Coronavirus: “Corsia verde” alle frontiere per garantire gli approvvigionamenti

File di Tir per controlli alla frontiera tra Slovenia e Croazia
Dopo la denuncia di Copa-Cogeca, la Commissione Europea pubblica nuove linee guida per velocizzare il transito delle merci e dei lavoratori pendolari alle frontiere. La Commissaria per i Trasporti Adina Vălean: «L’obiettivo è anche quello di proteggere gli operatori che sono in prima linea». Chiesta anche la rimozione delle barriere arbitrarie all’interno di ogni Stato membro.

La Commissione europea pubblica nuove linee guida sullo spostamento delle merci tra le frontiere interne. Per garantire che le catene di approvvigionamento dell'Unione europea continuino a funzionare, gli Stati membri sono tenuti a indicare senza indugio, tutti i valichi di frontiera interna sulla rete transeuropea di trasporto (Ten-T) come valichi di frontiera green lanes (“corsie verdi").

Adina Vălean, Commissaria europea ai trasporti

La Commissione indica che:

  • i valichi di frontiera verdi devono essere aperti a tutti i veicoli merci, qualunque sia la merce che trasportano;
  • attraversare il confine, compresi eventuali controlli e controlli sanitari, non dovrebbe richiedere più di 15 minuti;
  • le procedure ai valichi di frontiera verdi devono essere ridotte al minimo e snellite lo stretto necessario;
  • i controlli e lo screening devono essere effettuati senza che i conducenti debbano lasciare i loro veicoli e i conducenti stessi devono sottoporsi a controlli minimi;
  • ai conducenti di veicoli merci non deve essere richiesto di produrre documenti diversi dalla loro identificazione e patente di guida e, se necessario, una lettera dal datore di lavoro;
  • la presentazione / visualizzazione elettronica dei documenti deve essere accettata. nessun veicolo merci o conducente deve subire discriminazioni, indipendentemente da origine e destinazione, nazionalità del conducente o paese di immatricolazione del veicolo;
  • alla luce della situazione attuale, gli Stati membri sono inoltre invitati a sospendere temporaneamente tutte le restrizioni di accesso stradale attualmente in vigore nel loro territorio, come i divieti di fine settimana, di notte e settoriali. (prosegue sotto)

Leggi anche:


Vălean: «L’obiettivo è anche la protezione degli operatori del trasporto in prima linea»

La Commissaria per i Trasporti Adina Vălean ha dichiarato: «La rete di trasporti dell'UE collega l'intera Unione. Il nostro documento di orientamento è inteso a proteggere le catene di approvvigionamento in queste difficili circostanze e a fare in modo che sia le merci, sia i lavoratori del settore dei trasporti possano viaggiare senza ritardi ovunque sia necessario».

«Oggi più che mai – continua Vălean- è importante avere un approccio collettivo e coordinato al trasporto transfrontaliero. Le corsie preferenziali (green lanes) sono specificamente concepite anche per proteggere i lavoratori del settore, che si trovano in prima linea in questa crisi. Questa serie di raccomandazioni agevolerà la loro missione già logorante e renderà il loro lavoro più sicuro e più prevedibile».

Libera circolazione dei lavoratori

Per mantenere la circolazione, la Commissione infatti raccomanda inoltre agli Stati membri

Blocchi e controlli asfissianti alla frontiera del Brennero

di agire per garantire la libera circolazione di tutti i lavoratori coinvolti nel trasporto internazionale, indipendentemente dalla modalità di trasporto.

In particolare, si dovrebbe rinunciare a norme come le restrizioni di viaggio e la quarantena obbligatoria dei lavoratori dei trasporti che non presentino sintomi. Ad esempio, gli Stati membri non devono richiedere che i lavoratori dei trasporti siano muniti di un certificato medico per dimostrare la loro buona salute.

Per garantire la sicurezza dei lavoratori dei trasporti, sono necessarie anche misure igieniche e operative potenziate in aeroporti, porti, stazioni ferroviarie e altri hub di trasporto terrestre.

I certificati di competenza professionale riconosciuti a livello internazionale devono essere considerati sufficienti per dimostrare che un lavoratore è attivo nel trasporto internazionale. In assenza di tali certificati (non tutti i conducenti internazionali ne hanno uno), deve essere accettata una lettera firmata dal datore di lavoro. tutti questi principi devono applicarsi anche ai cittadini di paesi terzi se sono essenziali per garantire che le merci si muovano liberamente all'interno e nell'Ue.


La denuncia della filiera: «Forniture
agroalimentari a rischio»

Le indicazioni della Commissione erano state fortemente sollecitate dalla filiera agroalimentare che hanno denunciato nei giorni scorsi una sorta di effetto Brexit interno all’Unione per l’effetto di restrizioni arbitrarie alle frontiere. Copa e Cogeca (organizzazioni degli agricoltori e delle cooperative agroalimentari Ue)  FoodDrinkEurope (le associazioni di categoria dell'industria alimentare) e Celcaa (operatori commerciali dell'agroalimentare) hanno infatti scritto nei giorni scorsi alla Commissione europea denunciando l’inefficacia delle linee guida Ue del 16 marzo scorso sulla necessità di lasciar passare prodotti agricoli e alimentari alle frontiere.

In particolare gli operatori del settore, in un’inchiesta costruita dall’inviato Ansa a Bruxelles Angelo di Mambro, hanno denunciato il pericolo che le merci non arrivino a destinazione.

Mettendo sotto accusa il ripristino dei controlli alle frontiere interne tra i Paesi dell'Unione. Camion con animali bloccati per ore al confine tra Germania e Polonia, alimenti che marciscono in un serpente di Tir lungo 15 chilometri tra Slovenia e Croazia, mezzi che per entrare in Ungheria devono cambiare autista e il tragitto dal Portogallo alla Romania che è diventato più lungo e incerto che mai sono solo alcuni esempi di quanto sta accadendo.

Pekka Pesonen

«Stiamo ricevendo - testimonia Pekka Pesonen, segretario del Copa e Cogeca, - segnalazioni di gravi interruzioni e ritardi delle consegne alimentari praticamente in tutti i 12 Paesi (che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere interne per far fronte all'epidemia di coronavirus».

«La Brexit ormai è interna all’Unione»

Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza delle Cooperative agroalimentari

«Sperimentiamo cosa significa la nascita di controlli e dogane dove prima non c'erano, un anticipo di cosa potrebbe succedere tra Ue e Regno Unito dopo la Brexit - dice Pesonen con una punta di amarezza». E c'è chi, come in Italia il presidente dell'Alleanza cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri, paventa il rischio di blocco: «I problemi, in campagna come negli stabilimenti produttivi, stanno aumentando di giorno in giorno, rendendo sempre più arduo riuscire a garantire ancora a lungo ai cittadini un'assoluta continuità nella fornitura di cibo».

In un mercato dagli scambi fluidi, come è quello europeo dei prodotti agroalimentari, le scorte possono essere tenute al minimo poiché materie prime e prodotti arrivano dove servono e quando servono.

«Con una logistica organizzata sul principio del just-in-time - continua Pesonen - i ritardi significano danni a effetto domino su tutta la filiera». Danni che si sommano al calo della domanda dovuto alla chiusura di ristoranti e alberghi e alle difficoltà di reperimento della manodopera stagionale, soprattutto in Italia e Spagna. Senza dimenticare «pratiche sleali come le restrizioni sui prodotti senza alcun criterio scientifico e legale».

Coronavirus: “Corsia verde” alle frontiere per garantire gli approvvigionamenti - Ultima modifica: 2020-03-24T09:24:52+01:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome