Il cielo si è fatto scuro, a tratti sono arrivate anche le nuvole, ma gli annunciati temporali, seppur localizzati, nel week-end non sono infatti arrivati e così l’agricoltura dell’Emilia Romagna, leader dell’eccellenza agroalimentare italiana, si avvia verso i 60 giorni di astinenza dalle piogge, che segnano un calo di circa il 40% rispetto alla media del periodo.
Come quella dei grandi laghi lombardi (Maggiore, Iseo, Como) anche la portata del fiume Po permane ben al di sotto della media e le preoccupazioni sono aggravate dalla previsione di scarso contributo dovuto allo scioglimento delle nevi, cadute in ridotta quantità nei mesi invernali.
L’irrigazione verrà anticipata
Alla presa di Boretto, in particolare, la portata del più importante fiume italiano si aggira sugli 800 metri cubi al secondo con un calo del 25% circa sulla media del periodo; il livello idrico segna, nella prima settimana di Marzo, -2,49 metri sullo zero idrometrico: è il peggior dato nell’ultimo triennio, compreso il 2017 particolarmente siccitoso.
La particolare situazione climatica, con temperature già da primavera inoltrata, comporta l’avvio anticipato dell’irrigazione, resa più complessa anche dal progressivo insabbiamento degli alvei fluviali, caratterizzati oggi dalla presenza di vere e proprie isole.
«Il paradosso – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – è che al Sud, terra storicamente siccitosa, i bacini vanno già verso il massimo della capienza idrica. E’ la testimonianza della necessità di infrastrutturare anche le regioni del Nord con i primi 30 interventi, per circa 250 milioni di investimento, previsti dal Piano Nazionale Invasi, di cui chiediamo la sollecita conclusione delle ultime verifiche burocratiche per permettere il concreto avvio delle procedure per l’apertura dei cantieri con evidenti e positive ricadute anche occupazionali; al contempo chiediamo il finanziamento di una nuova tranche del Piano, per il quale i Consorzi di bonifica hanno già un portafoglio di progetti definitivi ed esecutivi, che mettono al servizio del Paese».
Invasi ancora carenti
«Attualmente – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale Anbi - riusciamo a stoccare solo l’11% dell’acqua piovana; fossimo stati attrezzati avremmo potuto conservare una parte delle abbondanti precipitazioni di inizio autunno ed oggi gli orizzonti sarebbero meno preoccupanti».
Aderendo alla richiesta di Anbi, l’Autorità di distretto del fiume Po ha convocato, giovedì prossimo (14 marzo) a Parma, l’Osservatorio sulla Crisi Idrica.