Cambiano le regole e le procedure di controllo per i prodotti biologici. Il recente Reg. di esecuzione (UE) 2020/977 ha infatti rivisto notevolmente l’attuale sistema, dando facoltà agli organismi di certificazione delegati dal Mipaaf di poter applicare, fino al 30 settembre, una serie di deroghe e di facilitazioni.
L’obiettivo – si legge nelle premesse del regolamento – è sostanzialmente quello di adeguare il sistema di controllo alle restrizioni degli spostamenti sul territorio causate dall’emergenza Covid-19: rimane tuttavia il dubbio di un eventuale effetto boomerang rispetto al rischio frodi e contraffazioni.
Quali novità
Il nuovo regolamento stabilisce alcune deroghe alle disposizioni dei Reg. (CE) 889/2008 e Reg. (CE) 1235/2008 relativi ai controlli dei prodotti biologici e del regime di importazione dai paesi terzi.
Innanzitutto, il regolamento considera le difficoltà allo svolgimento degli audit presso le realtà produttive, essenzialmente causate dagli effetti del contenimento da emergenza Covid-19: per questo motivo è data facoltà di sostituire, limitatamente agli operatori a basso rischio, le ispezioni fisiche con controlli documentali che quindi, precisa il regolamento, possono essere effettuati anche con i mezzi di comunicazione a distanza.
Un’apertura che sarà possibile esercitare fino al 30 settembre, data entro la quale non è comunque preclusa l’adesione di nuovi operatori nel sistema di produzione biologico: in tal caso, è previsto che i neo-aderenti al circuito bio siano destinatari dell’ispezione fisica, comunque ordinariamente prevista, ma soltanto al termine dell’emergenza sanitaria, non appena cioè le attività di controllo e di certificazione potranno riprendere normalmente.
Per quanto riguarda le attività di campionamento e di accertamento analitico finalizzato alla verifica di eventuali contaminazioni con prodotti chimici non autorizzati, il numero di campioni da prelevare in base a una valutazione del rischio, è ridotto da almeno il 5% ad almeno il 2% del numero degli operatori assoggettati. Allo stesso modo, la riduzione delle percentuali di controllo, dal 10% al 5% di tutte le ispezioni e visite previste, ha riguardato anche le visite a campione da effettuarsi, sulla base di un’analisi del rischio, senza preavviso.
Tra le novità introdotte a livello europeo, anche un maggiore tempo utile per lo Stato membro destinatario di irregolarità o infrazioni notificate da altri paesi: in questo caso il legislatore europeo, correlando le restrizioni Covid-19 all’efficacia delle comunicazioni tra gli Stati membri, ha spostato i termini per la risposta da 30 a 60 giorni.
Non vale per le Dop e Igp
Nonostante l’impatto orizzontale delle restrizioni Covid-19, le deroghe stabilite a livello europeo riguardano i prodotti biologici ma non i prodotti territoriali Dop e Igp. Tra l’altro già a livello nazionale una nota ICQRF del 6 marzo 2020, tra l’altro riferita in prima battuta agli organismi di controllo bio ma estesa anche agli altri settori regolamentati, stabilì la possibilità di gestire la certificazione in maniera alternativa e semplificata, fermo restando l’obbligo di verifiche aggiuntive da svolgersi a conclusione del periodo emergenziale. Il nuovo sistema stabilito a livello europeo tuttavia avrà un forte impatto sulle modalità di certificazione dei prodotti biologici, tra l’altro applicabile retroattivamente, generando potenzialmente un’applicazione difforme nel caso, ad esempio, di un prodotto assoggettato al circuito di certificazione biologico nonché a quello Dop o Igp: in questo caso, l’operatore potrà essere destinatario di ispezioni fisiche da parte dell’organismo di controllo, potenzialmente anche lo stesso organismo, ma soltanto per verificare i requisiti del disciplinare di produzione Dop e Igp.
Uno sguardo indietro
Il Reg. (UE) 2020/977, in vigore dal 9 luglio, si applica retroattivamente, a partire dal 1° marzo fino al 30 settembre 2020. Ma con delle eccezioni, come ad esempio nel caso della riduzione delle percentuali di campionamento e dei controlli senza preavviso, il periodo di applicabilità corrisponde all’intero anno solare 2020.
L’Europa corre ma la legge bio rimane al palo
Proprio contestualmente all’introduzione delle deroghe introdotte a livello UE, AssoBio rivendica una maggiore attenzione e celerità nell’iter di approvazione della legge, ferma al Senato, che andrà a disciplinare a livello nazionale il settore biologico.
Anche considerando il trend crescente dei consumi durante il periodo di lockdown, sarebbe
questo il momento, a parere di Roberto Zanoni, Presidente Assobio, per «adottare scelte coraggiose che, attraverso un nuovo modello di sviluppo, possano contribuire a supportare la ripresa economica».
«La nuova legge – ha detto Zanoni – che riconoscerebbe il ruolo ambientale e sociale dell’agricoltura biologica in Italia è coerente con l’obiettivo strategico della Commissione europea, ovvero fare del settore agroalimentare europeo una eccellenza assoluta anche in termini di sostenibilità socio-ambientale, esprimendo un nuovo riferimento di valore a livello globale. L’auspicio di AssoBio è che l’Italia sappia cogliere questa grande occasione, mettendo a sistema le esperienze che il settore biologico ha maturato negli anni».