Una ventata di semplificazione sta soffiando sull’agricoltura europea. Il 14 maggio la Commissione Ue ha presentato un ambizioso pacchetto di riforme che promette di alleggerire la burocrazia e restituire centralità al lavoro nei campi. Al centro del piano: meno controlli, più flessibilità, un uso più mirato dei fondi Pac, e soprattutto, un taglio netto ai costi amministrativi. La promessa? Risparmi per 1,58 miliardi di euro all’anno per gli agricoltori e 210 milioni per le amministrazioni nazionali.
Un pacchetto dalla burocrazia snella
Con il nome tecnico — e decisamente poco evocativo — di “Regolamento che modifica i regolamenti Ue 2021/2115 e 2021/2116”, il documento della Commissione contiene però proposte molto concrete. La parola d’ordine è semplificazione: meno controlli ridondanti, meno scartoffie, più spazio per le pratiche agricole. E addio, finalmente, alla valutazione annuale delle performance, sostituita da una rendicontazione biennale più razionale.
«Stiamo ascoltando il settore agricolo e interveniamo in modo mirato per dare risposte rapide e utili» ha detto il vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto. Sulla stessa linea il Commissario all’Agricoltura Christophe Hansen: «Stiamo riportando il pragmatismo nella Pac».
Le novità più rilevanti
1. Meno controlli, più tempo per lavorare la terra
La Commissione propone l’obiettivo del “un solo controllo all’anno”, con la possibilità di eccezioni solo in casi giustificati. Inoltre, sarà possibile fondere sistemi informatici (LPIS, GSA, AMS) per semplificare i monitoraggi ed evitare visite sul posto non necessarie.
2. Più flessibilità sui pascoli permanenti
Gli Stati membri potranno estendere da 5 a 7 anni il periodo prima che una superficie sia considerata “pascolo permanente”. E per il Gaec 1 (protezione dei pascoli), la soglia oltre la quale scatta l’obbligo di ripristino passa dal 5% al 10%.
3. Tutele speciali per i piccoli agricoltori
Saranno esentati da molti obblighi di condizionalità, e il pagamento forfettario semplice potrà salire fino a 2.500 euro, includendo anche la possibilità di partecipare agli ecoschemi.
4. Sostegno a pratiche sostenibili
Via libera a pagamenti annuali per unità di bestiame nell’agricoltura biologica e per alveari nella pratica apistica sostenibile. Viene inoltre proposta la possibilità di escludere le torbiere e le zone umide dal “baseline” per ecoschemi e impegni agro-climatico-ambientali.
5. Crisi e resilienza: fondi mirati
La riserva agricola sarà riservata esclusivamente a disastri naturali e eventi climatici avversi. Gli Stati potranno dedicare fino al 3% dei fondi dei propri Piani Strategici per pagamenti d’emergenza.
6. Cambio di passo nei Piani Strategici
Solo le modifiche sostanziali richiederanno approvazione della Commissione, velocizzando l’adattamento tecnico dei piani nazionali.
Una riforma work in progress
La Commissione non si ferma qui. Una roadmap per l’intero 2025 prevede ulteriori semplificazioni legislative, anche al di fuori della Pac, e un esercizio di valutazione della normativa sull’agricoltura biologica. Già dal 21 maggio sarà modificato il termine per la presentazione delle richieste di trasferimento tra i fondi Pac. Più avanti si interverrà anche sull’obbligo di registrazione dei prodotti fitosanitari a livello di parcella.
Verso la nuova Pac: equilibrio tra sostegno e responsabilità
Nel frattempo, si scaldano i motori per la prossima riforma della Pac, attesa per il 16 luglio. Tra le ipotesi in campo: maggiore uso della degressività e del capping, più sostegno mirato a giovani, nuovi agricoltori e zone svantaggiate, e una Pac più “territoriale”. Obiettivo dichiarato: una politica agricola più resiliente, sostenibile, ma anche competitiva, capace di contribuire all’autonomia strategica dell’Ue.
Ma le proteste non si placano
Intanto, il malcontento di molte sigle agricole è palpabile. Lunedì 20 maggio i sindacati belgi FWA/UAW e Boerenbond, con il sostegno di Copa e Cogeca, organizzeranno un “flash action” a Bruxelles, in parallelo alla Conferenza sul Bilancio Ue. “La Pac è sotto attacco,” denunciano i promotori, “rischia di essere assorbita in un unico fondo, perdendo identità e forza.” Per questo chiedono un bilancio agricolo protetto, dedicato e indicizzato all’inflazione.
Da Bruxelles arrivano segnali incoraggianti per il mondo agricolo, ma anche la conferma che la partita è tutt’altro che chiusa. Il confronto tra Commissione, Parlamento, Stati membri e organizzazioni agricole si fa sempre più intenso. La Pac del futuro dovrà coniugare sostenibilità e redditività, innovazione e semplicità. Il traguardo è ambizioso, ma la direzione sembra finalmente quella giusta.