L'Unione europea avrebbe "pagato segretamente gruppi ambientalisti per promuovere i piani verdi dell'ex commissario Frans Timmermans". Lo rivela un'inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf che cita contratti riservati, tra cui uno da 700mila euro "per orientare il dibattito sull'agricoltura". Contratti che "per anni la Commissione Ue avrebbe sovvenzionato, tramite il programma Life, una rete di lobby ecologiste per fare pressioni a favore del Green Deal".
Come noto nella scorsa legislatura Timmermans era commissario per il clima e fu uno dei promotori del Green Deal, oltre ad aver aver firmato la direttiva sullo stop alle auto endotermiche entro il 2035 e sulla discussa norma sull'efficienza energetica delle case. La politica green dell'Unione europea durante la prima Commissione guidata da Ursula von der Leyen portò al varo dell'attuale Pac, che contiene misure ambientali molto stringenti in parte riviste anche a seguito delle proteste degli agricoltori dello scorso inverno.
"Per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato" lobby ecologiste per "fare pressioni a favore" del Green deal: "Alle organizzazioni - denuncia il Telegraaf - sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri". Bruxelles avrebbe utilizzato denaro proveniente da "un fondo multimiliardario".
Timmermans: «Bene sostenere associazioni ambientaliste»
L'ex vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha affermato di «non essere a conoscenza di alcun contratto segreto» con le presunte lobby ambientaliste menzionate dall'inchiesta del De Telegraaf. Lo riporta l'agenzia di stampa olandese Anp. «Non ho mai concluso tali contratti personalmente e non ne sono stato direttamente coinvolto durante il mio mandato da Commissario europeo», ha affermato Timmermans.
L'ex commissario ha poi sottolineato l'importanza di fare completa trasparenza sulle accuse del giornale e che spetta all'attuale Commissione rispondere a tutto questo. Sul fatto che la Commissione sostenga finanziariamente gruppi d'interesse quali le organizzazioni ambientaliste e quelle agricole, Timmermans ha anche sottolineato come questa sia «una cosa positiva e che ogni processo decisionale politico trae vantaggio da un dibattito equilibrato tra diversi interessi ma che le grandi aziende hanno un sacco di soldi mentre le organizzazioni sociali no».
Coldiretti: lo denunciamo da anni, fare chiarezza
«Pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza sul caso dell'ex commissario Timmermans. Per anni sono stati criminalizzati i produttori agricoli e i coltivatori diretti di tutta Europa come il male assoluto, ergendo alcune delle associazioni ambientaliste più importanti a giudici di un tribunale della storia che pretendeva di condannarli, in particolare quelli italiani. L'inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf non ci sorprende, ha svelato ciò che avevamo denunciato con fermezza già anni fa sollevando ripetutamente dubbi su presunti conflitti di interesse».
Lo affermano in una nota il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e il presidente Ettore Prandini che ricordano come «già dal 2021, Coldiretti è stata la prima e l'unica a denunciare l'imbroglio verde e come più volte dietro questi processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro, compresa anche la spinta molto forte da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business come quello dei cibi fatti in laboratorio, su cui sta investendo una lobby di oligarchi multimiliardari».
«A noi della Coldiretti - aggiungono Gesmundo e Prandini - hanno tacciato di essere antieuropeisti e oscurantisti, siamo solo alla disperata e responsabile ricerca della verità intesa come il dover disvelare ciò che di torbido si agita nelle pieghe della comunità europea. Se quanto emerso dovesse essere confermato - concludono - la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il Green Deal di Timmermans si nascondeva un'agenda politica a senso unico, capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l'equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico».