Vino, consumi ancora in calo negli Stati Uniti

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Nei primi cinque mesi del 2024 vendite giù del 6% per i vini italiani Oltreoceano. Fanno peggio quelli francesi a -8%. Segno meno in particolare per Pinot Grigio e Chianti

Consumi di vino italiano al palo negli Stati Uniti, che nei primi cinque mesi del 2024 segnano un calo del 6%, meglio comunque del saldo complessivo delle vendite, e in particolare della Francia entrambi a -8%. Dati nazionali che potevano essere più negativi senza la stabilità del Prosecco e dell'Asti, ma soprattutto dei metodi charmat non Prosecco (+7%), che oggi valgono il 24% dei volumi di spumante italiano negli Usa.

A fare il punto su questo mercato è l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, che parla di apnea protratta di consumi di vino in Usa, dove il rapporto tra stock di alcolici e vendite effettive è ancora molto alto con un'eccedenza di circa dieci miliardi di dollari. Un mercato strategico per l'Italia che è stato il filo conduttore dell'assemblea di Unione italiana vini (Uiv), dove ha comunque prevalso un certo ottimismo. Presenti i ministri dell'Economia, Giancarlo Giorgetti e dell'Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida.

Ampliare il mercato

«In un quadro molto complesso come quello Usa – ha detto Lollobrigida – occorre ampliare il nostro mercato in termini di valore più che di quantità, attraverso la capacità di raccontare la qualità che c'è dietro i nostri prodotti». Il ministro ha poi parlato dei vini dealcolati «dobbiamo preservare la percezione della qualità del vino italiano e, in particolare sui nuovi mercati», annunciando «un tavolo per capire insieme come procedere, «non ho una posizione ideologica su questo, perché l'ultima cosa che voglio è ostacolare la crescita delle nostre imprese».

Imprese al centro delle attività di Ice, come ha ribadito il presidente Matteo Zoppas che ha fatto notare che l'export di vino italiano nel mondo nel 2023 è stato il 20% in più rispetto al 2019, «quindi una situazione ancora positiva, nonostante i problemi che hanno un'onda lunga causata da un comportamento a fisarmonica del mercato».

Stili di consumo mutati

«Il vino italiano ha anticorpi adeguati per reagire alle difficoltà – ha detto il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi – in questa fase bisogna però fare le mosse giuste, il settore
si sta adattando ai mutati stili di consumo modificando il proprio potenziale produttivo meglio di altri Paesi. Ora serve fare di più, a partire dalla promozione alle politiche d'impresa senza cedere a chimere assistenzialiste che nuocciono fortemente allo sviluppo. Questo mondo non tira la giacca a nessuno - ha avvertito - però vuole essere riconosciuto come un prodotto che dà un contributo significativo in termini di Pil, occupazione e valorizzazione dei territori».

Male Pinot Grigio e Chianti

Tra i dati riportati dall'Osservatorio, diversi i segnali negativi per il vino nazionale, dal Pinot grigio (-7%) al Chianti (-14%), a fare meno peggio sono i rossi che chiudono a
-6.5% contro il -8% dei bianchi. Intanto perde smalto il segmento luxury (oltre 50 dollari a bottiglia): a parte qualche nome prestigioso (Brunello e Chianti Classico, ma anche Bordeaux superiore, Pomerol e Margaux), i rossi italiani calano dell'8% e i francesi del 16%. Difficoltà anche per i bianchi tra 25 e 50 dollari scesi del 10%, con l'Italia a -12% la Francia a -6% e la Nuova Zelanda a -18%.

Vino, consumi ancora in calo negli Stati Uniti - Ultima modifica: 2024-07-16T17:59:23+02:00 da Redazione Terra e Vita

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