Bioetanolo, AssoDistil: trentamila nuovi posti di lavoro nella filiera agricola

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L’impatto stimato a fronte di una domanda certa di almeno il 10% di questo biocarburante nella benzina entro il 2030. Se ne è parlato in occasione del workshop promosso da AssoDistil

Quale può essere la soluzione migliore e sostenibile per adottare e centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di utilizzo di fonti rinnovabili secondo gli obiettivi fissati dalla direttiva sulle fonti rinnovabili Red II – che prevede che i fornitori di benzina, diesel e metano conseguano entro il 2030 una quota pari al 16% di fonti rinnovabili sul totale di carburanti immessi a consumo?

La risposta dal convegno “Bioetanolo: la mobilità sostenibile è ora!” organizzata a Roma da AssoDistil (Associazione nazionale industriale distillatori di alcoli e acquaviti).

Per AssoDistil la strada da percorrere è l’utilizzo del bioetanolo sostenibile, risorsa già disponibile in Italia, un biocarburante 100% rinnovabile in grado di ridurre le emissioni di almeno il 75% rispetto ai carburanti fossili.

Bioetanolo, ricadute ambientali e occupazionali

Uno studio europeo condotto dalla European Climate Foundation ha stimato le ricadute ambientali, economiche ed occupazionali dello sviluppo del bioetanolo in Europa, evidenziando come i carburanti convenzionali possano essere sostituiti con biocarburanti avanzati fino al 16% senza impattare su altre filiere esistenti.

La produzione di biocarburanti avanzati comporterebbe di conseguenza la costruzione di circa 150 impianti per un investimento di oltre 10 miliardi di euro e la creazione di 160mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti, temporanei e permanenti. Inoltre, l’immissione in consumo di tali biocarburanti avanzati, consentirebbe la riduzione di almeno il 60% delle emissioni oltre a creare 300mila nuovi posti di lavoro nel settore agricolo che beneficerebbe di 15 miliardi di euro/anno di reddito integrativo.

Di conseguenza per l’Italia, spiega AssoDistil, a fronte di una domanda certa di almeno il 10% di bioetanolo nella benzina entro il 2030 e di una strategia di incentivi pubblici per la realizzazione degli investimenti, si potrebbe prevedere quindi la realizzazione di almeno 15 nuovi impianti con la conseguente mobilizzazione di circa 1,5 miliardi di euro di investimento, 16mila nuovi posti di lavoro nell’industria, oltre a 30mila nella filiera agricola con un’integrazione complessiva al reddito di circa 1,5 miliardi. Questo senza considerare la possibilità di utilizzare parte degli oltre 3 milioni di ettari di terreni inattivi in Italia per coltivare la materia prima per la produzione di bioetanolo avanzato.

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Un momento del convegno

Bioetanolo dagli scarti agroalimentari

Il bioetanolo è miscelabile con la benzina senza alcuna necessità di interventi sulle vetture circolanti fino ad almeno il 10%, che è di fatto lo standard utilizzato nei maggiori paesi dell’Unione Europea. Inoltre, il bioetanolo viene prodotto in Italia da filiere certificate sostenibili che utilizzano residui agricoli, come ad esempio vinacce, fecce, biomasse no-food dedicate e scarti agroindustriali. Questo pone le basi anche per una conversione industriale della petrolchimica verso una chimica verde, che in Italia presenta assolute eccellenze essendo stati i primi al mondo a sviluppare una tecnologia per la produzione di bioetanolo a partire da cellulosa.

Il mercato del bioetanolo in Italia stenta a decollare

Secondo AssoDistil, sebbene introducendo un obbligo minimo di miscelazione di bioetanolo con la benzina sia stato fatto un passo avanti importante, considerando la leadership tecnologica italiana, il mercato del bioetanolo in Italia stenta a decollare. «Tutta la produzione nazionale è stata sino ad ora destinata a mercati europei confinanti, come Svizzera e Francia, con il doppio svantaggio di non utilizzare la quota di energia rinnovabile nel nostro Paese e riducendo il beneficio ambientale del bioetanolo prodotto qui ed esportato a causa delle emissioni legate ai trasporti», spiega il presidente di AssoDistil Antonio Emaldi.

«L’Italia adotti una politica di alla produzione e consumo di bioetanolo sostenibile»

Nel corso dell’evento, AssoDistil ha chiesto che l’Italia, allineandosi a quanto già fatto dai maggiori Paesi europei, adotti una politica di sostegno alla produzione ed al consumo di bioetanolo sostenibile e di sviluppo delle sue filiere per garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea, sia in termini di uso di fonti rinnovabili nei trasporti, sia di decisa e immediata riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti prodotti dal settore dei trasporti.

«Come AssoDistil chiediamo obiettivi vincolanti e crescenti di immissione in consumo di bioetanolo, sia convenzionale che avanzato nella filiera della benzina almeno fino al 2030 per garantire un adeguato abbattimento di emissioni. – spiega Sandro Cobror, direttore di AssoDistil - Inoltre, le accise gravanti sul bioetanolo sono inspiegabilmente equiparate a quelle della benzina che sono tra le più alte tra tutti i carburanti in commercio. Auspichiamo in questo senso una revisione delle accise in modo che tengano conto dell’impatto ambientale dei singoli carburanti: paga di più chi inquina di più. In ultimo, come associazione, chiediamo un supporto agli investimenti in impianti per la produzione di bioetanolo avanzato accanto a uno snellimento burocratico che ad oggi rischia di penalizzare troppo il settore».

«In momenti terribili come quelli che stiamo vivendo da un paio di mesi a questa parte a seguito del conflitto russo-ucraino – conclude Emaldi – il ricorso a fonti energetiche alternative a quelle fossili, come appunto il bioetanolo, appare oltremodo indispensabile per affrancarci il più possibile da importazioni di petrolio e, nel contempo, migliorare l’impatto ambientale».

«La sfida della riduzione delle emissioni passa anche dai biocarburanti»

«La sfida della riduzione delle emissioni passa anche dai biocarburanti – incalza il presidente della Commissione agricoltura Filippo Gallinella -. Nel 2030, l'80% delle autovetture, che oggi producono il 14% dei gas serra totali, saranno ancora a combustione interna e sostituire parte della benzina con bioetanolo ridurrà sensibilmente la CO₂ emessa e ciò vale anche per le ibride. In Italia, inoltre, si produce prevalentemente etanolo da sottoprodotti come quelli della filiera del vino e non da culture dedicate; bioetanolo che oggi va per lo più in Francia. Quanto prima dobbiamo accelerare per la miscelazione con la benzina. Credo che questo percorso sia la strada giusta da percorrere anche perché il nostro Paese dispone già del know how per il cambiamento».

Con la Red II (Renewable Energy Directive) ed il Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima del 2020, il nostro Paese ha introdotto un obbligo progressivo di biocarburante miscelato con la benzina pari allo 0,5% nel 2023 e al 3% nel 2025. Dal momento che oggi il bioetanolo è probabilmente l’unico biocarburante miscelabile con la benzina, AssoDistil stima che l’adozione di questa norma possa tradursi in una quota di questo prodotto pari ad almeno 55ktonn/a nel 2023 ed almeno 320 ktonn/a nel 2025 e che sostituirà pari quantità di fonti fossili.

Bioetanolo, AssoDistil: trentamila nuovi posti di lavoro nella filiera agricola - Ultima modifica: 2022-05-11T19:21:37+02:00 da Laura Saggio

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