Fem, chiuse le celebrazioni per i 150 anni

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Ripercorsa la storia dell'Istituto di San Michele all'Adige e inaugurata la nuova distilleria didattica

Cerimonia conclusiva alla presenza delle massime autorità della Provincia, degli amministratori ed ex amministratori della Fem, dei vertici del mondo agricolo del Trentino-Alto Adige delle celebrazioni dei 150 anni dalla Fondazione dell’Istituto Agrario di San Michele all'Adige, ora Fondazione Edmund Mach, che ha preso il nome dal primo grande direttore per oltre 25 anni, Edmund Mach.

La solennità dell’evento è stata ricordata da tutti i relatori alla intensa giornata di celebrazioni iniziate con la messa e proseguite nell’aula magna di Fem, per concludersi al campus, dove è stata inaugurata la nuova distilleria didattica e dove si è scoperta la botte del 150esimo scolpita dallo scultore trentino Egidio Petri, l’albero della vita scelto dal comitato organizzatore per raffigurare idealmente il patto tra uomini ed alberi che ha sempre guidato l’attività di formazione e ricerca dell’istituto agrario.

Con l’occasione si è brindato con il nuovo vino rosso Rebo, dal nome Bruno, presente la famiglia del grande presidente dal 1957 al 1978, Bruno Kessler, l’uomo che ha dato una svolta storica all’istituto assieme a Spartaco Marziani, dimenticato nelle tante rievocazioni della giornata, una bottiglia, dal doppio significato: i cento anni dalla nascita di Kessler, e il suo ruolo all’istituto agrario. Per 18 mesi si sono svolti convegni, sono stati proiettati documentari, organizzate mostre e preparate pubblicazioni. Tradizione e innovazione sono i due termini che hanno caratterizzato più di altri la giornata aperta con l’excursus storico del professor Attilio Scienza.

La conferma dell’apertura internazionale di Fem è stata data con i significativi interventi dei rappresentanti dei tre istituti fondati nell’area tedesca nell’800, un po’ prima o un po’ dopo dell’istituto agrario di San Michele nato come si ricorderà con legge della Dieta di Innsbruck del 12 gennaio del 1874. Gli istituti gemellati sono: Rotholz, Parenzo, e Klosterneuburg.

L'inaugurazione della distilleria didattica

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, già studente di San Michele, ha ricordato come la storia dell’istituto, sia fortemente legata a quella del Trentino ma aperta al mondo sin dalla sua fondazione un’apertura voluta dal suo fondatore Edmund Mach.

«Una storia con le radici ben salde in Trentino ma che sempre ha saputo essere internazionale, grazie all’intuizione di affiancare alla scuola un’azienda agricola e la stazione sperimentale, e quindi la ricerca – ha detto Fugatti –. Tre anime che nel tempo si sono consolidate caratterizzando l’offerta di questo istituto diventato fra i più autorevoli in campo agrario».

Sinergia per affrontare sfide impegnative

L’assessora provinciale all’Agricoltura Giulia Zanotelli ha sottolineato l’importanza della sinergia tra tutti gli attori del comparto per affrontare e vincere le sfide future. «Abbiamo degli obiettivi strategici per il comparto agricolo, uno di questi è rafforzare le sinergie con tutti gli attori del sistema, penso ai centri di ricerca trentini, ma anche a quello sperimentale altoatesino di Laimburg». Zanotelli ha poi ricordato alcuni dei grandi temi su cui lavorare, dal ricambio generazionale, all’abbandono delle terre alte, dalla sostenibilità economica alla gestione del rischio.

Di lungimiranza dei fondatori ha parlato l’eurodeputato Herbert Dorfmann, che ha sottolineato l’importanza di un’adeguata formazione dei giovani che scelgono la professione agricola, sostenibilità ambientale e cambiamenti climatici, possono essere affrontati solo da giovani preparati.

Un futuro fatto di ricerca e innovazione

In chiusura, il presidente della Fem Mirco Maria Franco Cattani ha percorso con dovizia di dati storici i 150 anni di vita della Fondazione, ricordando la lungimiranza, le conoscenze, le cognizioni del prof. Mach, che hanno fatto la differenza. E il futuro? «Quello a cui noi tendiamo, ha ricordato il presidente, deve presupporre una conoscenza della terra, della concretezza innata delle genti che la popolano e della loro determinata laboriosità».

Fra le molte questioni da affrontare e risolvere la gestione della difesa delle colture agrarie con metodi e sistemi ad impatto limitato, se non nullo per l’ambiente. La lotta alle fitopatie attraverso l’uso di nuove tecnologie di controllo integrato, come la lotta biologica e la biotremologia. Quindi la generazione di nuove varietà di vite. Il presidente del consorzio di innovazione Giovannini, ha ricordato a margine dell’evento che le varietà disponibili sono molte e di sicura produzione di qualità ma vanno maggiormente fatte conoscere dai viticoltori.

Fem, chiuse le celebrazioni per i 150 anni - Ultima modifica: 2024-10-01T09:15:24+02:00 da Simone Martarello

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