La misura promozione, uno degli asset della politica agricola che in Italia ha avuto più successo è a rischio.
«Non solo vino: l'Unione europea vuole cancellare anche la promozione di carne e salumi». L’allarma lo lancia la Coldiretti: nel Consiglio dei ministri agricoli di lunedì 21 febbraio è infatti in discussione un documento congiunto sulla politica di promozione europea di Austria, Belgio, Bulgaria, Ungheria, Irlanda, Italia Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Spagna e Ungheria.
Solo la norcineria vale 20 miliardi
«Il timore – denuncia Coldiretti - è quello di vedere colpiti i settori da primato del made in italy agroalimentare: solo la norcineria nazionale offre lavoro a circa centomila persone e vale 20 miliardi».
Il confronto europeo su questo punto è particolarmente animato e l’Italia anima il fronte europeo di 12 paesi che si oppongono alla revisione dei prodotti ammessi alla promozione dell'Ue da parte della Commissione europea che punta all'esclusione di alcuni settori come appunto la carne, i salumi ed il vino, considerati pericolosi per la salute.
«Siamo soddisfatti del fatto che il Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli abbia colto le nostre preoccupazioni».
Lo afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini che insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia ha inviato una lettera ai commissari europei e agli eurodeputati per ribadisce la necessità di agire subito per scongiurare l'esclusione dai fondi della promozione di settori chiave del made in Italy.
No al cibo sintetico
«La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, mortadelle che hanno dietro milioni di lavoratori europei, coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare».
«Il giusto impegno – sottolinea Prandini- della Commissione europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate». L'equilibrio nutrizionale, ricorda Coldiretti, va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto».