Pac e bilancio Ue: la riforma che divide l’Europa

Pac
Trattori sfilano nel centro di Bruxelles per protestare contro le politiche agricole dell'Ue (febbraio 2024)
Il grido d’allarme del Copa-Cogeca: “Rischi per sicurezza alimentare e mercato unico”. Ma la partita è ancora tutta da giocare

È un autunno teso a Bruxelles. La proposta della Commissione europea per il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (Mff) e la riforma della Pac ha aperto una frattura profonda tra il mondo agricolo e le istituzioni europee. Il Copa-Cogeca, che rappresenta agricoltori e cooperative di tutta l’Unione, ha bollato il pacchetto presentato il 16 luglio come “inaccettabile e insostenibile”. Secondo l’organizzazione, le misure proposte “mettono a rischio la sicurezza alimentare di 450 milioni di cittadini europei” e la coesione economica del Mercato Unico.

Le dieci “linee rosse”

Nel documento approvato a Bruxelles, il Copa-Cogeca elenca dieci punti critici, vere e proprie “linee rosse” da non oltrepassare. Eccole:

  1. No al Single Fund — Mantenere distinti i due fondi agricoli (Eagf ed Eafrd).
  2. Stop ai tagli — Evitare la riduzione di oltre 80 miliardi di euro nel bilancio PAC 2028–2034.
  3. Difesa della struttura a due pilastri — Salvaguardare la distinzione tra pagamenti diretti e sviluppo rurale.
  4. No alla “nazionalizzazione” della Pac — Evitare politiche agricole frammentate tra Stati membri.
  5. Equità e concorrenza leale — Prevenire distorsioni da capping e degressività.
  6. Dialogo reale — Ripristinare consultazioni strutturate con il settore.
  7. Semplificazione intelligente — Meno burocrazia, senza abbassare gli standard.
  8. Sostegno ai giovani e alle aree svantaggiate — Incentivare il ricambio generazionale.
  9. Coerenza con la transizione verde — Risorse adeguate per innovazione e sostenibilità.
  10. Tutela del Mercato Unico — Difendere competitività e sicurezza alimentare europea.

Per gli agricoltori, questa impostazione mina la dimensione comune della Pac e rischia di creare un mosaico di interventi nazionali frammentati, vanificando decenni di integrazione e solidarietà europea.

Il nodo del metodo: «Siamo stati lasciati al buio»

Alla protesta sui contenuti si aggiunge quella sul metodo.

Il Copa-Cogeca denuncia l’assenza di un confronto preventivo con le rappresentanze agricole e di una valutazione d’impatto pubblica.

«Siamo stati lasciati al buio», ha dichiarato il segretario generale Elli Tsiforou, sottolineando come la proposta sia arrivata «improvvisamente e senza un vero dialogo con chi ogni giorno lavora nei campi”.

Una mancanza che rischia di compromettere la fiducia tra istituzioni europee e mondo agricolo proprio nel momento in cui servirebbe il massimo coinvolgimento.

L’impatto economico: un taglio da 84 miliardi

Il dato più preoccupante resta quello economico. Secondo le simulazioni diffuse dalle organizzazioni agricole, la proposta della Commissione porterebbe la dotazione complessiva della Pac da 384 miliardi di euro nel periodo 2021–2027 a circa 300 miliardi nel 2028–2034, con una perdita di 84 miliardi di euro, pari a oltre il 21% del budget attuale.

Una contrazione che avrebbe conseguenze dirette sui pagamenti agli agricoltori, sui fondi per lo sviluppo rurale e sulle politiche di investimento e innovazione.

Per l’Italia si stimano circa 4,5 miliardi in meno nell’arco del settennio, con una riduzione media dei redditi agricoli dell’8-10% e un forte impatto sui comparti ad alta intensità di lavoro, in particolare zootecnia, ortofrutta e olivicoltura.

A risentirne sarebbero anche i giovani imprenditori agricoli e le aree interne, dove i fondi della Pac rappresentano spesso la principale leva di sviluppo.

Una mobilitazione che punta al dialogo

In diversi Stati membri si moltiplicano le assemblee e le consultazioni tra agricoltori e cooperative. La mobilitazione è diffusa ma ordinata, con una richiesta comune: la PAC va migliorata, non smantellata. Anche le principali organizzazioni nazionali, come Confagricoltura, pur esprimendo forte preoccupazione, insistono sul bisogno di negoziare con la Commissione e con i co-legislatori europei per trovare un compromesso.

L’atteggiamento prevalente è quello della fermezza costruttiva: difendere la politica agricola comune, evitando però rotture che potrebbero rendere il confronto ancora più difficile.

Oltre la crisi: commercio, sostenibilità e sovranità alimentare

La discussione sulla Pac si intreccia con sfide globali sempre più pressanti. La volatilità dei mercati, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e la competizione crescente per le risorse alimentari mettono l’Europa di fronte alla necessità di mantenere una produzione interna forte e sostenibile.

Molti esperti sottolineano che indebolire la PAC in questa fase equivarrebbe a ridurre la capacità dell’Unione di difendere la propria sovranità alimentare, proprio mentre la domanda mondiale di cibo cresce e le emergenze climatiche si moltiplicano.

Una Pac ancora necessaria

Nonostante le critiche, la Pac resta uno strumento essenziale per garantire stabilità, sicurezza alimentare e coesione territoriale. Può e deve essere riformata e adattata alle nuove sfide ambientali ed economiche, ma non può essere messa in discussione nella sua esistenza stessa. La sua storia dimostra che, nei momenti di crisi, la PAC ha saputo evolversi, sostenendo le imprese agricole e assicurando cibo sicuro a prezzi accessibili per i cittadini europei. Il vero obiettivo, oggi, è rafforzarne l’efficacia, non indebolirla.

Un equilibrio ancora da trovare

Il negoziato è appena cominciato, e nulla è definitivo. Molto dipenderà dalla capacità di negoziazione delle istituzioni e delle rappresentanze di categoria, chiamate a difendere gli interessi agricoli nazionali dentro una visione europea condivisa. La Pac è uno strumento vivo, che può e deve essere migliorato. Cancellarla o svuotarla significherebbe rinunciare a uno dei pilastri fondanti dell’Unione. Riuscirà l’Europa a riformarla senza dividerla? È questa la domanda che aleggia nei palazzi di Bruxelles — e a cui, per ora, nessuno osa dare una risposta definitiva.

Pac e bilancio Ue: la riforma che divide l’Europa - Ultima modifica: 2025-10-01T12:11:24+02:00 da Simone Martarello

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome