Giansanti: «Un grande Stato ha bisogno di una grande agricoltura»

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Massimiliano Giansanti
«Sovranità alimentare e salvaguardia del potenziale produttivo sono questioni ineludibili». Così il presidente di Confagricoltura ha aperto oggi a Roma l’assemblea di Confagricoltura, ricordando come il comparto agricolo abbia dimostrato una forte resilienza nel periodo del lockdown. «Ora però arriva il Green Deal con i forti impegni di Farm to fork e biodiversità, imposti al comparto primario senza un’adeguata valutazione di impatto»

«L’emergenza Coronavirus ha fortemente inciso sugli stili di vita e sulle abitudini non solo dell’Italia, ma di tutti i Paesi con cui siamo abituati a dialogare e commerciare».

Non poteva che partire da un preciso riferimento alla situazione generata dalla pandemia l’intervento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha aperto i lavori dell’assemblea che è svolta oggi a Roma, all’Auditorium della Tecnica.

L’intervento della ministra Teresa Bellanova

L'assemblea di Confagricoltura all'auditorium della tecnica

Futuro incerto

«Abbiamo di fronte un quadro di crisi nuovo ed inaspettato, non solo dal punto di vista economico, ma anche, e soprattutto, da un punto di vista sociale, culturale e di interazione fra le persone, che rischia di mettere in discussione modelli e condizioni di vita che hanno caratterizzato la nostra epoca».

«La filiera agroalimentare e distributiva ha dato una risposta eccellente durante l’emergenza sanitaria – ha ricordato il presidente Giansanti -. Lo sforzo produttivo è stato portato avanti nonostante le difficoltà operative determinate dalle restrizioni imposte per contrastare l’incremento del contagio da Covid-19, tra cui, prima tra tutti, quella di reperimento della manodopera causata dalle restrizioni imposte alle frontiere. I rifornimenti sono stati assicurati, anche se alcuni comparti hanno sofferto più di altri».


Dieci nodi da sciogliere per ripartire

Gli obiettivi indicati dal presidente di Confagricoltura sono:

  1. digitalizzazione e innovazione dei processi di produzione;
  2. modernizzazione delle infrastrutture;
  3. ricerca;
  4. semplificazione burocratica;
  5. politiche del lavoro;
  6. internazionalizzazione e promozione del Made in Italy;
  7. formazione e informazione al consumatore;
  8. valorizzazione delle aree interne;
  9. sviluppo sostenibile,
  10. ambiente e transizione energetica.

Il credito d’imposta, una proposta made in Confagricoltura

Confagricoltura si è distinta per la capacità di elaborare proposte innovative. Un esempio per tutti: il credito d’imposta. Pensato come meccanismo tecnico per rendere accessibile gli strumenti di Industria 4.0 alle imprese agricole che determinano il proprio reddito a catasto, è diventato con la legge di bilancio 2020 lo strumento di accesso di tutte le imprese italiane a tali fondi.

Due questioni ineludibili

Le questioni nuove che oggi si pongono sono quelle della sovranità alimentare e della salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura italiana ed europea: «Un grande Stato deve avere una grande agricoltura - ha sottolineato Giansanti - e l’Italia ha dimostrato di esserlo».

L’impatto degli obiettivi del Green deal

Tra le prossime sfide europee c’è quella ambientale. La Commissione ha presentato due importanti comunicazioni che riguardano il ruolo dell’agricoltura nell’ambito del “Green Deal”: quella “From farm to fork” e quella per la salvaguardia della biodiversità. Sono stati indicati gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 senza uno studio di impatto e senza un programma di accompagnamento, né tantomeno prevedendo il coinvolgimento di altri stakeholder o di altre Istituzioni europee.

«Non è in discussione il traguardo di una crescente sostenibilità ambientale dei processi di produzione – ha detto Giansanti - ma così facendo sussiste il reale rischio che tale riforma possa impattare in modo sostanziale sul settore agricolo europeo. La riduzione della produzione prevista dalle due strategie porterà inevitabilmente ad un aumento delle importazioni di prodotti agricoli da Paesi terzi, che non sempre rispetteranno gli standard produttivi europei».

L’eredità del Covid19

Il presidente Giansanti ha quindi illustrato l’eredità del Coronavirus per il settore primario. «Gli interventi nazionali sono stati ampi ed articolati – ha spiegato - ma purtroppo non hanno trovato raffronto nell’atteggiamento della Commissione europea, che ha messo in campo misure per volumi di risorse davvero esigue. È mancata anche una visione coordinata delle esigenze e degli interventi, non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale. Un mosaico complesso che ha evidenziato la maggiore o minore propensione delle autorità locali ad impegnarsi per il settore, ma soprattutto ha determinato una difformità di interventi tra settori, territori e comparti che sicuramente non è in linea con i princìpi del mercato unico».

La crescita dell’economia italiana va inquadrata in un contesto di rafforzamento del processo di integrazione europea. Le proposte sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione per il periodo 2021-2027 prevedono un aumento dei fondi da destinare alla Politica agricola comune (PAC) rispetto al progetto del precedente Esecutivo. Tuttavia, la dotazione del bilancio agricolo resterebbe in termini reali inferiore del 10% a quella assegnata per il periodo di programmazione in scadenza alla fine di quest’anno.

Il sistema agroalimentare e il connesso sistema commerciale dell’Unione ha di fronte alcune situazioni di elevata incertezza. È il caso delle relazioni commerciali con il Regno Unito a conclusione del periodo transitorio fissato per il prossimo 31 dicembre, con il possibile ritorno dei dazi doganali e dei controlli alle frontiere, ma anche la continua minaccia da parte degli Stati Uniti di imposizione di dazi sui prodotti agroalimentari maggiormente importati.

«Gli imprenditori agricoli - ha concluso Giansanti - hanno bisogno di un quadro di riferimento chiaro, stabile e coerente e di tempi certi nelle prestazioni amministrative, a tutti i livelli».

Confagricoltura, una famiglia di imprenditori
Giansanti: «Un grande Stato ha bisogno di una grande agricoltura» - Ultima modifica: 2020-07-15T16:56:59+02:00 da Lorenzo Tosi

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