Una filiera più giusta, trasparente e finalmente capace di tutelare chi produce. È questa la direzione tracciata dal nuovo Regolamento europeo contro le pratiche commerciali sleali transfrontaliere, approvato oggi con il 98% dei voti favorevoli dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Relatore del provvedimento è l’europarlamentare Stefano Bonaccini, che ha incassato un sostegno trasversale e compatto da tutte le forze politiche, segno della centralità del tema e della qualità tecnica della proposta.
«Diamo una risposta concreta al nostro mondo produttivo – ha dichiarato Bonaccini – riequilibrando i rapporti di forza lungo la filiera e garantendo una giusta remunerazione agli agricoltori per il valore dei loro prodotti». Un risultato che, a detta dello stesso eurodeputato dem, rafforza l’impianto normativo europeo e consolida la battaglia già avviata nel 2019 con la Direttiva Utp (Unfair Trading Practices), confermando la lotta agli abusi come parte integrante della Politica agricola comune.
Il nuovo Regolamento nasce per colmare un vuoto giuridico che rendeva spesso inefficaci le misure nazionali quando le pratiche sleali si verificavano tra operatori situati in Stati membri diversi. E non si tratta di casi isolati: quasi un quarto degli scambi alimentari nell’Ue ha natura transfrontaliera. Pagamenti ritardati, cancellazioni unilaterali degli ordini, rifiuto di contratti scritti: comportamenti ricorrenti che non solo minano la sostenibilità economica dei produttori, ma aggravano i costi per il sistema agroalimentare europeo, generando danni stimati in oltre dieci miliardi di euro all’anno.
Tre pilastri
Per questo la proposta votata introduce tre pilastri fondamentali. Il primo è il rafforzamento della cooperazione tra autorità nazionali, che d’ora in avanti saranno obbligate a intervenire d’ufficio per fermare abusi commessi nel proprio territorio, anche se perpetrati da acquirenti con sede in un altro Stato membro. Una scelta che replica il modello di successo già applicato nella tutela delle denominazioni Dop e Igp.
Il secondo cardine è la trasparenza lungo tutta la filiera, grazie a un sistema di allerta rapido simile al Rasff (usato per i rischi alimentari), aperto anche a Paesi terzi. Questo meccanismo consentirà uno scambio costante e tempestivo di informazioni tra Commissione e autorità nazionali sui casi rilevati o a rischio, facilitando risposte coordinate e sanzioni immediate. I dati confluiranno inoltre in un rapporto annuale che servirà a monitorare l’andamento delle pratiche scorrette e l’efficacia del Regolamento nei suoi primi tre anni di attuazione.
Terzo e decisivo punto è l’estensione della tutela anche a livello internazionale, per contrastare gli abusi provenienti da centrali d’acquisto situate fuori dall’Unione. Gli operatori extra-Ue saranno infatti obbligati a designare un rappresentante responsabile sul territorio comunitario, come già previsto in altri ambiti normativi come l’e-commerce o i dispositivi medici. Una misura essenziale per evitare elusioni e garantire che nessuno possa sfuggire alle regole aggirando i confini giuridici dell’Unione.
«L’Europa sceglie da che parte stare – ha concluso Bonaccini – quella dei piccoli produttori, dei lavoratori, della qualità. Una filiera libera da ricatti è una garanzia anche per i consumatori e per il futuro del nostro modello agricolo».
Percorso ancora lungo prima dell'entrata i vigore
Il prossimo passo sarà il passaggio in Plenaria, previsto per il 9 settembre. Da lì partiranno i negoziati interistituzionali con Commissione e Consiglio, con l’obiettivo di chiudere l’iter legislativo entro la fine dell’anno sotto la Presidenza danese. Un traguardo ambizioso ma cruciale, perché – come osservano gli addetti ai lavori – potrebbe rappresentare l’unico dossier agricolo a firma Hansen in grado di vedere la luce entro la fine del mandato.
Con questa approvazione, l’Unione Europea compie un passo deciso verso una maggiore equità nei rapporti di filiera, ponendo fine a dinamiche di sfruttamento che danneggiano chi produce, distorcono il mercato e alimentano pratiche opache e insostenibili. La posta in gioco è alta, ma la direzione è quella giusta.










