60% del valore generato resta in mano americana. Anche per questo, De Castro auspica un ruolo attivo della diplomazia bilaterale, sottolineando come i rapporti personali – come quello tra Meloni e Trump –possano contribuire a rafforzare il commissario Sefcovic nelle trattative.

Sfide globali e scelte politiche, l’Ue deve ritrovare la rotta

In un’Europa agricola alle prese con dazi, accordi squilibrati e riforme incerte, il rischio è quello di smarrire la bussola della coesione. Il combinato disposto di minacce esterne e fragilità interne impone una riflessione profonda sulla direzione da prendere. Serve una Pac all’altezza delle sfide, una strategia commerciale più equilibrata e un’Europa capace di difendere i propri settori strategici senza rinunciare al proprio modello agricolo.

Le parole d’ordine per Bruxelles sono tre: coerenza, coraggio e visione. Senza queste, il rischio è che i trattori tornino davvero in strada. E questa volta, non solo in segno di protesta.

Nuova Pac e sfide globali: tempesta sull’agricoltura - Ultima modifica: 2025-07-07T10:27:33+02:00 da Simone Martarello

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