Prende forma il piano d’azione nazionale sul bio

biologico
Luigi D'Eramo, sottosegretario al Masaf.
Alla seconda riunione del tavolo bio, il sottosegretario Luigi D'Eramo presenta la bozza del provvedimento che fisserà i contorni per il brand del bio nazionale, spingerà su ricerca, mense bio e assistenza tecnica alle aziende.

Sarà uno strumento per realizzare l'obiettivo del 25% di superficie bio entro il 2027 e non solo. Il piano d'azione nazionale per l'agricoltura biologica prende forma.

La bozza è stata discussa con gli stakeholder nel corso del secondo appuntamento con il Tavolo di confronto istituzionale sul biologico il 12 aprile scorso. Il Sottosegretario Luigi D'Eramo ha infatti presentato alle associazioni di settore la prima bozza del Piano tracciando il percorso di lavoro per la sua attuazione. Un provvedimento previsto dalla legge nazionale sul bio (L.23 del 2022).

L’importanza di un marchio nazionale

Giuseppe Romano

«Si tratta di uno strumento importantissimo – commenta Giuseppe Romano, presidente di Aiab - che aspettavamo ormai da anni per dare una strategia politica e una linea d'indirizzo a tutto il settore».

«Sosteniamo da sempre – aggiunge – l’importanza di un marchio di riferimento per il biologico nazionale, utile a rilanciare sia il mercato interno che l’export e siamo favorevoli all’impostazione data dal Ministero al marchio Made in Italy». «In particolare per l'istituzione di una banca dati delle transazioni, che garantirà la tracciabilità di tutti i processi».

Attesa per la banca dati delle transazioni

Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute

«Il Piano d’azione sul bio contiene misure fondamentali per lo sviluppo futuro del biologico nazionale – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute».

«In particolare - continua-, sul fronte dei controlli, sono ormai cinque anni che attendiamo l’istituzione della banca dati per il controllo delle transazioni».

«Uno strumento che abbiamo sempre ritenuto importantissimo per aumentare l’efficacia dei controlli sui flussi di prodotto biologico lungo le filiere e ciò per offrire più garanzie a chi trasforma e commercializza e di conseguenza al consumatore».

L’equilibrio tra produzione e mercato

Paolo Carnemolla

FederBio sottolinea l’importanza  del riferimento a una strategia che riguarda sia l'aumento della domanda interna sia l'incremento della produzione bio, in linea con l'obiettivo del raggiungimento del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2027 previsto dal Piano Strategico Nazionale della Pac. «Importante, inoltre - conferma Paolo Carnemolla, segretario generale dell'associazione - l'asse dedicato a Ricerca e Innovazione, indispensabile per rafforzare ulteriormente il contributo del biologico alla sostenibilità dei sistemi agricoli e alimentari».

Positiva, per l’associazione bolognese, anche la spinta ulteriore verso la ristorazione collettiva con la proposta di raddoppiare l'investimento sul Fondo per le mense scolastiche bio «Servono però più fondi per l’assistenza tecnica, la promozione e per lo sviluppo dei Distretti biologici.

Più assistenza tecnica, meno burocrazia

«L’ assistenza tecnica – concorda Aiab - per le aziende agricole medie e medio-piccole è uno strumento determinante per andare incontro ai processi di miglioramento di gestione e per superare le difficoltà burocratiche che le aziende spesso incontrano».

Prende forma il piano d’azione nazionale sul bio - Ultima modifica: 2023-04-17T09:42:41+02:00 da Lorenzo Tosi

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