C’è una nuova linea rossa tracciata nel mercato agroalimentare europeo. Gli abusi non potranno più scivolare lungo i confini dell’Unione per restare impuniti. Dopo undici mesi di negoziato, il trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione ha sancito l’accordo sul nuovo Regolamento Ue per la cooperazione tra le autorità di contrasto contro le pratiche sleali nella filiera agricola e alimentare. Un provvedimento che non riscrive solo le regole, ma anche la postura politica dell’Europa verso l’anello più debole della catena: i produttori.
«Risultato straordinario: l’Europa dice basta a chi vuole gli agricoltori piegati ai diktat dei grandi acquirenti e delle catene distributive – scandisce con nettezza Stefano Bonaccini, relatore del provvedimento per il Parlamento europeo –. Grazie al lavoro del Parlamento, siamo riusciti a trasformare un semplice regolamento amministrativo in un atto di giustizia economica e sociale» aggiunge, al termine del negoziato con la presidenza danese del Consiglio e il commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen.
Abusi senza frontiere, tutele finalmente europee
Il problema era chiaro: i contratti viaggiano oltre confine, ma i controlli restano nazionali. Risultato: se l’abuso è transfrontaliero, spesso diventa invisibile e non sanzionabile.
Un’asimmetria che ha prodotto uno squilibrio pesantissimo:
- 5 miliardi di euro l’anno in costi aggiuntivi per i produttori;
- oltre 10 miliardi di danni totali nell’Ue;
- impatti a catena su qualità, diritti del lavoro, concorrenza e sostenibilità.
Nel mirino: ritardi nei pagamenti, cancellazioni improvvise degli ordini, modifiche unilaterali dei contratti, rifiuto di formalizzarli per iscritto.
«Per combattere ritardi nei pagamenti, cancellazioni improvvise degli ordini, rifiuti di contratti scritti, abbiamo voluto rafforzare la collaborazione tra Stati membri – spiega Bonaccini –. Da oggi saranno obbligati a condividere informazioni, effettuare indagini o ispezioni congiunte, interrompere e sanzionare le pratiche sleali».
Tre pilastri: cooperazione, trasparenza, tutele globali
Il testo approvato introduce un meccanismo vincolante fondato su:
- Cooperazione obbligatoria tra autorità nazionali, con interventi ex-officio nei casi transfrontalieri, sul modello anti-frode già applicato a Dop e Igp;
- Trasparenza e scambio dati in tempo reale tramite sistema Imi, con il coinvolgimento diretto delle authority nazionali come l’Icqrf in Italia, e report annuali per monitorare gli abusi più ricorrenti;
- Tutele estese agli scambi con Paesi terzi: gli acquirenti extra-Ue dovranno nominare un referente legale nell’Unione. In caso contrario, verranno segnalati come operatori non collaborativi alle autorità dei 27 Stati membri.
«Le richieste del Parlamento di maggiore trasparenza lungo la filiera e di tutela anche a livello internazionale sono ora parte dell’accordo» sottolinea l’eurodeputato.
Un accordo politico, non burocratico
Elemento chiave: nessun nuovo onere amministrativo per produttori o imprese. Il provvedimento non modifica la Direttiva Utp del 2019, ma finalmente la rende applicabile ed esigibile anche quando gli abusi superano i confini nazionali. L’accordo, chiuso in soli 11 mesi dalla proposta della Commissione, punta a «riequilibrare i rapporti di forza lungo la filiera e garantire una giusta remunerazione per il lavoro degli agricoltori e il valore dei loro prodotti».
Bonaccini: «L’Europa ha scelto un campo»
«Oggi l’Europa dimostra di sapere ascoltare e decidere: scegliamo di stare dalla parte di chi più ha bisogno, con più tutele per i produttori e una filiera libera da abusi e ricatti nei confronti dei più deboli», conclude il presidente del Partito Democratico.
Pratiche sleali: la rotta cambia davvero?
Da Bruxelles non arriva solo un atto legislativo: arriva una correzione di traiettoria. Per la prima volta l’Unione non si limita a vietare gli abusi, ma costruisce le condizioni per individuarli, perseguirli e fermarli, indipendentemente dal lato del confine in cui si nascondono. E se c’è un messaggio politico che emerge, è nitido: un mercato unico non può tollerare regole uniche solo per i forti.










