Pomodoro da industria, annata nera per tutta la filiera

pomodoro da industria
Rese basse a causa dell'andamento climatico e campagna di trasformazione durata oltre cento giorni. Redditività compromessa per gli agricoltori e costi elevati per l'industria

Anche se i cambiamenti climatici ci costringono ad aggiornare di anno in anno le statistiche in negativo, ricordandoci che può sempre andare peggio, il 2024 sarà di certo ricordato come un anno nero per il pomodoro da industria, almeno nel bacino del Nord Italia. La campagna di raccolta si è prolungata fino alla prima settimana di novembre, a causa dell'andamento climatico anomalo di settembre e ottobre, caratterizzato dalle abbondanti e frequenti precipitazioni.

E dato che la raccolta era iniziata il 18 luglio, i continui stop and go hanno portato a un totale di 113 giorni di lavorazione. Una finestra così ampia e per di più con le linee produttive non a pieno regime per la scarsità di prodotto conferito, ha determinato costi elevati per l'industria di trasformazione.

Mai rese così basse

Difatti, il meteo avverso ha determinato rese bassissime: 57,8 t/ha rispetto a una media quinquennale di 74,3 t/ha. Nello specifico, le rese a produzione integrata sono state di 58,6 t/ha (contro le 75,9 t/ha degli ultimi cinque anni), così come le rese a produzione biologica pari a 50,3 t/ha rispetto alla media quinquennale di 60,2 t/ha. "Quantità mai registrate prima" sottolinea l’Organizzazione interprofessionale Pomodoro da industria del Nord Italia. Pertanto, nonostante una superficie coltivata di 41.618 ettari, di cui 4.035 in biologico, sono state prodotte solo 2.405.967 tonnellate di materia prima avviata alla trasformazione.

Rese così basse insieme a un maggior numero di interventi fitosanitari per controllare le fitopatie provocate dal maltempo hanno minato la redditività delle aziende agricole, nonostante il prezzo contrattato per la materia prima con l'industria fosse di 135-140 €/t.

Richiesta di indennizzi per tutti

Da una ricognizione effettuata dall’Oi Nord Italia presso le Organizzazioni di produttori dopo la metà di ottobre, nel territorio del Nord Italia sono rimasti in campo, causa impossibilità di raccolta, circa 850 ettari di pomodoro, a cui si aggiungono i campi alluvionati da esondazioni di canali e corsi d’acqua, verificatesi a più riprese in varie zone dell’areale. La filiera è tuttora in attesa di riscontro dalle istituzioni interpellate per ricevere un supporto in questa situazione di criticità, per poter affrontare gli investimenti della nuova campagna 2025.

«Il 2024 sarà ricordato come anno negativo per le produzioni di pomodoro da industria nel Nord Italia a causa delle basse rese dovute all’anomalie climatiche – commenta il presidente dell'Oi Tiberio Rabboni –. Per questo abbiamo chiesto l’intervento del Masaf e delle Regioni per l'attivazione delle provvidenze compensative a favore delle imprese danneggiate, sia di parte agricola che industriale».

Pomodoro da industria, annata nera per tutta la filiera - Ultima modifica: 2024-11-20T14:59:50+01:00 da Redazione Terra e Vita

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