Gelate tardive, dopo un anno di tregua ci risiamo

gelate tardive
Temperature fino a -5° C in Veneto e in Romagna. Danni limitati per chi ha attivato i sistemi di difesa attiva come ventoloni e irrigazione di soccorso

Dopo una primavera 2022 di tregua, seguita alla strage di drupacee del 2021, le gelate tardive tornano quest'anno a flagellare gli impianti frutticoli, in particolare nella Pianura Padana. L'aria fredda scesa sulla nostra Penisola dalla Scandinavia ha portato le temperature minime anche a -5 gradi nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 aprile, provocando danni a macchia di leopardo ancora non del tutto quantificati ma stimati nell'odine del 30-40% per le drupacee. Il gelo ha colpito anche kiwi e viti. E per una delle zone più vocate come la Romagna le perdite di produzione dovute al gelo si aggiungono a quelle provocate dalla grandinata che nel primo weekend di aprile ha colpito vaste zone a nord di Ravenna.

Le aziende agricole attrezzate con trumenti di difesa attiva, in particolare ventoloni e impinati di irrigazione antibrina sono riuscite meglio di altre a contenere gli effetti negativi dell'abbasssamento delle temperature.

Da quest'anno, oltre alle coperture garantite dalle assicurazioni agevolate, se i danni certificati saranno superiori al 20% della produzione media annua scatterà l'indennizzo del fondo Agricat, sempre che venga emesso il decreto che dovrà regolamentare la compilazione delle domande da parte degli agricoltori.

Condifesa Ravenna: difficile trovare compagnie disposte ad assicurare

«In queste ore stiamo facendo la stima dei danni – spiega il direttore del Condifesa Ravenna e presidente di Cia Agricoltori italiani dell'Emilia-Romagna Stefano Francia – una situazione che va a sommarsi alla difficoltà che quest'anno le aziende agricole hanno incontrato molte difficoltà a trovare compagnie disposte ad assicurare gli impianti frutticoli dal gelo». Il Condifesa Ravenna fa sapere che sono circa 25-30% le imprese socie che avrebbero voluto assicurarsi contro il gelo ma non hanno trovato compagnie disposte ad assumersi il rischio.

Confagricoltura: senza difesa attiva perso l'80% delle albicocche

Allarme per le produzioni frutticole lanciato anche da Confagricoltura che stima perdite fino al 70-80% della produzione di albicocche per chi non ha messo in moto sistemi di protezione delle colture, ventole o impianti d’irrigazione antibrina sovra e sottochioma. La coltre bianca ha investito i pereti e i meleti nella delicata fase di fioritura e allegagione - informa la professionale - le piante di kiwi e kaki appena germogliate, con danni ingenti nelle zone a maggior vocazione frutticola, in particolare Modena, Ferrara e Bologna e la Romagna; danneggiate anche le viti nella fase di sviluppo della gemma cotonosa.

«Soprattutto se il gelo, come è accaduto nell'ultima notte, si protrae per molte ore – rileva Alberto Mazzoni, presidente della circoscrizione di Confagricoltura Forlì – gli agricoltori si sono attivati per difendere le proprie coltivazioni, ma non sempre è stato possibile».

«Nel nostro territorio i sistemi di difesa attiva più diffusi sono i cosiddetti ventoloni e gli impianti antibrina, ma questi ultimi hanno bisogno di acqua per funzionare – interviene Michele Ghetti, presidente di Anga Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini e frutticoltore forlivese – con tanti impianti attivati sul territorio, però, non sempre c'è stata una pressione costante per tutti e se diminuisce la pressione cala anche l'efficacia del sistema. Inoltre con i prezzi dell'acqua che sono esplosi, parliamo di un aumento dell'80% dal 2021 ad oggi per gli agricoltori forlivesi, difendersi dal gelo è diventato ancor più oneroso».

"Va rivisto completamente il sistema assicurativo, come sottolineato da tempo dalla nostra organizzazione – dichiara infine Confagricoltura Emilia Romagna –. Con gelate primaverili così importanti la preoccupazione è forte anche per gli agricoltori assicurati, che a fronte di una perdita totale della produzione saranno risarciti solo in parte, andando a coprire al massimo il 30-40% del danno subito".

Coldiretti: sei miliardi di danni in un anno a causa del clima

I raccolti – spiega Coldiretti – sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici che nell’ultimo anno hanno causato danni per oltre 6 miliardi all’agricoltura italiana. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Gelate tardive, dopo un anno di tregua ci risiamo - Ultima modifica: 2023-04-06T16:09:46+02:00 da Simone Martarello

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