Questione nazionale. Per il Governo il biologico è al centro della strategia di sviluppo dell’agricoltura. Due provvedimenti sono in discussione in favore del settore (Ddl bio e Decreto controlli), ma il bio cresce bene già da solo, senza interventi. La 29° edizione del Sana di Bologna ha offerto infatti l’occasione per celebrare un’avanzata senza precedenti. Le cifre presentate da Francesco Giardina del Sinab, Antonella Giuliano di Ismea e Silvia Zucconi di Nomisma nel convegno di apertura descrivono i ritmi sorprendenti di sviluppo di un settore in piena corsa e che sembra essere l’uovo di Colombo per rispondere a tutte le criticità e le esigenze dell’agroalimentare (e non solo: in Fiera ampio spazio anche ai prodotti cosmetici e salutistici).
Filiere e distretti
Se negli anni scorsi ci si preoccupava per lo squilibrio tra domanda e offerta che portava a una forte dipendenza dall’ import di materia prima da Paesi “critici”, quest’anno spicca il dettaglio del notevole incremento registrato dalle decisive categorie dei cereali (+32,6%) e dell’ortofrutta (+48,9%). Il bio diventa così la chiave per lo sviluppo di politiche di filiera.
Se negli anni scorsi ci si lamentava per la distanza tra produttori (concentrati nel Centro-Sud) e trasformatori/retailer (spostati al Nord), ora anche questa pecca è risolta: c’è infatti una forte crescita della seconda categoria di operatori nel Sud. Il bio diventa perciò decisivo per le politiche in favore dei distretti. E l’effetto salvifico dell’agricoltura senza chimica di sintesi emerge prepotentemente se si analizzano i comparti che negli ultimi anni hanno sofferto di più l’effetto della crisi e dell’evoluzione dei gusti.
La domanda di carne e latte continua infatti a flettere nel convenzionale (-4% e -2,8%), mentre esplode nel bio (+65% e +10,8%). In definitiva, l’unico dato senza segno più è quello relativo ai negozi specializzati. Per la prima vola in 20 anni le vendite in questo canale sono infatti stabili o in leggera flessione, mentre Gdo e discount galoppano. Un segnale non preoccupante, ma da interpretare con attenzione. Per anni i negozi specializzati bio hanno infatti rappresentato un motore dinamico di cambiamento per il settore alimentare: si sono sviluppati qui prodotti come la pasta e il pane da frumenti antichi o da leguminose, i piatti pronti vegetariani, le bevande vegetali alternative al latte, superfood come semi di chia, goji, zenzero, curcuma ecc.
Prodotti oggi subito adottati anche dalla gdo e dagli altri canali retail, dove realizzano record di vendite e di redditività.
Innovazione sullo scaffale
Roberto Zanoni e Roberto Pinton di Assobio hanno stimolato i marchi leader (Ki, Baule Volante/Fior di Loto, Ecor, Probios, La finestra sul cielo, Sotto le stelle, CuoreBio, Naturasì) ad individuare i punti chiave di una strategia di rilancio che può fare riferimento sulla capacità di fornire più servizio, formazione e informazione ai consumatori. Perché la loro fiducia nei confronti del bio è un patrimonio da difendere dalle tentazione dei più “furbi”. Un’esigenza messa in evidenza anche dalla Corte dei Conti Ue, ma il nuovo Regolamento che dovrebbe riformare il settore è in stallo da 5 anni (record assoluto per l’Ue).
Una riforma che deve scontentare
Ritardi che hanno spinto il governo italiano a “provvedere in proprio” con un decreto controlli che sta provocando spaccature nella filiera. «L’impegno del Governo – ha ribadito al Sana il ministro Maurizio Martina – è quello di portare il decreto al traguardo in tempi brevi. Una riforma che fa contenti tutti non è una riforma».
L’AGRICOLTURA BIODINAMICA STRIZZA L’OCCHIO AI BUYER
(di Alessandro Maresca)
Ancora forse non ci sono i numeri per garantire un flusso sufficiente e costante di prodotto biodinamico da rispondere alle esigenze della gdo, ma il trend di crescita del settore e l’incremento della richiesta da parte dei consumatori fa ben sperare. E al Sana di Bologna, l’Associazione per l’agricoltura biodinamica e l’ente di certificazione biodinamico Demeter, in collaborazione con Terra e Vita, hanno organizzato un convegno per far incontrare i produttori biodinamici e gli stakeholder del settore con alcuni importanti buyer per iniziare un colloquio che potrebbe portare a breve proficui risultati.
I buyer intervenuti (Petra Renner, responsabile acquisti del gruppo Denree e Michael Vecchio, responsabile acquisti Imhof, distributore per Migros dei prodotti Demeter) hanno ricordato che nel nord Europa il biodinamico rappresenta già una fetta importante del mercato del bio (dal 10 al 20%) e che il prodotto italiano, molto richiesto per la sua qualità, potrebbe trovare uno spazio ancora maggiore rispetto a quello attuale».
Renata Pascarelli, infine, direttore qualità di Coop Italia, ha ricordato che la Coop è stata la prima catena della gdo a credere e a investire sul prodotto biologico.
«Nello specifico - ha detto la Pascarelli - la Coop è pronta a lanciare una o più gamme di prodotti biodinamici laddove l’offerta del settore sarà in grado di fornire le quantità adeguate per coprire i fabbisogni della catena».
Leggi l’articolo su Terra e Vita 28/2017 L’Edicola di Terra e Vita