Un taglio netto alla burocrazia, più flessibilità per i piccoli agricoltori e strumenti concreti per affrontare crisi e cambiamenti climatici: la Commissione europea ha presentato al Consiglio Agrifish il primo pacchetto di semplificazione della Pac, adottato ufficialmente lo scorso 14 maggio. Una mossa che intende ridare slancio alla competitività del settore agroalimentare europeo, alle prese con una crescente insoddisfazione da parte degli agricoltori.
Durante la riunione dei ministri dell’agricoltura, che si è svolta lunedì 27 maggio a Bruxelles sotto la presidenza belga di turno del Consiglio Ue, il commissario all’Agricoltura Christophe Hansen ha illustrato in dettaglio le misure previste. L’obiettivo è chiaro: «Ridurre costi e carichi amministrativi, per rispondere con pragmatismo alle richieste di chi lavora nei campi», ha detto Hansen.
Via la zavorra: meno controlli, più semplicità
Il pacchetto presentato prevede modifiche concrete e quantificabili. Secondo la Commissione, le misure potrebbero tradursi in risparmi per 1,58 miliardi di euro l’anno per gli agricoltori e 210 milioni per le amministrazioni nazionali. Tra gli interventi principali:
- Introduzione di un pagamento forfettario semplificato per i piccoli agricoltori, con esonero dagli obblighi di condizionalità e accesso facilitato agli ecoschemi;
- Nuovo contributo una tantum da 50.000 euro per sostenere lo sviluppo d’impresa, con un focus su giovani agricoltori e piccole aziende;
- Riduzione dei controlli: un unico controllo annuo per azienda agricola e maggiore interoperabilità dei database per evitare duplicazioni;
- Maggiore flessibilità nella gestione delle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (Bcaa), in particolare:
◦ Bcaa 1: gestione delle superfici permanenti
◦ Bcaa 2: tutela delle zone umide e torbiere
◦ Bcaa 7: rotazione delle colture
◦ Bcaa 8: mantenimento di elementi non produttivi - Eliminazione del sistema di performance clearance annuale: solo le modifiche strategiche dei Piani saranno esaminate dalla Commissione.
Stop alle proteste, ma l’insoddisfazione resta
Le proteste del mondo agricolo che hanno scosso l’Europa tra fine 2023 e inizio 2024 si sono placate, ma il malessere resta. Hansen lo ha ribadito: «Ho visitato 16 Stati membri, e tutti mi hanno detto le stesse cose: troppa complessità, poca concretezza». Il messaggio è stato raccolto, e il pacchetto risponde anche alle criticità espresse da più fronti, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa.
La Pac post-2027 nel mirino
Nel frattempo, lo sguardo va già oltre. I ministri hanno espresso forti preoccupazioni per la mancanza di chiarezza sul futuro bilancio agricolo nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale post-2027. In molti temono che la Pac possa essere assorbita in un “fondo unico”, perdendo la sua identità e con il rischio di maggiori disuguaglianze tra Stati membri.
A prendere posizione sono stati in particolare i ministri di Grecia, Francia, Italia e dei Paesi baltici, con richieste esplicite di:
- mantenimento del modello a due pilastri (pagamenti diretti e sviluppo rurale);
- finanziamento adeguato e stabile, indicizzato all’inflazione;
- rifiuto della “nazionalizzazione” della politica agricola.
I prossimi passaggi
Il pacchetto semplificazioni approvato dalla Commissione sarà ora al centro dei lavori tecnici del Consiglio e del Parlamento. Il 6 giugno si riuniranno in seduta congiunta il Comitato Speciale Agricoltura (SCA) e il gruppo Antici per esaminare i dettagli. Il tema tornerà anche alla prossima riunione del Consiglio Agrifish del 24 giugno.
Nel frattempo, Hansen ha annunciato un secondo pacchetto di semplificazioni entro fine anno, che riguarderà anche normative extra-Pac, come i prodotti fitosanitari di origine biologica.
Dopo mesi di tensioni, Bruxelles sceglie la via del dialogo e della concretezza. «Non una rivoluzione – ha detto Hansen – ma un’evoluzione necessaria». Un segnale di apertura, che potrebbe fare da apripista per la riforma Pac del prossimo ciclo, nel segno di una maggiore flessibilità e sostenibilità reale, non solo a parole.