Grano duro: «Importazioni indispensabili, basta attacchi»

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Mugnai e pastai ribadiscono l'imprescindibilità della materia prima proveniente dall'estero per produrre tutta la pasta che il mercato chiede

Nel giorno in cui Coldiretti ha organizzato una manifestazione per chiedere maggiore redditività per i produttori di grano duro italiani, anche limitando le importazioni dall'estero, il resto della filiera (mulini e pastifici), fanno notare che all'industria italiana della pasta mancano due milioni di tonnellate di frumento per produrre le quantità richieste dal mercato, soprattutto estero.

L'appello dei pastai di Unione Italiana Food è arrivato dal palco del World Durum and Pasta Forum, l'evento internazionale dedicato ai mercati del grano duro e della pasta alla sua seconda edizione, che ha riunito a Roma 200 stakeholder tra pastai, mugnai, mondo agricolo, analisti di mercato, rappresentanti delle istituzioni e della filiera del grano duro italiana e internazionale della pasta.

Numeri chiari: grano dall'estero indispensabile

«Il nostro ruolo di leader mondiali del mercato della pasta ci pone, da sempre, tra i Paesi con maggiore fabbisogno di grano duro, pari attualmente a sei milioni di tonnellate annui, 1/6 della produzione mondiale - sottolineano da Unione italiana food -. Un fabbisogno che i 4,3 milioni di tonnellate prodotti in Italia nel 2024, tutti acquistati dall'industria italiana, non riescono a coprire. Il resto viene acquistato dall'estero selezionando i migliori grani duri disponibili».

Con oltre quattro milioni di tonnellate di pasta prodotte nel 2024 (+5% rispetto al 2023), un export che rappresenta quasi il 60% della produzione e tocca oltre 200 Paesi e un fatturato di 8,7 miliardi di euro, «l'industria pastaria italiana si conferma un asset strategico dell'agroalimentare italiano nonostante uno scenario caratterizzato da pesanti dazi all'export in Usa, inflazione, conflitti, aumento dei costi delle materie prime e cambiamenti climatici che influenzano i raccolti del grano duro».

«A differenza di altri pastai, dal 1967 noi italiani abbiamo la "legge di purezza" che ci vincola a produrre pasta di qualità, indipendentemente da quello che può succedere nel campo di grano – spiega la presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food Margherita Mastromauro –. Ribadiamo l'impegno nel sostenere l'agricoltura italiana grazie alla sinergia con Confagricoltura, che ha dato vita a UniEat e al patto di filiera dei pastai con agricoltori stoccatori, industria sementiera e mugnai per sostenere la produzione italiana di grano duro di qualità».

Concetti ribaditi anche da Italmopa con un comunicato. «Senza le importazioni di grano duro, l'industria molitoria non sarebbe più in grado di approvvigionare, nei volumi e nelle qualità richieste, l'industria pastaria italiana, con conseguenze drammatiche per un prodotto che rappresenta, anche all'estero, uno dei maggiori simboli dell'agroalimentare nazionale» evidenzia l'Associazione Industriali Mugnai d'Italia.

«Le importazioni sono state, da sempre, complementari e non alternative alla produzione italiana di grano duro, che è peraltro totalmente acquistata e trasformata dalla nostra Industria molitoria, e esse si riferiscono, spesso, a un prodotto che, per le sue caratteristiche qualitative, non risulta individuabile nei volumi necessari sul territorio nazionale – evidenzia il presidente di Italmopa Vincenzo Martinelli –. Associare pertanto l'attuale andamento negativo del mercato del frumento duro, peraltro generalizzato a livello internazionale, alle importazioni, per giunta spesso sensibilmente più onerose rispetto alle quotazioni del prodotto nazionale, risponde certamente a logiche sindacali e propagandistiche ma risultano del tutto sterili rispetto alla necessità di superare le criticità di natura strutturale che contraddistinguono la cerealicoltura nazionale».

Stop agli attacchi sul grano d'importazione

«Auspichiamo pertanto che sia responsabilmente accantonata la ormai stanca individuazione di capri espiatori per giustificare le difficoltà della produzione primaria e coprire le proprie responsabilità, privilegiando piuttosto gli sforzi volti al superamento del gap competitivo rispetto ad altri Paesi produttori – ha proseguito Martinelli con evidente riferimento a Coldiretti –. Italmopa è pronta a fornire il proprio fattivo contributo nell'interesse dell'intera filiera e, soprattutto, dei consumatori che costituiscono il punto di riferimento che orienta l'operato delle nostre aziende, alla sola, inderogabile, condizione che sia definitivamente posto un termine agli attacchi denigratori o diffamatori nei riguardi del prodotto di importazione».

Grano duro: «Importazioni indispensabili, basta attacchi» - Ultima modifica: 2025-09-26T17:08:45+02:00 da Simone Martarello

1 commento

  1. Pastai e mugnai gettano la maschera ma cosa ne pensano al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Invito Ranarelli ad intervistare il Ministro su questo argomento. Grazie

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