“Grow!”, al Sud il divario infrastrutturale blocca crescita e rallenta export agroalimentare

“Grow!”, l’innovativo laboratorio di riflessione sulle politiche che influenzano il futuro del settore agroalimentare ideato da Agrinsieme, ha puntato l’attenzione a Matera sul divario infrastrutturale del Mezzogiorno con il resto dell’Italia.
L’edizione di Matera dell’Action Tank del coordinamento di Agrinsieme ha centrato l’attenzione sui limiti delle infrastrutture materiali e immateriali del Mezzogiorno

Il divario infrastrutturale del Mezzogiorno, rispetto sia al Nord Italia sia ai principali competitor mediterranei, come la Spagna, è caratterizzato da una sempre maggiore carenza di adeguate reti infrastrutturali materiali (viarie, ferroviarie, portuali e aeroportuali) e immateriali (digitali) a supporto delle tante Pmi attive e ha raggiunto livelli che ostacolano la crescita del settore agroalimentare e rallentano l’esportazione.

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Infatti le regioni meridionali, pur rappresentando grandi bacini di produzione agroalimentare, non spiccano tra quelle leader nelle esportazioni, concentrandosi nei mercati di prossimità e raggiungendo solo in minima parte i mercati più distanti. Soprattutto per tali limiti infrastrutturali, l’export agroalimentare delle regioni del Sud, seppur in aumento nell’ultimo decennio, è cresciuto a un tasso inferiore rispetto a quello delle regioni del Nord: infatti nel decennio 2008-2018, a fronte di una crescita dell’export delle regioni settentrionali pari al 62% circa, quello delle regioni meridionali è aumentato “solo” del 46%, arrivando a superare di poco i 7 miliardi di euro nel 2018.

A fare il punto sulla situazione infrastrutturale del Sud Italia, con il supporto di uno studio elaborato per l’occasione da Nomisma, è stata l’edizione materana di “Grow!”, l’innovativo laboratorio di riflessione (Action Tank) sulle politiche che influenzano il futuro del settore ideato da Agrinsieme (il coordinamento che unisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari).

Pantini: «L’entità del divario è notevole»

Denis Pantini, responsabile dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma.

«Nelle regioni del Mezzogiorno – ha illustrato il responsabile dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma Denis Pantini – ogni impresa può contare in media su meno di 20 km di infrastrutture, circa la metà di quelli a disposizione delle imprese del Nord-Ovest, con la Puglia fanalino di coda con appena 7,9 km per azienda. A fronte di una media nazionale di 23 km di autostrade ogni 1.000 kmq, nel Sud si scende a 20 km/1.000 kmq, con la Basilicata ferma a 3 km/1.000 kmq e il Molise bloccato a 8 km/1.000 kmq. Anche la dotazione di linee ferroviarie risulta inferiore nel Mezzogiorno, con 36 km/1.000 kmq nelle Isole, mentre a livello nazionale la media è di 55 km/1.000 kmq. Sul territorio, la presenza di infrastrutture fisiche (autostrade, strade, linee ferroviarie, aeroporti e porti) è fortemente diversificata: l’indice costruito da Nomisma mediante la normalizzazione della presenza di reti viarie sul territorio regionale fa emergere come a fronte di un indicatore medio nazionale pari a 153, nelle Isole si scenda a 130 e in Sardegna addirittura a 59. Quanto al digitale, inoltre, sebbene il Sud risulti di poco indietro alle macro-aree italiane (accede ad internet il 78% delle famiglie del Meridione, rispetto all’84% del Nord), più critica è la diffusione delle innovazioni tecnologiche nelle imprese. Sono state introdotte solo da poco più di un’azienda su 4, il 26%, mentre nel Nord si arriva al 40%».

Nelle regioni meridionali, ha riferito Pantini, ogni impresa può contare in media su meno di 20 km di infrastrutture, circa la metà di quelli a disposizione delle imprese del Nord-Ovest

Il peso del divario sull’agroalimentare

È l’agroalimentare a risentire più di altri settori di un simile divario di reti fisiche e digitali, ha aggiunto Pantini. «L’incidenza dell’agroalimentare sul totale delle merci movimentate su strada va oltre un quarto dei volumi movimentati in Molise e Sicilia, sotto il 10% in Calabria, cui si appaia solo la Valle d’Aosta. Le montagne condizionano, inevitabilmente, il trasporto su strada; la limitata capacità regionale di esportare spiega, invece, il traffico marittimo per lo più di trasbordo. Nel decennio 2008-2018 l’export del Nord è cresciuto del 62%, mentre quello del Sud, che è geograficamente concentrato nei mercati di prossimità e raggiunge solo in minima parte i mercati più distanti, solo del 46%, con un peso sul Pil pari al 2%, mentre al Nord si attesta al 3,1%».

La carenza di infrastrutture al Sud nell'analisi di Nomisma

È l’agroalimentare a risentire più di altri settori del divario di reti fisiche e digitali esistente fra Mezzogiorno e Nord Italia, ha evidenziato Pantini

Verrascina: «La conferma delle difficoltà per le imprese meridionali»

Lo studio Nomisma, ha commentato il coordinatore nazionale di Agrinsieme Franco Verrascina, mette in luce, qualora ve ne fosse ancora bisogno, le difficoltà con le quali quotidianamente sono costrette a scontrarsi le imprese agroalimentari del Sud Italia.

Lo studio Nomisma, ha commentato il coordinatore nazionale di Agrinsieme Franco Verrascina, mette in luce le difficoltà con le quali quotidianamente sono costrette a scontrarsi le imprese agroalimentari del Sud Italia.

«Non possiamo più trascurare quanto le condizioni della rete infrastrutturale materiale e immateriale, dai trasporti al sistema idrico, condizionino, a partire dalle potenzialità dei territori, il ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare meridionali. Nel Mezzogiorno, dove l’agroalimentare vale quasi 30 miliardi di euro con un export di oltre 7 miliardi, va fatto un lavoro importante per salvaguardare gli sbocchi di mercato delle produzioni agroalimentari iconiche del territorio, a partire dagli agrumi e dall’olio extravergine di oliva».

A Matera un parterre d’eccezione

L’edizione di “Grow!” di Matera ha rinnovato l’impegno, già preso a inizio anno a Roma, a promuovere occasioni valide di dibattito sul campo e in merito alle infrastrutture quali leve strategiche della competitività del settore, chiamando in causa gli interlocutori più direttamente coinvolti, dalle istituzioni agli imprenditori e alle cooperative agricole. All’incontro materano sono intervenuti, tra gli altri, il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio, il coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle Regioni Leonardo di Gioia, l’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata Francesco Fanelli, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi, il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio e i copresidenti di Agrinsieme Dino Scanavino, Massimiliano Giansanti e Giorgio Mercuri (dei cui interventi daremo conto in prossimi articoli). A questo appuntamento di “Grow!” farà seguito nei prossimi mesi un incontro analogo che punterà l’attenzione sulla situazione infrastrutturale del Nord Italia.

“Grow!”, al Sud il divario infrastrutturale blocca crescita e rallenta export agroalimentare - Ultima modifica: 2019-06-14T13:04:06+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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