Mercato, tecnica e il favore crescente della politica europea. Confermato, anzi rilanciato dalla Pac post 2020. Tre assi nella manica del biologico, trainato da una domanda sempre più attenta alla sostenibilità, ma anche all’origine nazionale. Per questo Agricola Grains, l’azienda di Arre (Pd) leader nella lavorazione di cereali e oleaginose bio, è impegnata da anni a potenziare la sua filiera 100% italiana anche attraverso alcuni eventi divulgativi in partnership con Edagricole. «Più alimentazione di qualità, più tutela dell’ambiente e anche più agricoltura biologica».
Sostegni nel primo pilastro Pac?
Angelo Frascarelli, docente all’Università di Perugia e membro del comitato scientifico di Terra e Vita elenca al convegno “Agricoltura biologica tra mercato attuale e nuova Pac”, organizzato il 24 gennaio nel giorno di apertura di AgriEstTech alla Fiera di Udine, gli obiettivi richiesti dai cittadini europei alla Pac post 2020 nella consultazione pubblica che si è conclusa lo scorso anno. «Per raggiungere questi target – dice – Bruxelles ha coniato una nuova parola d’ordine: l’agricoltore del futuro dovrà essere “smart”, dovrà produrre di più con meno e cogliere tutte le opportunità economiche e ambientali di un sostegno al bio che potrà essere esteso anche al primo pilastro, all’interno di una specifica componente per il clima e l’ambiente dei pagamenti diretti».
Un mercato più a dimensione di agricoltura italiana
«Sul fronte commerciale - afferma Massimo Roncon, titolare di Agricola Grains (AG) - la domanda di bio continua a crescere in doppia cifra offendo l’opportunità di sfuggire alla volatilità e alle basse quotazioni di un mercato che sul fronte di cereali e oleaginose convenzionali si sta appiattendo sulle quotazioni del CBot di Chicago». Il mercato delle materie prime bio è invece indipendente («diffidate da chi vi propone un premio fisso rispetto ai listini dei cereali convenzionali», dominato da dinamiche più governabili dall'agricoltura italiana. Nell'ultima annata ad esempio i frumenti hanno accusato qualche sofferenza a causa di un andamento climatico che ha penalizzato la qualità. Un fenomeno che ha condizionato sia le quotazioni del convenzionale sotto trebbia, che quelle del bio (che ha comunque confermato un plus remunerativo). «Sono invece in forte crescita i listini dell'olio di girasole alto oleico biologico, sorretti dalla forte domanda delle aziende di trasformazione che hanno deciso di evitare l'olio di palma, penalizzato oggi dai consumatori».
Ragionare in termini di rotazioni
«Nel bio bisogna fare i conti in termini di rotazioni - puntualizza Michele Galazzo di AG -: mais, soia, grano tenero e duro, colza e girasole, le materie prime che trattiamo, consentono di impostare rotazioni flessibili e convenienti».
«Oggi soprattutto trainate – assicura Andrea Calgaro di AG – dalle performance del girasole alto oleico, che nelle prove allestite nei nostri campi dimostrativi in Veneto e Friuli ha raggiunto rese di 35-38 q/ha». Dal 2015 Agricola Grains è infatti diventata anche imprenditore agricolo e ha iniziato la conversione di due realtà agricole del Triveneto per un totale di 200 ha di SAU. La conversione terminerà definitivamente tra pochi mesi, ovvero ad aprile 2019. «Una scelta - precisa Calgaro - che mira, attraverso esperienze dirette di agricoltura biologica, ad individuare le migliori combinazioni di mezzi tecnici, operazioni colturali e selezione varietale in condizioni reali di campo, a fini didattici e divulgativi».
«Bio significa anche rigore – puntualizza Davide Andreasi –: rotazioni e scelta dei mezzi tecnici sono sottoposti a precisi vincoli normativi recentemente aggiornati: la conversione presuppone una forte attenzione alla tecnica e non consente scappatoie o sotterfugi».
Con il nuovo decreto Mipaaft n. 6793 del 18 luglio 2018 relativo alle rotazioni, ad esempio, il sovescio non viene più conteggiato ai fini della rotazione e la stessa specie viene coltivata nello stesso terreno solo dopo l'avvicendarsi di due colture principali. Ai cereali autunno vernini è concessa però la deroga di succedere a loro stessi per massimo 2 cicli colturali se seguiti da 2 colture principali una di cui leguminosa (frumento/frumento/soia/girasole).
Percorsi tecnici messi a punto sul campo
Anche in base a queste rotazioni l'Ufficio tecnico di Agricola Grains ha testato degli schemi di rotazione che prevedono conversioni "soft", a basso input iniziale per contenere i costi in una fase in cui i raccolti (per due anni) non possono essere valorizzati dal marchio bio.
Questa una delle rotazioni proposte a Udine: •Grano, •Colza •Soia,•Girasole (o Mais?), •Sovescio (o 5°coltura), con l'eventuale inserimento di secondi raccolti che peròm (DM 6793/18) non vengono più conteggiati ai fini della rotazione ma devono rispettare la regola delle tre colture. Riguardo al girasole, la coltura che nel 2018 ha dato i migliori risultati, il percorso tracciato da AG parte dalla corretta selezione Varietale, epoca semina: prima metà di maggio, frazionamento degli interventi di concimazione di fondo con microgranulare alla semina / sarchiatura e ottimi risultati con il concime fogliare prima della formazione del bottone fiorale. Nell'alternativa del mais, scelta rischiosa nelle annate da micotossine, le prove di Ag hanno rilevato risultati molto differenti in base all'ibrido utilizzato.
Per ulteriori info accedi al sito di Agricola Grains
Proroga per la presentazione dei PAP, programmi annuali di produzione del bio
La scadenza per la presentazione dei Programmi Annuali di Produzione con metodo biologico (vegetale, zootecnica, d’acquacoltura, delle preparazioni e delle importazioni) è stata prorogata al 15 maggio 2019.
Questa proroga, richiesta da alcune Regioni, agevola il lavoro delle organizzazioni di aziende biologiche che, a causa di problemi informatici, continuano ad avere difficoltà con il riposizionamento dei limiti grafici catastali di AGEA e quindi non potevano riuscire a presentare i Piani Annuali delle Produzioni entro la fine di gennaio.
Decreto Dipartimentale MiPAAF n. 5658 del 25/01/2019 (pdf 175 Kb)
Anteprima Speciale Soia di Terra e Vita 5/2019