Dal premio Nobel al campo e alla tavola

Michele Morgante
Chiamiamole Tea: tecniche di evoluzione assisitita. Per la prima volta l'accademia reale di Svezia assegna il premio Nobel per la chimica alle due donne Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna che, con la loro ricerca pioneristica, le hanno scoperte. Si apre così una nuova era di soddisfazione e di successi per il miglioramento genetico delle colture. Ma occorre un nuovo patto di collaborazione tra ricerca, agricoltura e società

È notizia di inizio ottobre che il premio Nobel per la chimica è stato per la prima volta assegnato a due donne, Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, per il loro lavoro pioneristico del 2012 che ha portato allo sviluppo della tecnica di editing genomico attraverso il sistema CRISPR/Cas9.

Editoriale del numero 31 di Terra e Vita

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Il Genome editing merita il premio Nobel

Le applicazioni più clamorose sono
nel settore agroalimentare

Benché le motivazioni del comitato per il Nobel si soffermino per lo più sulle possibili applicazioni in ambito biomedico, è in realtà in campo agroalimentare che potremmo vedere il maggior spettro di applicazioni di questa straordinaria tecnica.

Straordinaria perché trasforma quello che per un genetista era un sogno in realtà: la possibilità di prendere una specifica base fra le centinaia di milioni o i miliardi di quelle presenti nei genomi degli organismi viventi e modificarla a proprio piacimento, come si farebbe in un testo per una specifica lettera con le funzioni di editing: sostituirla, rimuoverla o aggiungerla.

La "riscrittura" del Dna

“Salti” può diventare salsi o sali o saltai. Ma se per me farlo nel testo è stato semplice, pensare di farlo nella molecola di Dna, all’interno di una cellula in quella specifica base e solo lì era, prima del lavoro delle due premiate, un’impresa titanica.

Lo schema del funzionamento del sistema CRISPR/CAS9, alla base delle tecniche di evoluzione assistita (Tea, un tempo Nbt)

Una nuova era per il miglioramento genetico delle colture

E il maggior spettro d’applicazione in agricoltura è dovuto al fatto che mentre nell’uomo possiamo usare la tecnica “solo” per correggere difetti genetici ossia mutazioni deleterie, come quelle che determinano malattie genetiche oppure tumori (e il solo è virgolettato perché di per sé si tratta di applicazioni di enorme impatto sulla salute), nelle piante lo possiamo fare anche per migliorare tutte quelle caratteristiche che da sempre sono state oggetto di selezione artificiale positiva nel miglioramento genetico.

Mutazioni identiche a quelle naturali

Caratteristiche per le quali fino a ora potevamo contare solo su mutazioni spontanee, se esistevano quelle in grado di darci il risultato voluto, oppure su quelle indotte da trattamenti mutagenici, che però, avendo effetti casuali, generavano forse quella voluta e molte altre mutazioni non necessarie.

Le mutazioni che possiamo oggi generare con l’editing sono identiche e indistinguibili rispetto a quelle spontanee o indotte dai trattamenti mutagenici ma lo possiamo fare con molta maggiore velocità (rispetto ai tempi della mutazione spontanea) e precisione (rispetto agli effetti della mutagenesi).

Chiamiamole TEA

Per questo motivo, come Società Italiana di Genetica Agraria, abbiamo deciso di chiamarle tecniche di evoluzione assistita (TEA). Perché ci aiutano a fare evolvere le piante e gli animali di interesse agricolo in maniera analoga a quanto potremmo fare con il miglioramento genetico tradizionale ma guidando il processo nella direzione da noi voluta e in tempi molto più rapidi.

Un'alleanza tra ricerca, produzione e società

Di cosa abbiamo bisogno perché questo arrivi a portare benefici sulla tavola dei consumatori?

Di un’alleanza fra mondo della ricerca e mondo della produzione che, sfruttando il momento particolare in cui da un lato per la ripresa post-Covid risulta indispensabile puntare su investimenti cospicui in ricerca e innovazione e dall’altro vi è l’esigenza impellente di migliorare la sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni agricole, proponga un’iniziativa importante e ambiziosa per portare innovazione genetica e digitale in agricoltura, sfruttando al meglio le enormi potenzialità dell’editing.

Un piano di collaborazione in cinque punti

Per migliorare simultaneamente rese e sostenibilità delle nostre produzioni senza sacrificare in alcun modo le loro tipicità. Ciò richiederà:

  • investimenti in ricerca per identificare i singoli geni e le singole basi del Dna che controllano le caratteristiche da migliorare e per mettere a punto le tecniche per l’editing in ogni singola specie e varietà;
  • azioni di trasferimento tecnologico per facilitare il passaggio dalla ricerca all’applicazione attraverso il coinvolgimento diretto del nostro sistema delle ditte sementiere e dei vivaisti;
  • azioni di trasferimento di conoscenza alle aziende agricole e al mondo dei consumatori per informarli in modo chiaro di potenzialità, limiti, rischi e benefici delle TEA e dei loro prodotti;
  • azioni per modificare il quadro normativo a livello europeo affinché non resti un grande ostacolo sulla strada delle applicazioni, finendo col favorire solo le grandi aziende agrochimiche;
  • una comunione di intenti e una messa da parte di interessi specifici per puntare al benessere delle generazioni future.
Dal premio Nobel al campo e alla tavola - Ultima modifica: 2020-10-16T09:06:51+02:00 da K4

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