Pac: “Due pilastri e più risorse per il futuro dell’agricoltura europea”

agricoltor
Una lettera firmata da 20 ministri dell’Agricoltura dell’Ue chiede alla Commissione una Pac strategica, autonoma e sufficientemente finanziata. In gioco il ruolo stesso dell’Europa nei territori e nei mercati

Una lettera congiunta firmata da 20 ministri dell’Agricoltura dell’Ue chiede alla Commissione una Pac strategica, autonoma e sufficientemente finanziata. In gioco il ruolo stesso dell’Europa nei territori e nei mercati. In Europa l’agricoltura torna al centro del dibattito politico. Dopo il Parlamento europeo, ora è la volta del Consiglio a far sentire la propria voce sulla futura Pac. E non si tratta di un timido sussurro: ben venti Stati membri tra cui l'italia (Austria, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Slovenia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Romania), hanno sottoscritto una dichiarazione comune, inviata il 3 giugno al Commissario al Bilancio Piotr Serafin, per ribadire con forza che la Pac deve restare strutturata su due pilastri e disporre di un bilancio adeguato per affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali che gravano sul settore.

Il documento, dal titolo “The Future of the Common Agricultural Policy – Towards an Independent & Strategic Cap for the Next Multiannual Financial Framework”, è accompagnato da una lettera del ministro spagnolo Luis Planas, che parla di “un impegno condiviso per mantenere una Pac autonoma, indipendente e strategica” nel prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp). Entrambi i testi sono stati trasmessi anche al Commissario all’Agricoltura Christophe Hansen.

Perché difendere l’architettura a due pilastri

Nel cuore del messaggio politico c’è la difesa dell’attuale struttura della Pac, quella che dal 1992 distingue tra Pilastro 1 (pagamenti diretti e misure di mercato) e Pilastro 2 (sviluppo rurale). Una suddivisione che, secondo i firmatari, continua a rappresentare “un quadro equilibrato e coerente”, capace di rispondere sia alle esigenze di stabilità economica che alle trasformazioni ambientali e sociali.

“Il Primo Pilastro resta vitale per fornire un sostegno diretto completamente finanziato dall’UE e per garantire la stabilità del mercato a tutti gli agricoltori, specialmente nel contesto geopolitico attuale”, si legge nella dichiarazione.

Il riferimento è chiaro: la guerra in Ucraina, l’inflazione, l’aumento dei costi di produzione e le incertezze sui mercati internazionali hanno messo in difficoltà migliaia di imprese agricole. In questo scenario, una Pac priva di strumenti rapidi e uniformi di sostegno rischierebbe di diventare inadeguata.

Ma è il Secondo Pilastro a ricevere un’attenzione particolare nella lettera dei ministri:

“Svolge un ruolo chiave nel rispondere ai trend demografici nelle aree rurali, nel promuovere lo sviluppo locale, gli investimenti per modernizzare le aziende, le infrastrutture rurali, la protezione ambientale e l’innovazione”.

La richiesta: più risorse, più autonomia, più futuro

I venti firmatari parlano anche di risorse. La Pac, spiegano, “deve poggiare su un bilancio sufficiente” per restare credibile e coerente con gli obiettivi dell’Unione: la sovranità alimentare, l’azione per il clima, la coesione territoriale e l’adozione di tecnologie sostenibili.

“Serve una Pac autonoma da altre politiche Ue, ben finanziata, con regole comuni che garantiscano una concorrenza leale nel mercato interno”, si legge ancora nel testo, che invita la Commissione a presentare una proposta in grado di riflettere la Vision for Agriculture and Food, già delineata a Bruxelles nei mesi scorsi.

È chiaro che il messaggio punta anche a evitare una deriva eccessivamente “green” o burocratica, chiedendo piuttosto una Pac che sia “orientata al futuro, resiliente e autonoma”, capace di includere agricoltori, territori e cittadini.

Commissione verso la proposta: mediazione o rottura?

La tempistica è cruciale. La Commissione è attesa a presentare il nuovo pacchetto di riforma intorno al 16 luglio, ma non è escluso un rinvio, legato sia alla mancanza di certezze sui numeri del bilancio post-2027, sia alla necessità di mediare con Parlamento e Consiglio.

A rendere più fluido (e forse più incerto) il quadro, anche il collegamento con il possibile accordo Ue-Mercosur, spinto dal Brasile durante la sua presidenza del blocco da luglio: un tema che divide gli Stati membri e che potrebbe influenzare anche i contenuti della Pac, specie sulla concorrenza internazionale.

Semplificare, sì. Ma chi decide?

Intanto si discute anche del pacchetto di semplificazione della Pac. Nella riunione del 6 giugno dello Special Committee on Agriculture (Sca), i delegati hanno espresso ampio sostegno alle proposte tecniche della Commissione, in particolare su:

  • estensione da 5 a 7 anni per la definizione di prati permanenti (aiuto alle rotazioni lunghe);
  • esenzione degli agricoltori biologici da alcune Bcaa;
  • chiarimenti sui corsi d’acqua e sulla possibilità di compensare i costi per la protezione di torbiere e zone umide.

Tuttavia, molti hanno espresso disappunto per il fatto che il pacchetto sia sotto la guida del Consiglio Affari Generali (Gac) e non del Consiglio Agricoltura (Agrifish), il che limita il margine di azione dei Ministri dell’Agricoltura.

Un bivio politico per l’Europa agricola

Quel che è certo è che la posta in gioco è altissima. Se la Commissione dovesse ignorare anche la presa di posizione del Consiglio – dopo quella già molto netta della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo – si rischierebbe una frattura politica significativa su un dossier strategico per l’identità stessa dell’Ue.

In gioco non c’è solo il futuro della Pac, ma il modello agricolo e territoriale che l’Europa intende adottare per affrontare le sfide dei prossimi decenni: clima, sicurezza alimentare, innovazione, equità tra territori.

Una cosa, però, sembra ormai chiara: la Pac non è più un semplice capitolo del bilancio europeo. È diventata il banco di prova di una visione comune – o della sua crisi. E, ancora una volta, saranno i campi d’Europa a pagare il prezzo di una politica che dimentica le sue radici.

Pac: “Due pilastri e più risorse per il futuro dell’agricoltura europea” - Ultima modifica: 2025-06-12T14:36:21+02:00 da Simone Martarello

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome