Scorte strategiche, l’Europa corre ai ripari

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Senza un piano comune l’Ue è vulnerabile. Ma resta incerto il ruolo dell’agricoltura nel futuro della sicurezza europea

Bruxelles si prepara a voltare pagina sulla gestione delle crisi. La Commissione europea è pronta a presentare una nuova strategia per lo stockpiling (accumulo di scorte), l’accumulo strategico di beni essenziali, per rafforzare la capacità di risposta dell’Unione in caso di emergenze. D'altronde, il contesto internazionale è eloquente: guerra in Ucraina, tensioni geopolitiche, minacce sanitarie e cambiamenti climatici spingono Bruxelles a mettere in campo un sistema più robusto e coordinato per garantire l’approvvigionamento di beni vitali. Tuttavia, mentre la bozza della strategia entra nelle fasi finali di consultazione interna tra le Direzioni generali, resta ancora opaca la collocazione dei prodotti alimentari e agricoli nell’impianto complessivo del piano.

Il testo sarà discusso nel corso del collegio dei commissari in programma durante la plenaria di Strasburgo dal 7 al 10 luglio, e sarà affiancato da un pacchetto di misure per l’industria chimica e da una strategia specifica sulle contromisure mediche. A guidare questo nuovo indirizzo è la commissaria belga Hadja Lahbib, che su mandato della presidente Ursula von der Leyen ha ricevuto l’incarico di “sviluppare una strategia per rafforzare la preparazione dell’Ue contro le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari”, facendo leva anche su strumenti come gli appalti congiunti, le riserve comuni e i finanziamenti innovativi.

La strategia risente direttamente delle raccomandazioni contenute nel rapporto “Safer Together” dell’ex presidente finlandese Sauli Niinistö, presentato nell’ottobre 2024, che invita a costruire un’Europa pronta alle sfide future grazie a un approccio collaborativo, flessibile e proattivo.

L'esempio Finlandia

Tra i modelli di riferimento analizzati dalla Commissione figura la Finlandia, che vanta uno dei sistemi di stockpiling più avanzati d’Europa. Per ragioni geografiche e storiche, il Paese ha sviluppato una sofisticata rete di scorte sotto la supervisione della Nesa, l’Agenzia nazionale per l’approvvigionamento d’emergenza. Grazie a un fondo dedicato da oltre due miliardi di euro, alimentato da un contributo obbligatorio, Helsinki mantiene riserve di cereali di base sufficienti per nove mesi, sementi per un anno, proteine vegetali per i mangimi, fitofarmaci e fertilizzanti.

La Finlandia ha livelli di autosufficienza agricola superiori al 100% per grano, avena, uova e carne suina. Ma l’Ue, da sempre cauta sul tema delle scorte alimentari per timore di distorsioni di mercato e alti costi di gestione, non sembra orientata a replicare integralmente quel modello. L’idea è piuttosto quella di mappare le strategie già esistenti in alcuni Stati membri, promuovere lo scambio di buone pratiche e stimolare un coordinamento strutturato, magari attraverso una rete europea degli enti nazionali responsabili dello stockpiling.

Secondo gli esperti, una riserva comunitaria ragionevole potrebbe coprire sei mesi di fabbisogno cerealicolo, di cui due-tre mesi gestiti dal sistema commerciale ordinario e tre-quattro mesi detenuti in riserve strategiche.

Un registro per sementi e colture proteiche

Sul fronte delle sementi, si fa strada la proposta di costruire un bilancio sementiero europeo che distingua tra semente certificata e aziendale. Altri osservatori propongono un approccio congiunto anche per le scorte di colture proteiche, essenziali per la zootecnia. In ogni caso, sarà decisivo il ruolo della ricerca e dell’innovazione, sia per rafforzare la resilienza delle filiere, sia per migliorare l’efficienza e la sostenibilità delle scorte.

La strategia europea di stockpiling, ancora in fase di finalizzazione, prevede anche il rafforzamento delle strutture di trasporto e logistica, la cooperazione pubblico-privata e un maggiore raccordo con l’azione esterna dell’Unione. È prevista inoltre la creazione di un elenco dinamico dei beni essenziali per ciascun scenario di crisi, una mappa delle capacità di stoccaggio esistenti e dei relativi fabbisogni, oltre all’integrazione delle valutazioni sui rischi nelle catene di approvvigionamento.

La bozza della strategia richiama anche il regolamento 1308/2013 sull’organizzazione comune dei mercati agricoli e il piano di contingenza per la sicurezza alimentare elaborato durante la pandemia. Investire nella preparazione materiale, sottolineano fonti comunitarie, non è un costo ma un’opportunità: riduce i tempi di interruzione, i danni economici e le spese per la ripresa, rafforzando la competitività di lungo periodo.

Il lancio ufficiale della strategia avverrà pochi giorni prima della presentazione della proposta di revisione del Quadro finanziario pluriennale, attesa per il 16 luglio. È lì che si giocherà un’altra partita decisiva: quella delle risorse. Il sistema agricolo europeo ha ora l’occasione di rivendicare il proprio ruolo strategico nella sicurezza dell’Unione. Ma senza un chiaro riconoscimento politico all’interno del piano, il rischio è che il settore resti fuori da uno dei più ambiziosi progetti di resilienza della nuova Europa.

Scorte strategiche, l’Europa corre ai ripari - Ultima modifica: 2025-07-02T09:30:24+02:00 da Redazione Terra e Vita

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