«I sopralluoghi per verificare i danni causati alle colture agricole dagli eventi meteo estremi che si sono abbattuti per oltre un mese sulla Puglia procedono spediti e accurati in tutta la regione. I tecnici regionali, di concerto con quelli delle organizzazioni di categoria, stanno accertando, paese per paese e azienda per azienda, i danni causati da trombe d’aria, violenti temporali, nubifragi, forti venti e grandinate. Al termine dei sopralluoghi la Regione Puglia farà il punto per poi avanzare richiesta di calamità naturale e quindi di indennizzo per gli agricoltori». Suonano rassicuranti per gli agricoltori danneggiati dagli straordinari eventi meteo abbattuttisi in Puglia a maggio e giugno le parole di Giuseppe De Noia, produttore di uva da vino (3 ha a Bitonto - Ba) e presidente di Cia Levante (Bari – Barletta-Andria-Trani). Ma De Noia puntualizza che «purtroppo per questi molteplici e importanti danni dovremo ancora fare riferimento al decreto legislativo n. 102/2004, cioè al fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, che è completamente inadeguato rispetto alla situazione attuale, non più caratterizzata, come in passato, da eventi calamitosi contingenti, ma segnata dagli effetti disastrosi di una sempre più grave crisi climatica».
Su ciliegio danni da cracking, botrite e monilia
Non possono, infatti, non essere addebitati alla generale crisi climatica eventi meteo mai visti in Puglia per durata, intensità e dannosità.
«Colpisce in primo luogo la durata, poiché dai primi di maggio a metà giugno si è verificato un continuo susseguirsi di piogge, con un persistente elevato tasso di umidità, che, sommato alle temperature calde di metà-fine primavera, ha favorito sia il fenomeno del cracking (o spacco) sulle ciliegie sia, più in generale, lo sviluppo di malattie fungine su tutte le colture in campo.
Il cracking ha compromesso la raccolta non solo delle varietà precoci di ciliegio, come la Bigarreau, ma anche delle medie e di parte delle tardive, come la Ferrovia; inoltre sulle ciliegie spaccate si è facilmente insediata la botrite, poi diffusasi anche sulle ciliegie ancora integre.
Le coperture plastiche hanno protetto, dove presenti, le ciliegie dal cracking, ma sono ancora poco diffuse perché molto costose. Peraltro il ristagno di elevata umidità relativa ha favorito la formazione di malattie fungine, come la monilia, anche nei ciliegi coperti».
Gravi danni da peronospora anche nei vigneti inerbiti
A seguito delle persistenti piogge che hanno interessato le aree viticole pugliesi, le viti sono state attaccate dalla peronospora, la cui diffusione, nota Michele Palermo, presidente di Copagri Puglia, «è stata favorita dalla impossibilità per i produttori di recarsi nei vigneti, completamente allagati dalle abbondanti precipitazioni, per effettuare in tempo gli opportuni trattamenti fitosanitari».
Allagamenti che hanno interessato anche vigneti inerbiti, nei quali gli anni scorsi i produttori erano riusciti ad accedere tranquillamente anche in presenza di piogge, non devastanti, però, come quelle di quest’anno.
«Per la prossima campagna – aggiunge Palermo – c’è il concreto rischio che la produzione di uva da vino e uva da tavola si riduca in misura significativa, con cali stimabili fino al 50% nei vigneti del Foggiano, della Bat e del Tarantino e, quindi, pesanti conseguenze per l’economia agricola pugliese».
Danni ingenti alla cerealicoltura foggiana
Le piogge abbondanti e persistenti, spesso miste a grandine, hanno causato danni ingenti alla cerealicoltura foggiana, sostiene Angelo Miano, presidente di Cia Capitanata.
«I campi di orzo sono diventati delle risaie. Le spighe, schiacciate dal peso dell’acqua, sono cadute o allettate, tanto che è impossibile trebbiarle. Stesso discorso per l’avena.
Anche molti campi di grano duro sono completamente allettati, a volte persino marciti per l’accumulo di acqua. Peraltro l’eccessiva umidità persistente ha favorito lo sviluppo di malattie fungine, come le ruggini, sulle quali è impossibile intervenire a pochi giorni dalla mietitrebbiatura, per quel poco che si riuscirà a salvare. Ma i problemi non riguardano solo i cereali.
Le cipolle stanno marcendo nel terreno. Le piante di pomodoro da industria sono già fiorite, ma in diversi areali l’allegagione è stata compromessa dalla mancanza delle necessarie condizioni climatiche. Anche il foraggio nei campi è andato completamente perduto».
In Puglia non c’è coltura senza danni da eventi meteo estremi
Non c’è coltura che non sia stata danneggiata dagli eventi meteo estremi abbattutisi in Puglia nelle ultime settimane, commenta Piero Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
«Tra Minervino e Spinazzola i campi di orzo da birra sono stati allagati dalle piogge violente, mentre le piante di pomodoro appena trapiantate sono collassate o trascinate via dall’acqua e nuovi trapianti sono stati rimandati perché le campagne sono impraticabili.
In Capitanata è andato perso il 40% della produzione degli asparagi, così come, nell’intera Puglia, oltre il 60% del foraggio per alimentare gli animali nelle stalle, allettato dalle violente piogge e snaturato.
Il rischio concreto è l’ulteriore aumento del costo dei mangimi, già schizzato in alto a causa del rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali a causa dell'attuale guerra in Ucraina.
Abbiamo portato nei campi l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, per mostrarli lo stato reale di sofferenza degli agricoltori. Adesso ci aspettiamo adeguati interventi di indennizzo dei danni da essi subiti».