I soci di AMI, Associazione Maiscoltori Italiani, riuniti in assemblea (ancora virtuale ma con numerosi soci collegati) hanno approvato all’unanimità la relazione del presidente Cesare Soldi, approvato i bilanci consuntivo e preventivo, ed eletto il nuovo consiglio direttivo in rappresentanza dei principali areali di produzione.
L’impennata dei costi di produzione
L’assemblea ha riconfermato alla presidenza Cesare Soldi, affiancato alla vicepresidenza da Fausto Nodari, ribadendo l’urgenza di rilanciare la coltura del mais che potrebbe purtroppo subire anche nella prossima campagna una flessione nelle superfici coltivate a causa degli elevati incrementi nei costi delle materie prime e in particolare dei fertilizzanti inorganici.
Gli effetti del climate change
Nodari ha svolto, in apertura, una rapida ma esaustiva panoramica sull’andamento dei mercati nazionali ed internazionali, che vedono in questo momento il mais in buona posizione ma con prospettive non certe a causa della volatilità dei prezzi e degli effetti del climate change, con persistenti problemi di siccità in Sud America che potrebbero condizionarne le disponibilità, con conseguenze sulle quotazioni nel prossimo futuro. Sui listini pesano però anche le tensioni legate all’impennata del costo dei prodotti petroliferi e di quello dei noleggi per i trasporti. Salvo queste variabili le quotazioni, almeno fino alla prossima primavera dovrebbero tenere.
L’impegno a migliorare la redditività
Soldi ha poi illustrato le attività dell’associazione che si sono sviluppate in diversi ambiti, ma tutti volti a migliorare la redditività della coltura e la sua diffusione sul territorio nazionale visto che la maiscoltura è la principale fonte energetica per l’alimentazione animale.
«Sono diversi i fronti su cui l’associazione è impegnata - ha relazionato Soldi-, in particolare con il Ministero delle Politiche agricole sul fronte ad esempio del fondo competitività di filiera con la richiesta di un aumento della attuale dotazione 2021 (6 milioni di euro) e un’estensione della misura per i prossimi anni».
La richiesta di un pagamento accoppiato
«Senza dimenticare l’attuale partecipazione al Tavolo di Partenariato PAC 2023-2027 con la richiesta di un pagamento accoppiato al mais e di un premio concesso per ettaro di superficie coltivata nell’ambito dei contratti di filiera. Poi i numerosi e proficui rapporti con gli istituti di ricerca e quelli con la Confederazione europea dei produttori di mais, artefice di un’importante azione di lobbing a Bruxelles».