Il Consiglio delle Accademie delle Scienze dell'Unione europea (Easac) lancia un appello alla Commissione. L’organismo che ha tra i suoi membri 29 tra le più prestigiose Accademie scientifiche del vecchio continente (per l’Italia l’Accademia dei Lincei) ritiene sia arrivato il momento di una "revisione radicale" dell'attuale normativa comunitaria sugli Ogm. La direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati è una direttiva orizzontale, che regolamenta l'emissione nell'ambiente a fini di sperimentazione e l'immissione in commercio di organismi geneticamente modificati che, dalla sua introduzione, ha di fatto bloccato la coltivazione in Europa non solo di ogm ma anche di varietà ottenute con le più moderne tecniche di miglioramento genetico.
Vent’anni dalla direttiva novel food
A quasi vent’anni dalla sua pubblicazione, tenendo conto dell’evoluzione della precisione delle biotecnologie, Easac ritiene sia giunta l’ora di riaprire l’Europa a queste innovazioni.
Il Consiglio delle Accademie, nel suo appello all’istituzione guidata da Ursula von der Leyen, sostiene che, proprio come le piante nate da metodi di selezione convenzionale, «gli organismi il cui genoma sia stato modificato non dovrebbero essere considerati come ogm, salvo se contengono del Dna di altre specie». Una presa di posizione importante in quanto, secondo esperti del settore a Bruxelles, in gioco c'è il futuro della ricerca e dell'innovazione agroalimentare in Europa.
La sentenza della Corte
Soprattutto dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che nel 2018 ha equiparato agli ogm, dal punto di vista legale, le varietà ottenute attraverso nuove tecniche di mutagenesi come il genome editing. La stessa pronuncia della Corte metteva però anche in evidenza la necessità di un adeguamento dell'attuale direttiva. Il Consiglio Ue ha riconosciuto il problema stabilendo formalmente che riguardo alle Nbt (New breeding Techniques) c’è una «condizione di incertezza» che occorre superare con «nuove disposizioni», per assicurare «la parità di trattamento tra i prodotti importati e quelli originari della Ue».
La posizione della Von der Leyen
Per risolvere il problema la Commissione è stata invitata a presentare, entro il 30 aprile 2021, uno studio sullo status delle nuove tecniche di miglioramento genetico nel diritto dell’Unione propedeutica a una proposta di riforma. All’interno di questo iter si inserisce la presa di posizione degli accademici europei secondo cui «l'Ue dovrebbe mettere a punto un nuovo quadro giuridico per valutare i rischi potenziali per l'ambiente o la salute umana delle varietà ottenute piuttosto che la tecnologia utilizzata». La posizione del nuovo Esecutivo Ue sul tema delle nuove biotecnologie potrebbe essere presto chiarito in occasione della presentazione della strategia ''Farm to Fork” nell'ambito del Green deal europeo.