«L’Europa deve guardare agli Usa che hanno aumentato a 1.400 miliardi di dollari gli aiuti agli agricoltori in dieci anni. Chiediamo più fondi Pac e che questi siano destinati agli agricoltori veri, quelli che producono cibo sostenibile e di qualità». Parte da questa richiesta del presidente Ettore Prandini l’assemblea nazionale di Coldiretti, svoltasi a Palazzo Rospigliosi sede della Confederazione.
Come ricordato da Prandini, la Pac in Europa vale 386 miliardi di euro in totale fino al 2027 – di cui 35 miliardi di euro in Italia - «un ammontare che mette le aziende agricole dell’Unione in una situazione di svantaggio rispetto al resto del mondo. È essenziale – ha incalzato Prandini – che la nuova Commissione Ue faccia salire il budget per l’agricoltura per evitare che la produzione alimentare europea crolli, mettendo a rischio i 620 miliardi di euro del sistema agroalimentare italiano e favorendo le importazioni dai Paesi terzi».
Tali fondi, ha rimarcato Prandini, sono necessari per sostenere la produzione agricola messa sempre più a rischio dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle tensioni internazionali che fanno esplodere i costi di produzione abbassando il reddito degli agricoltori.
Coldiretti: «Commissario Ue Agricoltura non sia condizionato da commissario Ambiente»
Quanto alla riconferma Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione europea per i prossimi cinque anni, il presidente della Coldiretti ha puntualizzato: «Il commissario Ue all’Agricoltura dovrà fare politiche agricole senza essere condizionato dal commissario all’Ambiente. Vedremo se quanto Ursula Von der Leyen ha detto nel suo discorso corrisponderà alla verità. Speriamo in un approccio diverso rispetto agli ultimi cinque anni, dove si era scelto Timmermans».
«Dopo il "no" di Fdi a Von der Leyen, nessuna ripercussione per l'Italia»
Prandini poi, sollecitato in merito alla decisione della premier Giorgia Meloni di votare “no”, ha precisato: «Non penso ci sarà alcun tipo di ripercussione rispetto al voto che c'è stato a favore della riconferma di Von der Leyen. In quanto l’Italia è un paese di fondamentale importanza per quanto riguarda gli equilibri di carattere europeo e comunitario».
A confermare che in Europa non c’è stato uno strappo dopo il voto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffale Fitto e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenuti all'assemblea.
«Il Green Deal va riscritto»
Netta la posizione del presidente Coldiretti in merito al Green Deal: «Va riscritto, creando le condizioni per le quali non ci sia demagogia ma ci sia la conoscenza e l’utilizzo dei dati per compiere scelte consapevoli. Se sarà questo l’approccio, non avremo alcun problema nel confrontarci anche con le associazioni di carattere ambientale perché siamo forti del fatto che l’agricoltura italiana e europea siano le più sostenibili a livello globale».
I punti fermi di Coldiretti
Tra le altre richieste di Coldiretti all’Europa spiccano una semplificazione ancora più profonda di tutte le regole della Pac che gravano sulle aziende, a prescindere dalla loro dimensione, e l’obbligo di origine a livello europeo nell’etichetta e reciprocità: «Le regole imposte ai produttori europei devono valere per chi vuole vendere nell’Ue. Se così non accade – ha ribadito Prandini – si traduce in concorrenza sleale».
E ancora, la modifica del codice doganale sull’origine dei cibi. «L’Europa deve inoltre modificare la norma dell’ultima trasformazione prevista dall’attuale codice doganale sull’origine dei cibi che permette ai prodotti esteri di diventare 100% italiani con lavorazioni anche minime. Questo è centrale per la trasparenza delle filiere».
Prandini ha infine chiesto un intervento sul regolamento packaging. «Resta ancora incerto – ha sottolineato – il destino dell’ortofrutta di IV Gamma come insalata in busta o confezioni di pomodorini e frutta, a rischio di scomparire dagli scaffali. Potrebbe, infatti, accadere che alcuni Paesi ne autorizzino il commercio e altri no, con l’effetto che le imprese produttrici si ritroverebbero a dover differenziare il packaging a seconda della destinazione».
«Mediterranea è furto all'Italia»
Durante il suo intervento il presidente della Coldiretti ha poi lanciato un attacco al numero uno di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Non possiamo parlare di Italian style dell’agroalimentare. Perché quello è Italian sounding.
Si cancelli il nome Mediterranea: è furto fatto alle generazioni future, che punta a una dieta standardizzata. Così l’Italia agricola muore, noi dobbiamo competere su qualità e biodiversità, sulla distintività».
«Giansanti – ha concluso Prandini – parla di stare insieme e di unità, eppure noi abbiamo denunciato Lactalis e avvertito Confagricoltura ma loro dove erano? Dove sta la coerenza?».
Piano Mattei, l’Italia spinge sull’acceleratore
«Sul Piano Mattei – ha spiegato il ministro degli esteri Antonio Tajani – stiamo collaborando con tanti ministri, Ice e altri enti in tutti i settori. Stiamo spingendo sull’acceleratore. Anche la decisione della von der Leyen di creare commissario per il mediterraneo va nella direzione auspicata dall’Italia».
«Le produzioni che verranno realizzate in Algeria – ha puntualizzato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida - serviranno intanto il popolo algerino per avere autosufficienza alimentare, per esempio nella produzione di grano e certamente di quel grano non arriverà un chicco in Italia.
L’Italia ha un vantaggio rispetto agli altri, del quale dobbiamo essere non solo orgogliosi ma anche consapevoli: abbiamo storia, formazione, tecnologie, innovazione, capacità che altri nel mondo non hanno e dobbiamo essere così generosi da metterle a disposizione. Questo ha anche un valore economico. Sono tante altre le nazioni africane che ci chiedono di fare lo stesso. E su questo - ha concluso Lollobrigida - stiamo ragionando».