Corte dei Conti Ue: sul biologico si può fare di più

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Una relazione dell'istituzione comunitaria evidenzia come i contributi destinati allo sviluppo delle coltivazioni che non fanno uso di prodotti chimici di sintesi non hanno finora dato i risultati ipotizzati

La Corte dei Conti europea ha pubblicato una relazione speciale sull’Agricoltura biologica nell'Unione europea evidenziando che “lacune e incoerenze ostacolano il successo della pertinente politica”. La relazione evidenzia alcuni dubbi sull’efficacia del sostegno dell’Ue all’agricoltura biologica. Nella pubblicazione si evidenzia che l’attuale strategia presenta carenze significative e non sono stati definiti né una visione né valori-obiettivo per il settore del biologico al di là degli obiettivi al 2030.

Infatti, se da un lato, grazie ai 12 miliardi di euro di finanziamento messi a disposizione dalla Ue dal 2014 a oggi si è ampliata la superficie coltivata con metodi biologici, dall’altro si è prestata troppo poca attenzione ai requisiti e alle esigenze del settore.

Scarica la relazione della Corte dei Conti Ue

Tanti soldi ma...

Tra il 2014 e il 2022 dalla Pac sono arrivate risorse per la conversione all'agricoltura biologica per circa 12 miliardi di euro, risorse a cui dovrebbero aggiungersi altri 15 miliardi entro il 2027. I revisori di Lussemburgo mettono in dubbio il contributo della Pac agli obiettivi ambientali. Non è però solo una questione di risorse, ma "occorre fare di più per sostenere l'intero settore, sviluppando il mercato e incentivando la produzione", altrimenti, scrive la Corte, il rischio è quello di "creare un sistema sbilanciato che dipende completamente dai fondi dell'Ue, anziché un comparto dinamico trainato da consumatori informati".

Biologico, il mercato è ancora di nicchia

La produzione biologica continua a essere riconosciuta ancora come un mercato di nicchia, con un valore di mercato che non rappresenta più del 4% del mercato alimentare totale dell'Ue, segno di come le politiche per il settore siano state poco incisive e poco mirate alla valorizzazione e alla messa in commercio delle produzioni certificate.

I revisori osservano poi che la quota di terreni bio varia notevolmente da uno Stato membro all'altro. A guidare la classifica è l’Austria, con la percentuale del 25,7%di agricoltura biologica sul totale della superficie agricola utilizzata, seguita da Estonia (23,4%), Svezia (19,9%), Portogallo (19,3%) e in quinta l’Italia (18,1%). Nel rapporto si evidenzia che per raggiungere gli obiettivi del 2030, il tasso di adozione delle pratiche di agricoltura biologica in Europa dovrebbe raddoppiare. Tra le raccomandazioni all'Ue, la Corte insiste sulla necessità, per sviluppare il settore del biologico, di fissare un obiettivo post 2030 e indirizzare meglio i fondi della futura Pac post 2027.

Corte dei Conti Ue: sul biologico si può fare di più - Ultima modifica: 2024-10-06T12:30:09+02:00 da Simone Martarello

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