Zucchero sempre più amaro. Alla vigilia del Consiglio Agricoltura dell’Unione europea, che si terrà il 15 ottobre in Lussemburgo, Confagricoltura ha lanciato l’allarme sulla grave situazione del settore bieticolo-saccarifero.
Nella campagna 2017-2018, la produzione di zucchero nell'Unione europea ha raggiunto il livello record di 21,1 milioni di tonnellate. Per la campagna 2018-2019, a causa della siccità, è previsto un calo di circa 2,5 milioni di tonnellate.
In un anno quotazioni giù del 27%
Tuttavia, come evidenziato in un recente rapporto della Commissione, il mercato continuerà a restare sotto tensione con prezzi che – rispetto a settembre 2017 – fanno registrare una contrazione del 26%.
«Senza interventi urgenti - ha dichiarato il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - è a rischio la stabilità finanziaria delle imprese agricole e il futuro del settore nell’Unione».
Confagricoltura ricorda che il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio ha chiesto l’attivazione degli aiuti allo stoccaggio privato ed auspica che la Commissione la tenga in considerazione nell’elaborazione delle strategie per la futura politica del settore.
Giacenze mondiali a quota 8 milioni di t
«Nonostante il previsto calo della produzione europea – ha sottolineato Giansanti – non sono in vista aumenti dal lato dei prezzi, a causa dell’elevato livello (circa 8 milioni di tonnellate) delle giacenze a livello mondiale».
«Le difficoltà di mercato sono anche determinate dagli aiuti alla produzione e all’esportazione di zucchero che sono stati decisi dal governo indiano», ha così proseguito il presidente della Confagricoltura. «Grazie a questi sussidi, l’India è destinata a diventare il primo produttore di zucchero al mondo».
«Invitiamo le Istituzioni di Bruxelles a valutare rapidamente e con grande attenzione la possibilità di ricorrere all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), per contestare formalmente gli aiuti pubblici concessi dall’India».
Confagricoltura segnala che un ricorso al Wto è già stato preannunciato dalle autorità di Australia e Brasile.