Due ettari e mezzo di frutteti completamente distrutti da una frana. Altri sei irraggiungibili con i mezzi agricoli perché le strade sono state inghiottite dagli smottamenti o perché fango e detriti le rendono impraticabili. Impossibile quindi eseguire lavorazioni come il diradamento delle chiome e trattamenti contro malattie e parassiti ma anche concimazioni per ridare un po’ di vigore a piante colpite duro dal maltempo. E poi ci sono Questo lo scenario con cui sta combattendo Ivo Tedioli, frutticoltore 54enne di Brisighella, in provincia di Ravenna. La sua azienda si compone di 25 ettari tra albicoccheti, pescheti e actinidieti nei terreni che seguono il corso del fiume Lamone, esondato in più punti durante l’alluvione del 16 e 17 maggio scorsi.
«È una situazione difficilissima – spiega Tedioli – in alcuni filari sto entrando in retromarcia perché mi manca completamente il cavedale, in altri sto ricostruendo pian piano la strada con il trattore, ma riesco a farepochi metri al giorno».
Tedioli conferisce alla cooperativa Buona Frutta di Voltana (Ra). Come di consueto si è assicurato con una polizza multirischio per le avversità di frequenza (grandine, vento forte ed eccesso di pioggia), ma non contro le catasftrofali (gelo/brina, alluvione e siccità), quindi non riceverà alcun risarcimento dalle compagnie per i danni da alluvione e dovrà sperare nel contributo del fondo Agricat e negli aiuti straordinari messi in campo dal governo.
Riesce a fare una stima dei danni o è troppo presto?
«Ho un impianto di kiwi che è franato sopra uno di albicocchi che a sua volta è franato su uno di kiwi, quindi ho tre appezzamenti tagliati più o meno a metà – racconta l'imprenditore romagnolo –. Poi con l'esondazione del fiume ho degli impianti di actinidia che sono andati sott'acqua di due metri quindi anche la struttura è compromessa. Per sistemare la frana più grande ho contattato un contoterzista dotato di ruspe. Mi ha stimato tre settimane di lavoro con due mezzi. Calcolando 150 euro l'ora per 15 giorni fanno 45mila euro, solo per rimettere in piano il terreno. Poi c'è da rifare l'impianto con pali e piante. Questo solo per ripristinare la frana più importante. Poi ce ne sono molte altre di piccole e bisogna aggiungere la mancata produzione per l'impossibilità di raggiungere i filari».
Quant'è la Plv dei suoi frutteti?
«In totale sono circa 300mila euro per un raccolto complessivo intorno ai cinquemila quintali negli anni buoni – precisa Tedioli – quest'anno il raccolto sarebbe stato di circa 4.500 quintali. Qui in collina la Plv del pesco è di 15mila euro a ettaro, su albicocco siamo a 20/25mila euro a ettaro e altrettanto per il kiwi. In tempi normali la marginalità è buona per le albicocche ma negli ultimi cinque-sei anni il pesco ha avuto costi di produzione superiori ai ricavi. Il kiwi rende quando si riesce ad avere la produzione ma è una coltura molto sensibile: un anno il vento forte, un altro l'eccesso di pioggia e un altro ancora il freddo abbassano anche di molto le rese».
Tedioli coltiva decine di varietà di pesche per ampliare al massimo il periodo di raccolta, kiwi giallo e verde e poi albicocche, che tra una decina di giorni avrebbe dovuto cominciare a raccogliere: «Ma non credo riuscirò a raccogliere – ammette Tedioli – un po' perché sono tutte ammaccate dalla pioggia e un po' perché non sono raggiungibili. Deve anche venire il perito dell'assicurazione per valutare il cracking, per questo danno prenderò qualcosa di indennizzo».
Edagricole sostiene l'iniziativa di raccolta fondi
per l'Emilia-Romagna alluvionata
L'Iban per la donazione, intestato a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia Romagna” è il seguente:
IT69G0200802435000104428964
La causale da indicare è “Alluvione Emilia-Romagna"
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