Carrubo, pianta multifunzionale da riscoprire e valorizzare

    Nella sfida ai cambiamenti climatici emergono le potenzilaità di specie da frutto minori ma interessanti per caratteristiche di rusticità e resistenza alla siccità. Un’opportunità per la rigenerazione agricola di alcune aree del Sud Italia

    Il carrubo è grande protagonista dei paesaggi assolati della Sicilia, è una specie singolare, utile e poco conosciuta nel panorama delle piante coltivate in Europa che rappresenta certamente una risorsa per gli agroecosistemi mediterranei. «Singolare per numerosi fattori – ha spiegato Stefano La Malfa, professore del Di3A dell’Università di Catania, in occasione dell’incontro “Innovazione nell’arboricoltura da frutto e nuovi scenari meridionali” della Soi – innanzitutto per la posizione sistematica e poi ancora per l’origine, la diffusione, la biologia fiorale, le modalità di propagazione e le peculiarità fisiologiche».

    Il carrubo, una pianta utile

    Il carrubo è una leguminosa ed il genere Ceratonia è estremamente isolato, probabilmente relitto di un gruppo più ampio del quale sopravvivono il carrubo e la Ceratonia oreothauma. La specie è diffusa esclusivamente nel bacino del Mediterraneo, con una produzione ormai ridotta a circa 150mila tonnellate su base annua.

    La ripartizione tra i paesi produttori vede il Portogallo in testa, seguito da Italia, Marocco, Turchia. In Italia, la Sicilia è la maggiore produttrice con una diffusione su 5.470 ettari su 5.581 ettari totali (dati Istat 2020). Le province di Ragusa e Siracusa intercettano oltre il 90% della superficie.

    Per quanto attiene la biologia fiorale, si rileva una caulifloria molto evidente, una scalarità della fioritura tra infiorescenze diverse, e in seno alla singola infiorescenza, con un’epoca di fioritura estivo-autunnale prolungata che riveste una importanza rilevante per i pronubi che possono continuare a bottinare in un periodo in cui c’è carenza di fioriture.

    La propagazione può avvenire con diverse modalità, ma risulta assente una filiera vivaistica che fornisca piante innestate. Fisiologicamente siamo di fronte ad una specie caratterizzata da meccanismi di adattamento a condizioni di stress idrico. Questi adattamenti contribuiscono alla fama di pianta rustica di cui gode, derivante anche da un apparato radicale possente e capace di colonizzare il suolo sia in profondità che in volume. Nonostante non sia una specie azotofissatrice, come erroneamente ritenuto in passato, mostra un efficiente utilizzo dell’azoto con elevati livelli di fotosintesi soprattutto in foglie giovani ricche di composti azotati (high nitrogen lifestyle).

    Oggi il principale interesse è rivolto alla farina da semi (locust bean gum, LBG) usata come addensante, emulsionante, stabilizzante e gelificante naturale nell’industria alimentare. Particolarmente interessante perché priva di glutine e per questo considerata tra i functional food. Nella polpa è presente un elevato quantitativo di zuccheri e anche nel frutto immaturo sono presenti catechine e gallotannini a cui è riconosciuto un valore nutraceutico. Negli ultimi anni si è registrato un mutamento strutturale per cui i player mondiali, soprattutto dove la manodopera costa meno, hanno cercato di “fare cartello”. Questo anche perché il seme ha elevato peso specifico è facile da trasportare e risulta stabile negli anni.

    Il patrimonio varietale

    Secoli di coltivazione hanno dato origine a numerose cultivar locali che differiscono per tratti di interesse agronomico. Nelle diverse aree di coltivazione esistono varietà di origine incerta che rappresentano il germoplasma locale di ciascuna area. Nel recente passato alcuni lavori di caratterizzazione hanno messo in luce alcune caratteristiche del germoplasma e la struttura genetica delle diverse popolazioni.

    Emerge oggi l’esigenza di conservare razionalmente tale germoplasma e di selezionare cultivar a duplice attitudine.

    I caratteri di interesse per la pianta sono: portamento, epoca di entrata in produzione, produttività, riduzione alternanza di produzione, facilità di abscissione del frutto per l’introduzione della raccolta meccanizzata, tolleranza al freddo e malattie (soprattutto oidio e più di recente lo Xylosandrus compactus), dimensioni del frutto, resa nelle diverse componenti e qualità del seme.

    Contrastare l’erosione genetica

    In Sicilia le cultivar diffuse sono: Latinissima (conosciuta anche come Giubiliana, Cipriana, Masculina), Racemosa (nota anche come Moresca, Carruba spada, Sciabulara), Saccarata (Latina, Fimminedda, Milara), Falcata (Fauciara, Francisa), Pasta, Ermafrodita Sangimignana, Ermafrodita Tantillo. Pasta è una delle migliori cultivar a duplice attitudine, Racemosa si contraddistingue per fruttificazione a grappolo, Tantillo mostra una bassa resa in seme così come le altre ermafrodite.

    Anche in Puglia lavori condotti cinquant’anni fa avevano descritto le varietà presenti nel territorio (Amele di Bari, Cavallaro, Schiovinesca, Sottile, Triggianesca, Cavallaro II, Cotta, Grossa, Piccia luce, Sottile, Falcata, Trigianese) evidenziando ancora una volta l’ampia biodiversità del carrubo.

    Il carrubo può rappresentare una risorsa per gli agroecosistemi mediterranei. Tutto questo deve però partire da una migliore conoscenza delle risorse genetiche, soprattutto in considerazione dell’erosione genetica a cui è soggetta la specie, un fenomeno complesso che riguarda la perdita delle risorse genetiche e la perdita della conoscenza delle risorse genetiche.

    Per contenere il fenomeno si usano marcatori molecolari utili non solo all’identificazione varietale (fingerprinting), ma anche a studi di filogenesi, costruzione mappe genetiche, tracciabilità del prodotto. L’Università di Catania ha cominciato a caratterizzare la biodiversità esistente sia coltivata sia proveniente da popolazioni spontanee. Dagli studi è emerso che tutte le ermafrodite sono raggruppate a prescindere dal luogo di origine facendo pensare che siano state selezionate tutte in Spagna.

    In particolare, in collaborazione con i ricercatori dell’Irta (centro Mas Bovè) il gruppo di ricerca coordinato da Stefano La Malfa ha effettuato la caratterizzazione molecolare di 215 accessioni provenienti da tutto il mondo per arrivare alla definizione di una core collection. A questo fine sono state selezionate 41 accessioni considerando alcuni pool genici maggiormente a rischio che racchiudono la variabilità genetica della collezione. Questo lavoro è di rilevante importanza anche perché il Mediterraneo è un hotspot per il cambiamento climatico oltre che per la biodiversità.

    Aspetti agronomici e fitosanitari

    Il carrubeto razionale dovrebbe essere a sesto con impianti fitti fin dove possibile (100-200 piante/ha) e con impianto di irrigazione, perlomeno di soccorso per evitare ritardi nell’entrata in produzione

    Le scelte in fase di impianto devono prevedere la presenza di piante impollinatrici (es. ermafrodite) nella misura del 10 – 20% e di pronubi. Per poter effettuare la raccolta meccanizzata bisogna considerare l’altezza delle branche e la distanza tra le piante. Tutto questo in teoria, ma la realtà è diversa. Gli impianti attuali sono spesso promiscui con piante di età diverse e per le operazioni colturali bisogna considerare che il ciclo vegetativo si ripete anno dopo anno, mentre quello produttivo va dall’induzione a fiore in primavera-estate per arrivare allo sviluppo del frutto nell’anno successivo. Ciò significa che qualsiasi operazione deve considerare la presenza dei vari organi.

    Accanto alle tradizionali malattie che generalmente non destano particolari preoccupazioni, da qualche anno si annovera nel ragusano la presenza dello scolitide Xylosandrus compactus, che rappresenta una vera emergenza. I danni sono molto evidenti, anche perché esso attacca diverse parti della pianta.

    Dati preliminari dimostrano che la biodiversità può venire in soccorso, poiché alcune varietà mostrano in alcuni saggi una minore suscettibilità alla aggressione di questo parassita.

    Carrubo, pianta multifunzionale da riscoprire e valorizzare - Ultima modifica: 2022-03-15T09:46:27+01:00 da K4

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